E’ una notizia che gira da un paio di giorni, l’avevo già letta durante il solito giro di blog, ma poi mi è stata segnalata anche da due lettori, perché è approdata anche sui nostri media. Per la verità, come spesso accade, su di un solo medium nostrano, l’ANSiA, l’altro, corriere.it, si è limitato a ripeterne una parte pari pari, compreso il curioso titolo “Perdita silenziosa dei ghiacci antartici”. Se qualcuno di voi ne conoscesse una “rumorosa” si faccia avanti, a meno che con questo non si voglia intendere altro.
Allora, si tratta ovviamente dei risultati di una pubblicazione scientifica, questa qui sotto, un lavoro uscito appena ieri su Science:
Ice Shelf Melting Around Antarctica
La lettura è a pagamento, ovviamente, però c’è il comunicato stampa dell’Università della California, l’istituto da cui provengono gli autori dello studio. L’argomento è palese, si parla dello scioglimento dei ghiacci antartici, più precisamente della porzione di ghiaccio a contatto con il mare.
L’Antartide, è cosa nota, rappresenta da sempre un rebus nella comprensione delle dinamiche climatiche. Una zona a se’, un continente separato dal contesto e circondato dalle acque e dalle relative correnti dell’Oceano Meridionale, questo sì, invece, in stretta relazione con il resto del contesto in quanto, mettendo di fatto gli oceani in comunicazione, è una componente sostanziale della circolazione termoalina. Quest’ultima, a sua volta, è responsabile della redistribuzione del calore sul Pianeta per tutto quello che l’atmosfera non riesce a fare, ossia moltissimo.
Ora, nonostante questo isolamento, da cui sfugge soltanto l’estremità più occidentale del continente, sia di per se’ sufficiente a spiegarlo e, nonostante una sostanziale carenza di informazioni, in passato si è cercato più volte di capire perché laggiù – Penisola Antartica esclusa – le temperature non aumentano e l’estensione del ghiaccio marino cresce anziché diminuire. Anni fa uscì anche uno studio che spalmando la variazione positiva delle temperature sulla Penisola Antartica su quasi tutto il continente, era quasi riuscito a riconciliare le dinamiche antartiche con quelle globali. Poi però qualcuno fece notare che la spalmatura era un po’ azzardata, per cui il rebus è rimasto.
Ma il ghiaccio non è solo estensione, cioè non è solo quello che si forma sul mare, è anche soprattutto quello dei ghiacciai che dall’entroterra scivolano verso il mare. Ecco, pur se con serie storiche molto limitate nel tempo e con l’ausilio di modelli di simulazione, il paper pubblicato su Science documenta una perdita di massa glaciale abbastanza significativa, con un bilancio negativo tra lo scioglimento, pure inevitabile, e l’apporto di ghiaccio dall’entroterra. Anche questa non è una novità, mentre lo è la spiegazione che i ricercatori forniscono. Lo scioglimento o, se vogliamo, il deficit, è per la maggior parte (55%) da ascrivere alla temperatura dell’acqua, non a quella dell’aria. Inoltre, i ghiacciai più vasti, che da soli rappresentano i 2/3 della coltre glaciale, hanno contribuito nel periodo in esame per il solo 15% dello scioglimento, mentre altri ghiacciai più piccoli, situati nella porzione del continente che guarda l’Oceano Pacifico, avrebbero fatto tutto il resto.
Questo riconcilia l’Antartide con il riscaldamento globale? Beh, nessun uomo sano di mente potrebbe ignorare che se il Pianeta si scalda gli effetti in un modo o nell’altro, magari con tempistiche molto diverse, prima o poi devono palesarsi. E il ghiaccio è una cosa che quando aumenta il calore tende a sciogliersi. Meno semplice invece riconciliare queste dinamiche con le eventuali origini quasi del tutto antropiche del suddetto riscaldamento, perché lo stesso uomo sano di mente sa bene che il calore in eccesso ipoteticamente provocato dalla CO2 è minimale rispetto alla quantità di calore portato a spasso dalle acque degli oceani e un ciclo completo della circolazione termoalina richiede centinaia di anni.
Comunque, le osservazioni continuano, magari tra qualche decina d’anni ne sapremo di più.
@donato, la discussione è qui: http://www.energeticambiente.it/mutamenti-climatici-e-protocollo-kyoto/14754242-anomalie-climatiche-temporanee-europa-siberia-e-nord-america-unipotesi-di-spiegazione.html#post119454086
tacciare GG e Luigi Mariani di incompetenza è veramente ignobile..
Non amo le polemiche tra blog o tra blog e forum, però, ultimamente, seguendo un link a questo articolo (ed ai commenti) postato da un utente di un forum che si interessa di problematiche ambientali (soprattutto quelle legate alle energie cosiddette ecosostenibili), mi è capitato di leggere delle invettive del tutto gratuite dirette a chi questo blog lo anima e lo frequenta. A parte la cattiva abitudine di insultare gratuitamente chi la pensa diversamente, ho potuto constatare che per dimostrare che su CM si dicono corbellerie, si utilizzano gli stessi lavori da noi citati! Delle due l’una: o non si capisce ciò che si copia ed incolla o si è in perfetta malafede.
Nella fattispecie si cita Munneke e, in particolare la frase:
“None of the regions in Antarctica show a statistically significant trend in melt volume over the period 1979-2010”
per dimostrare che il ghiaccio continentale antartico…. si scioglie! 🙂
Probabilmente si ignora il “sottile” significato della locuzione: non significativo statisticamente. E, presumo, si ignora che la locuzione si riferisce al periodo 1979-2010: pre GW e pieno GW.
Che il ghiaccio antartico si sciolga non lo nega nessuno, ma certamente non si scioglie a causa del GW dell’ultimo quarto del 20° secolo!
Effettivamente studiare è molto faticoso (soprattutto capire, a volte).
Ciao, Donato.
p.s. il sito in questione è energeticambiente.it, per chi avesse voglia di perdere un po’ di tempo.
[…] razionalitá. Ma per ora è quel che abbiamo. a darti le risposte che cercavi ci ha pensato GG Antartide: Più che l’aria pare possa l’acqua. | Climatemonitore la risposta di luigi mariani fa luce su tutta questa visione di perdita di ghiacci continentali […]
[…] qualche giorno fa, abbiamo pubblicato un post per commentare una notizia interessante, per certi versi un fatto che cambia le carte in tavola. Si […]
Le temperature in Antartide potete controllarle qui:
http://www.wunderground.com/weather-forecast/Antarctica.html
Certo sig.Guidi e la ringrazio per la risposta.
In effetti non mi ero spiegato bene. Non intendevo riferirmi al lavoro in questione. Mi sembrava di aver sentito parlare in passato anche di presunto scioglimento parziale della calotta interna dell’Antartide Occidentale.
Era a quello a cui mi riferivo, ma ora non ricordo se si trattasse di lavori o articoli mediatici.
Grazie ancora comunque per l’attenzione.
Fabio Vomiero
Gentile fabio Vomiero,
uno dei lavori più recenti sull’argomento è “Insignificant change in Antarctic snowmelt volume since 1979” di Munneke et al., uscito su Geophysical Research Letters nel 2012. In esso si mostra che il bilancio di massa è negativo per una ristrettissima fascia costiera di tutto il continente ed inoltre per la penisola antartica. per qeust’ultima i valori sono i più elevati misurati (e qui la colpa dovrebbe essere delle correnti marine calde). Il bilancio di massa all’interno del grande continente è invece dato per stazionario (gli apporti compensano le perdite). Su quest’ultimo aspetto si deve tuttavia considerare che all’interno i bilanci di massa si muovono lentissimi perchè nevica pochissimo.
Sempre da questo lavoro si ricava che il trend complessivo della perdita di massa è caratterizzato da grandi fluttuazioni interannuali ed appare in complesso improntato ad un lieve calo (=meno perdita), peraltro statisticamente non significativo (cito: “None of the regions in Antarctica show a statistically significant trend in melt volume over the period 1979-2010”).
Aggiungo, en passant, che la stima delle variazioni di massa dei ghiacci antartici vengono eseguite quasi esclusivamente sulla base di telerilevamenti satellitari (GRACE, tra gli altri) e gli algoritmi utilizzati per stimare le variazioni di massa producono incertezze dello stesso ordine di grandezza delle quantità da misurare per cui, concordando con L. Mariani, ci andrei cauto a parlare di perdita di massa dei ghiacci antartici continentali nel medio-breve periodo.
Ciao, Donato.
Anche a me sembra di aver visto più di uno studio che parla di scioglimento di ghiaccio continentale in Antartide. Ora, la domanda che mi pongo è questa. A parte l’indicatore evidente e chiaro di un aumento negli ultimi trent’anni della banchisa di ghiaccio marino circostante, ma come si fa a parlare di scioglimento di ghiaccio continentale, quando le temperature all’interno di quasi tutto il continente (Penisola Antartica esclusa) non salgono praticamente mai sopra allo zero?
Si può parlare di scioglimento all’interno di un freezer?
A meno che le cause di questo fantomatico disgelo non siano correlate alla tettonica locale piuttosto che alle temperature.
Grazie per eventuali risposte, saluto tutti.
Fabio Vomiero
Fabio, le cose non stanno proprio così. Si parla di bilancio di massa negativo che scaturisce dal fatto che l’apporto di ghiaccio dall’interno verso il mare è inferiore alla perdita di ghiaccio causata dallo scioglimento soprattutto basale della porzione a contatto col mare dei ghiacciai di alcune zone.
gg