Salta al contenuto

Clima: credo all’AGW da 24 ore e già gli scettici mi…

Allora, per chi l’avesse persa, la mia conversione, avvenuta come da tradizione in un lampo di luce, è arrivata appena ventiquatttro ore fa. Con questo post. Chi legge CM da un po’ sa anche che in realtà non ho detto niente di nuovo, ma è un Fatto che l’aver aderito al consenso mi fa sentire decisamente diverso.

 

No, non è la nuova sensazione di appartenenza a pilotare lo stato d’animo, piuttosto il suo opposto. Sto iniziando ad odiare gli scettici, al punto, udite udite, di aver voglia di chiamarli negazionisti, cioè con l’appellativo loro affibbiato da qualcuno che comincio a capire solo ora. Mala gente, gente sicuramente al soldo dei potenti petrolieri, gente disturbata di mente, gente che pratica il pensiero di gruppo (ho detto pensiero eh?), gente che sta bene solo con i propri simili, gente che nel branco rafforza le proprie convinzioni incurante di essere clamorosamente in errore. Prima di dirvi chi sono costoro vi racconto una cosa in cui mi sono imbattuto un paio di giorni fa.

 

 

temperatureIl prof. Ugo Bardi ha firmato un articolo sul Fatto Quotidiano, titolo: “La Terra non si riscalda più? Ma chi l’ha detto? Nel pezzo, che vi prego di leggere per intero, si richiama l’attenzione sul Fatto che quello cui staremmo assistendo non è un arresto del riscaldamento globale, quanto piuttosto un suo rallentamento. Come dire, il global warming ha solo tirato il fiato. Per sostenere efficacemente questa affermazione, nell’articolo si mostra un grafico proveniente da un post di Stefano Caserini su climalteranti.it. La figura è qui sopra. La pendenza della linea è inconfutabile, quindi, secondo il dataset impiegato, quello del GISS, la temperatura è aumentata dal 1998, cioè in 15 anni, di ben 0,8 decimi di grado rispetto al periodo 1951-1980. Ma c’è di più, il 2010 è stato un autentico forno, ben 5/100 di grado in più del 1998 (+0,61 contro +0,66), anno iniziale della miniserie. Ripeto, non si può che essere d’accordo e, sinceramente, lo faccio anche con grande soddisfazione. Un moto che sgorga spontaneo nell’apprendere che, come è capitato di dire anche a noi qualche volta, il clima, ovvero il trend della temperatura, si misura, se utile, anche su quindici anni. Ma di ancora superiore soddisfazione, nel senso dell’appartenenza, il Fatto che data l’evidenza della pendenza della linea, si siano abbandonati tutti quei noiosissimi discorsi sulla significatività statistica dell’informazione. Diavolo, a che serve star lì a controllare se quel numero (5/100 di grado) rientra nella banda di errore dei dati, cioè in quell’area dove tutte le posizioni hanno lo stesso valore perché non c’è verso di essere più precisi. A nulla, c’è la linea.

 

Ma, poco male, quelle che contano davvero adesso sono le mie nuove frequentazioni. Che, ne sono certo, diverranno anche vostre. Nella folta schiera di neo-scettici e neo-negazionisti che fino a poco tempo fa avrebbero sopportato le peggori torture pur di non ammettere che, a ben vedere, in fondo, semmai, con prudenti caveat e distinguo, fa meno caldo di quel che dovrebbe, oltre al prof. Ugo bardi, troviamo anche James Hansen, Ed Hawkins, Kevin Trenberth, Ben Santer etc etc. Qui, sul blog di Judith Curry, c’è una bella rassegna di questo rinnovato scetticismo. Mi sento rinato, se non fosse che credo all’AGW da cinque minuti e già gli scettici mi…(continua)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

8 Comments

  1. luigi mariani

    A corollario di quanto qui discusso mi pare utile apportare due elementi di valutazione:
    1. l’analisi visuale dei grafici e le analisi statistiche conseguenti mostrano che il trend del periodo 1998-2013 è del tutto diverso da quello del periodo 1987-1998. A seconda poi delle raccolte di dati (NCDC, GISS, HADCRUT4, ecc.) il trend attuale potrà risultare lievemente positivo ovvero lievemente negativo. In sostanza c’è stato un cambiamento notevolissimo nel comportamento delle temperature globali che i modelli GCM di IPCC non hanno saputo in alcun modo descrivere per una serie di debolezze interne (in primis l’incapacità di descrivere la natura intrinsecamente caotica del sistema, alias variabilità interna non forzata). Da qui, galileianamente, sarebbe necessario partire per andare oltre, nel senso di superare il nostro attuale livello d’ignoranza.
    2. E’ interessante che a fronte della realtà di cui al punto 1 molti continuino a tenere la testa sotto la sabbia, e i climalterati sono da questo punto di vista in buona e numerosa compagnia: http://wattsupwiththat.com/2013/06/06/humor-u-n-climate-delegates-unaware-of-the-pause-in-global-warming/
    D’altronde, Fere libenter homines id quod volunt credunt (Gli uomini credono volentieri in ciò che desiderano sia vero). Cesare, De Bello Gallico, libro III, c. 18.
    Luigi

  2. franco bacci

    Che sta succedendo?
    Abbiamo avuto un inverno lungo,freddo e piovoso,un marzo ancora piu’ freddo e un Maggio davvero da brividi che ha stravolto il giro d’Italia nei percorsi dolomitici, e la neve all’Abetone(nota stazione sciistica dell’appennino settentrionale) oggi il 25 Maggio!
    Non ricordo una nevicata all’abetone almeno negli ultimi 30 anni il 25 di Maggio.
    Non sara’ una oscura manovra dell’AGW?
    Ricapitolando: se ci sono stagioni siccitose e calde,uragani e tornadi,freddo intenso e nevicate furoi stagioni e’ sempre colpa dell’AGW.
    Ma quando arriva questo riscaldamento globale?
    O siamo alle fasi preliminari di un clima che si avvia verso il freddo?

    • Franco, detto tra noi speriamo arrivi presto, perché avrei programmato le ferie.
      Scherzi a parte, finché si guarderà al futuro del clima con il solo paradigma del forcing da CO2 non ci sarà verso di capire.
      La chiave è nella distribuzione della massa atmosferica, ovvero nella circolazione che ne deriva e che ridistribuisce il calore. E la massa non la sposta la CO2.
      gg

  3. donato

    Lo sapevo che prima o poi il boss avrebbe abbandonato il villaggio di Asterix per passare con le legioni romane, seguendo il richiamo della foresta (del resto che puoi aspettarti da uno che vive in “villa” nei dintorni dell’Urbe?) 🙂 🙂 🙂

    A parte gli scherzi, mi ha colpito il commento di ELICA e, punto dalla curiosità, sono andato a leggere il post incriminato. Effettivamente è come dice lei: l’autore ha corretto e si è giustificato scrivendo che il tutto è dipeso da un’errato settaggio del foglio di calcolo excel. Lapsus … excel 🙂 : ci può stare, errare è umano. Logica vorrebbe, a questo punto, togliere di mezzo il grafico (e il post) e far finta di niente. Manco per … niente! Ne è nata una stucchevole discussione a cui ha preso parte tutto il comitato scientifico del sito per difendere l’indifendibile: attribuire un senso a qualcosa che, onestamente, non potrà mai averlo. Chi vuole avere un’idea più precisa della questione può farsi un giro da quelle parti, per i pigri mi limito a esporre due fatti:
    1) la funzione di regressione calcolata da Elica è f(x)= 0,006x-12,042; R²= 0,12; p-value=0,1966: la pendenza della retta di regressione è del 6 per mille, considerando l’incertezza dei dati praticamente nulla.
    2) Uno dei commentatori ha scritto che «la non significatività non vuol dire che non c’è associazione, il non rigettare l’ipotesi nulla non implica la sua validità.» Personalmente concordo con la replica di Elica: se non posso rigettare l’ipotesi nulla (trend non significativo) significa che la mia tesi (trend significativo) è falsa nel senso di K. Popper. E questo dovrebbe chiudere la questione e spingere gli autori a riformulare radicalmente il post che, si badi bene, ha senso solo se è corretta la funzione di regressione. Mi meraviglio che ancora non sia stato fatto visto il puntiglio con cui nel post medesimo si tiene a precisare, con il solito sarcasmo da pollaio, che chi parla di stazionarietà delle temperature ha preso un abbaglio e dice inesattezze: è maggiore l’errore di chi vuole dare un senso (associazione) ad un trend non significativo (statisticamente parlando) o di chi parla di stazionarietà con riferimento a temperature che non hanno un trend di aumento (o diminuzione) statisticamente significativo?
    .
    In fondo in fondo, però, c’è poco da meravigliarsi visti i precedenti. Ricordate la polemica tra S. Caserini e N. Scafetta a proposito del “punto rosso” che indicava le temperature misurate e le confrontava con lo scenario IPCC? Qualche commentatore scrisse, all’epoca, che S. Caserini “aveva fatto a pezzettini” N. Scafetta. Oggi che il “puntino rosso” sta per uscire dalla fascia di confidenza del 75% non ho letto niente che riconoscesse l’errore di valutazione di S. Caserini e rendesse merito a N. Scafetta del fatto che il suo modello riesce a replicare, almeno per ora, le temperature superficiali meglio degli scenari IPCC.
    E per chiudere un’ultima considerazione tratta da uno dei commenti: perché continuare ad accalorarsi sulla temperatura superficiale che non varia visto che più del 90% del riscaldamento finisce negli oceani?
    .
    A questo punto, però, credo di non capirci più niente: G. Guidi si converte all’AGW e su Climalteranti si consente di scrivere senza alcuna puntualizzazione, che le temperature superficiali non sono poi così importanti. Mi sarò pure perso qualcosa, però, mi sembra che fino a qualche mese fa noi di CM scrivevamo che la temperatura superficiale non può essere considerata l’integrale del sistema, ma bisognava considerare il contenuto di calore degli oceani mentre su Climalteranti si citavano i record annuali di temperatura superficiali (stimati al centesimo di grado, si badi bene) per dimostrare che il globo si stava scaldando, il clima sarebbe cambiato e la catastrofe era dietro l’angolo! E vabbè, ormai il mondo si è capovolto: i credenti sono diventati scettici e gli scettici si sono convertiti: non c’è più religione! 🙂 🙂
    Ciao, Donato.

    • Nel frattempo, in questo clima tutto nuovo, in Europa è novembre e negli USA tornano gli anni ’70, non nel senso della febbre del sabato sera ma in quello dei tornado.
      Anni fa, ormai abbastanza fa da avere senso, dissi e scrissi che la circolazione sarebbe cambiata ma non lo avremmo letto sui termometri. In parte sbagliavo, perché malgrado tutti i massaggi che ricevono i dati ancora parlano una lingua comprensibile.
      Adesso, naturalmente, i saggi diranno che fa freddo perché fa caldo, ignorando il fatto che è fine maggio e il fronte polare sta ancora dove di solito sta a febbraio. Voi non preoccupatevi e uscite comunque leggeri, ne trarrà giovamento la demografia, altro allarmone finto che piace tanto ai saggi stessi.
      gg

  4. ELICA

    Sul post presente su climalteranti a firma di Caserini si affermava che la retta di regressione del famoso grafico (ripreso anche da Bardi sul Fatto) fosse significativa.
    A me già a occhio la cosa mi puzzava ma l’occhio inganna e perciò mi sono presa la briga di rifare la statistica della regressione con gli stessi dati e sullo stesso periodo, risultato? Non è significativa: p-value = 0,1966. Gli ho postato il risultato e cosa mi hanno risposto? Beh intanto Caserini ha dovuto correggere il post (alzando il livello di significatività all’80%… gulp!) e per il resto vi invito leggere i commenti.

  5. Fabio Vomiero

    A mio modesto parere, temo di poter rilevare con una certa sicurezza come in generale, nell’ambito della problematica dei cambiamenti climatici, così come in altri contesti di problematiche scientifiche che per loro natura di scienze evolutive si prestano ancora con difficoltà all’indagine scientifica, risulta ancora abbastanza facile tenere e mantenere delle linee di pensiero personali o soggettive soltanto applicando il metodo dello “cherry piching”(scelta delle ciliege) vale a dire solo semplicemente sciegliendo accuratamente i dati o la letteratura da citare, anche se scientificamente carente o incompleta, per sostenere le proprie argomentazioni.
    Nel caso del grafico in questione, ad esempio, basterebbe non considerare i dati di soli tre anni 1998, 1999 e 2000 (in fondo serie di dodici o di quindici anni non fa molta differrenza) per ottenere una regressione lineare completamente differente.
    E i dati satellitari? Attenzione quindi allo cherry piching, fenomeno volontario o involontario che sia, ma ben conosciuto da chi si occupa di scienza.
    Un saluto a tutti.
    Fabio Vomiero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »