Alcuni mesi fa abbiamo pubblicato il primo contributo a queste pagine di Luigi Mariani, un post dal titolo emblematico: La Terza Via. Nella necessità di individuare un approccio meno ideologico e più solidamente scientifico alle problematiche del clima e dell’ambiente Luigi ci suggeriva un uso più razionale della gran messe di dati di cui disponiamo e degli output delle tecniche di simulazione del comportamento del sistema.
Dal punto di vista metodologico Luigi si richiamava a concetti espressi da uno che di climatologia se ne intende un pochino, il Prof. Roger Pielke Senior che indicava appunto la necessità di individuare una strada alternativa allo schieramento di opposte fazioni che sembra caratterizzare ogni discussione su questi argomenti. Oggi ritroviamo questi stessi argomenti sul quotidiano La Stampa di Torino in un articolo firmato da suo figlio, Roger Pielke Jr. Si tratta di una specie di recensione del saggio di Antony Giddens dal titolo “The Politics of Climate Change“.
Al di là della piacevole novità di trovare un intervento così autorevole ed equilibrato su un quotidiano nazionale, è interessante leggere come Pielke, che non è nè scettico nè certamente catastrofico, sia capace di sottolineare quanto di positivo ci sia in quest’opera, senza dimenticare di rilevare alcune critiche anche severe, mantenendo appunto quell’equilibrio che dovrebbe contraddistinguere ogni discussione in merito a questi argomenti.
Qualcuno certamente storcerà il naso leggendo che chi non è propriamente convinto delle cause antropiche del riscaldamento globale “merita e deve ottenere diritto d’ascolto”, oppure che “il problema del riscaldamento globale non a nulla che vedere con la salvezza della terra”, che quello di sviluppo sostenibile sia più uno slogan che un concetto analitico, oppure ancora che il principio di precauzione si presta ad interpretazioni di segno opposto ed è quindi inutilizzabile. Gli stessi poi saranno sollevati nell’apprendere che Pielke fa notare anche parecchi errori non proprio banali nelle affermazioni di Giddens, sia di ordine tecnico che di natura sociologica, come ad esempio l’essersi attribuito la paternità di un concetto invero noto da parecchio, e cioè l’incapacità di intraprendere azioni concrete di fronte ad un problema che aumenta di spessore ma che non è completamente visibile ed identificabile.
Di spalla, nella stessa pagina un altra singolare bordata: Tutti sbagliati i calcoli sui gas serra. Leggere per credere. Tanta grazia non avremmo mai osato chiederla, per cui siamo disposti anche a perdonare l’immagine a centro pagina dal titolo “L’Aria Avvelenata”, in cui troneggia una classifica di paesi inquinatori, cioè emettitori di CO2 che però non è un veleno e con i fumi da combustione -quelli sì inquinanti- non ha davvero nulla a che fare.
Sarà iniziato un nuovo corso? Avremo imboccato finalmente una terza via? Se così dovesse essere chissà che non si riesca a ragionare con un pò più di equilibrio di qui in avanti.
Pienamente d’accordo con la riflessione di Guido Guidi, quello che cerco almeno io è proprio l’equilibrio, speriamo che s’imbocchi la terza via.
Un’osservazione sulla CO2, si parla tanto di inquinante, ma sbaglio o la CO2 è una cosa più che altro naturale, ad esempio ha a che fare con le piante?
P.S. : Ma su questo sito, dove si possono trovare le faccine? Grazie a tutti x l’aiuto.
Mi permetto la solita pignoleria, tanto forse vi sarete ormai rassegnati 😀
Il titolo dell’articolo di spalla è decisamente fuorviante. Non si parla infatti dei “calcoli sui gas serra” ma dell’impatto economico del riscaldamento globale, il che è profondamente diverso.
Certo, si può pure essere pignoli al contrario e dire che per calcolare l’impatto economico bisogna prima fare i calcoli sui gas serra, ma come ben sanno i giornalisti è il titolo che ha l’impatto più forte sul lettore.
A parte questa mia tiratina d’orecchie, le pagine di TuttoScienze de La Stampa credono che siano le migliori fra quelle dei quotidiani