Ricevo da un amico di CM la segnlazione di un articolo uscito sulle pagine dell’UCCR:
La follia dello scientismo e il ruolo della filosofia
Il breve estratto che segue fa decisamente pensare a “certa” scienza.
[…] la filosofia è necessaria a definire e comprendere la scienza stessa: è ciò che succede nelle teorie essenzialiste, che sostengono una chiara distinzione tra scienze e filosofia e un ruolo necessario per ognuna, tra le quali c’è il criterio di falsificabilità di Karl Popper, per il quale una teoria è scientifica solo se risulta possibile pensare un’evidenza empirica che la dimostri errata: tutto il resto, ovviamente, cade al di fuori del campo della scienza.Esistono tuttavia teorie che identificano la scienza con le “istituzioni sociali” che la rappresentano e con coloro che la praticano: i sostenitori di queste teorie “istituzionali” arrivano talvolta ad utilizzare i “fattori istituzionali” come criteri di qualità della scienza, che non necessita più, in questo modo, dell’epistemologia. La debolezza di questa definizione di scienza risiede nella sua natura essenzialmente circolare: “Scienza è semplicemente quello che gli scienziati fanno”. L’inaffidabilità delle istituzioni scientifiche, inoltre, è palese (nel peer-reviewed si possono testimoniare condizionamenti dettati da pregiudizi, vendette personali, eccetera) e gli scienziati non sono certo esenti dalle corruzioni presenti in tutti gli ambienti abitati da esseri umani […]
Metto qui un commento OT, visto che quanto sto per scrivere
non merita un post… Faccio presente due fatti collegati al
concetto “un giorno bollente è clima, dieci giorni seppelliti sotto
la neve è meteo”: dieci giorni fa la Milano-Sanremo per la prima
volta nella sua storia è stata modificata per l’impossibilità di
valicare il Passo del Turchino, causa neve e ghiaccio, e i ciclisti
sono stati decimati dal freddo. Due giorni fa, inoltre, un
corridore di una gara podistica nell’entroterra di Savona è stato
stroncato da un infarto, probabilmente per il gran freddo. Due
notizie, una leggera, l’altra drammatica anche se “locale”, che
hanno avuto poco risalto in TV o sui giornali. In passato, gare
invernali sospese per il caldo (ad es. per la scarsità di neve
sulle piste da sci) hanno invece richiamato abbondanti riferimenti
all’AGW.
Vedi Fabrizio, si potrebbe e si dovrebbe dire che non ha senso fare valutazioni sulla base di una singola stagione. Ma questo vale per far comprendere a chi non conosce l’argomento che tempo e clima sono due aspetti ben distinti dello stesso problema. Chi l’argomento lo conosce invece sa bene che il fronte polare che balla da mesi tra il Mediterraneo e l’Africa settentrionale è l’esatto contrario della teoria AGW. Infatti le cassandre tacciono ultimamente, attendendo trepidanti il primo raggio di sole con il quale tornare a parlare di caldo sempre più caldo sempre più caldo etc etc. Tra un paio di giorni parleremo di innevamento sull’Eurasia, altro che caldo.
gg
Questo brano descrive perfettamente la situazione. Quante
volte mi sono scontrato con persone che ai miei argomenti, invece
di accettarli o contestarli con altri argomenti, sono ricorsi al
ruolo istituzionale della scienza, confondendo l’autorità
scientifica con la verità scientifica. Il mondo è pieno di questo
genere di persone. Purtroppo. Del resto non si può essere esperti
di tutto. E quando non è il loro campo, la gente si appella alle
istituzioni. Questo è il fondamento della pubblicità, per esempio,
dove, sotto sotto, invece della cosa in sé, conta “chi” l’ha detto,
se è simpatico, amato dalla gente, famoso… Personalmente, da
scettico blu quale sono, cerco di giudicare sbagliando da me, senza
prestar (troppa) fede alla pubblicità. Anche nella scienza, per
troppa gente, non conta se qualcosa sia logico o vero, ma conta
solo “chi” l’ha detto, e se una persona non (abbastanza)
qualificata dice una cosa vera, c’è gente che non si preoccupa
nemmeno di verificare se la cosa sia o non sia vera. Si affida al
ruolo istituzionale, con una fede degna di altri dogmi. Secondo
me.