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Problemi spinosi spiegati male

Qualche giorno fa, riprendendo una pubblicazione dell’Earth Policy Institute, l’Ansa ha lanciato l’agenzia che segue:

 

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A fossili fondi 3 volte superiori a rinnovabili

Epi, nel 2011 ben 620 miliardi di dollari contro appena 88

ROMA – Troppi fondi alle energie fossili: secondo l’Earth Policy Institute (EPI), che si basa sui dati della International Energy Agency (IEA) nel 2011 alle fonti convenzionali sono andati ben 620 miliardi di dollari, mentre alle rinnovabili appena 88. L’Epi nel sottolineare come i combustibili fossili godano di aiuti pubblici tre volte superiori alle energie alternative, punta il dito contro le politiche dei governi che a parole combattono il cambiamento climatico e nei fatti erogano sussidi alle fonti maggiormente responsabili.

Secondo le indagini gli Stati, con in testa Iran, Arabia Saudita, Russia, India e Cina, avrebbero aumentato nel 2011 del 20% i sussidi pubblici ai combustibili fossili a 623 miliardi di dollari, di cui 100 alla produzione e 523 al consumo. I sussidi alle fossili hanno assunto varie forme riconducibili a due tipologie: gli incentivi alla produzione (franchigie e altri sgravi fiscali a chi estrae petrolio, gas e carbone ad esempio) e incentivi al consumo (sconti sulle bollette o sul pieno alla stazione di rifornimento). Resta il petrolio la fonte piu’ ”sostenuta” con 285 miliardi di dollari. Segue il gas con 104 miliardi, mentre si conferma la ”cenerentola” il carbone con 3 miliardi di dollari. In testa ai paesi mecenati delle fonti sporche sono gli stessi produttori, Emirati arabi, Kuwait, Katar e Arabia Saudita in testa.

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Una tragedia. Un raggiro e una tragedia. Ma come, in ogni angolo del Pianeta rieccheggiano le grida di dolore delle vittime dei cambiamenti climatici e le fonti energetiche sporche (sic!) ricevono sostegni economici di gran lunga più generosi delle fonti rinnovabili?

Beh, non proprio, lo capiamo da questo post pubblicato sul blog di Assoelettrica. Prima di tutto il grafico che rappresenta come sono distribuiti questi incentivi tra le varie nazioni.

 

Global-Fossil-Fuel-Subsidies

 

 

Molti paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, alcuni grandi produttori di petrolio e nessun paese del blocco occidentale. Perché? Perché gli incentivi sono sostanzialmente diversi da come li intendiamo – e concediamo profumatamente – per le fonti rinnovabili. Sono incentivi al consumo, concessi nei paesi poveri come volano per l’economia e in quelli produttori come protezione della stessa. Nel primo caso vale la pena ricordare che le fonti fossili, brutte, sporche e cattive, concedono comunque quanto è logico chiedere ad una fonte energetica, cioè efficienza e abbondante disponibilità di energia a basso costo, quello che serve per progredire sulla strada dello sviluppo economico. Pale e pannelli sono bellissimi e pulitissimi, ma non fanno camminare i treni, diversamente dalla demagogia con cui vengono fatti certi paragoni. Nel secondo caso, potrà anche non piacere, ma penso sia difficile chiedere ad un paese che fonda tutta la sua economia e ricchezza sulle fonti fossili di cui è proprietario di impoverirsi per inseguire la chimera delle fonti rinnovabili.

 

Il paragone, leggiamo sul post di Assoelettrica, andrebbe fatto con i soli incentivi alla produzione, magari definendoli con un po’ più di rigore scientifico rispetto alla stima approssimativa contenuta nel documento dell’EPI. Trattasi comunque di 100 miliardi di dollari, ovvero una cifra paragonabile a quella erogata per le rinnovabili. Questo però vale oggi, perché come noto gli incentivi alle fonti rinnovabili è già stabilito che cresceranno a dismisura nei prossimi anni. 220 miliardi di Euro solo in Italia, molto, molti di più nel resto del mondo.

 

Comunque, in un panorama quanto mai confuso come quello delle risorse destinate all’incentivazione delle varie forme di produzione dell’energia, più che al valore assoluto della ripartizione di queste risorse, è forse utile dare un’occhiata a quanto viene concesso per unità di energia prodotta. E così scopriamo che se per le fonti fossili si considera quanto viene destinato in base al Cip6 (la componente A3 della bolletta) che ammonta a circa 30E/MWh, per il fotovoltaico dai 400E/MWh del primo conto energia si è passati oggi a 60-120E/MWh, con valori diversi in funzione della potenza dell’impianto e della tipologia di installazione.

Non va molto meglio per le altre rinnovabili, dove fino alla fine del 2012 per i piccoli impianti, cioè < 1 MW o < 200kW se eolico, la tariffa era onnicomprensiva (da 180 a 340E/MWh) a seconda della fonte utilizzata; una tariffa cui andava sottratto il valore di mercato dell’energia, cioè 70-80E/MWh (da qui). Per i grandi impianti venivano invece concessi certificati verdi (80-90E/MWh) per idroelettrico ed eolico, con valori un po’ più alti ancora per particolari biomasse.

 

La situazione si è complicata ulteriormente dall’inizio di quest’anno, come definito dal Decreto Ministeriale del Ministero per lo Sviluppo Economico emesso in attuazione del Dlgs 28/2012. Se volete farvi venire mal di testa, andate a consultare la tabella allegata all’art. 32, quello relativo alle disposizioni finali.

 

Che abbiamo capito? Che l’indignazione di quanti si limitano ai numeri in valore assoluto oltre a non considerare la tipicità e la finalità degli incentivi concessi non si cura neanche del rapporto costo/beneficio delle risorse impiegate. Questo potrà anche essere un pessimo ma inevitabile atteggiamento di chi fa attivismo, ma che se la bevano i media mi pare un po’ troppo. A meno che non vogliano fare attivismo.

[line style=”normal”][/line]NB: Grazie a Giulio Bettanini per il contributo.

 

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Luciano Benvenuti

    Forse potrbbe interessare che l’ E-Cat è arrivato …
    COMUNICATO STAMPA di lunedì 25 marzo 2013 BOLOGNA. Ultimati l’altro
    ieri i test di validazione dell’Hot Cat ad opera di terze parti
    indipendenti. Coinvolti oltre una decina di esperti di varie
    Università e nazionalità. I risultati ufficiali saranno pubblicati
    e resi noti nei prossimi mesi. Siamo felici di comunicare che, come
    annunciato in anteprima dall’Ing. Andrea Rossi, nella settimana
    appena terminata si sono conclusi i test sull’Hot Cat effettuati da
    terze parti indipendenti, il cui preciso obiettivo era di
    accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, di essere in
    presenza di una fonte di energia non tradizionale ed il COP
    effettivo dell’apparato, cioè sostanzialmente il rapporto fra
    l’energia in uscita e quella fornita in ingresso. Ricordiamo che
    l’Hot Cat è un rivoluzionario reattore, basato su reazioni Lenr,
    capace di fornire ad alte temperature (intorno ai 600 °C) grandi
    quantità di energia termica a fronte di modeste quantità di energia
    fornite in ingresso, con notevole risparmio per l’utilizzatore.
    Ufficio Stampa Prometeon srl Info o interviste (rilasciate solo
    scritte e su accordo) e-mail: ufficiostampa@prometeon.it Seguono
    Prometeon srl – Licenziatario unico per Italia e S.Marino
    dell’E-CAT … http://www.prometeon.it/ Prometeon srl – Società: chi siamo
    e rete di vendita http://www.prometeon.it/societa.php Prometeon srl –
    Contatti: come puoi acquistare un E-Cat
    http://www.prometeon.it/contatti.php

    • donato

      Sono ancora convinto della validità dei principi della
      termodinamica per cui quando sento dire che immettendo “x” energia
      in un sistema riesco a produrne “1,00000000000001x” mi scappa da
      ridere 🙂 . Ciao, Donato.

  2. gbettanini

    Notizia di oggi che sarà probabilmente su alcuni giornali domani: “Report del FMI (fondo monetario Internazionale): nel solo 2011 1.900 miliardi di dollari di sussidi all’energia”.
    Poi vai a leggere il report e per ‘sussidi’ si intendono anche le esternalità vere e presunte (externalities associated with CO2 emissions, local pollution, and (in the case of gasoline and motor diesel) other externalities such as traffic congestion and accidents). Neanche a dire che qeanche a dire che queste esternalità ‘valgono’ più di mille miliardi di dollari.

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