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Antò, fa caldo…

Era la frase chiave di un riuscitissimo spot pubblicitario. Troppo caldo per fare certe cose evidentemente. Ma si potrebbe anche prendere ad esempio il testo dell’altrettanto ben riuscita canzone di Pino Daniele “Voglio di più“, che recita: “…mentre a sud il caldo ti ammazza e ti viene voglia di cambiare”.

 

Pare che li dovremo rispolverare entrambi, almeno così dice il Corriere, perché lo dice Nature Climate Change, perché lo dice la NOAA.

 

Reductions in labour capacity from heat stress under climate warming – Dunne et al., 2013

 

Allora, tutti sanno cos’è la temperatura percepita. Cioè, in realtà non lo sa nessuno, perché essendo appunto percepita è una grandezza soggettiva. Ultimamente è di gran moda, non perché abbia un senso parlarne, quanto piuttosto perché essendo in presenza di determinate combinazioni di temperatura e umidità risulta più alta della temperatura osservata, e quindi parlarne fa più notizia. Domani farà 40 gradi, ma ne percepiremo 42, no, 45 no, 48… e giù tutti a gareggiare a chi la spara più grossa, usando questa o quella tabella di riferimento, usando questo o quell’output modellistico.

 

Poteva restar fuori dall’agone del dibattito climatico un argomento tanto succulento? Certamente no, infatti eccoti arrivare “lo studio” appunto su Nature Climate Change che schiaffa l’aumento delle temperature e dell’umidità previsti dai modelli climatici sotto vari spaventevoli scenari nella fantomatica tabella et voilà, la riduzione del 90% della capacità lavorativa che attualmente si “registra” nei periodi di picco del caldo estivo, diventerà dell’80% nel 2050 e, udite udite, addirittura del 40% nel 2200! Il Ministro Fornero è avvisato. Se come pare pianificava di farci lavorare fino a cent’anni (più o meno quelli che avrò nel 2050), ahimè non potrò adempiere ai miei uffici non già perché vecchio decrepito ma perché accaldato.

 

Trattasi di studio a pagamento, su quale temo che non investirò, per cui lascio certamente il beneficio del dubbio, pur avendo maturato già qualche perplessità leggendo l’abstract. Pare infatti che anche in presenza di una drastica riduzione delle emissioni, comunque cresceranno le palme più o meno in tutte le città e la suddetta riduzione della voglia de lavorà interverrà comunque. Con una serie di caveat, che leggiamo sempre nell’abstract:

 

[…] Le incertezze e i caveat associati a queste proiezioni includono la sensibilità climatica, i pattern del riscaldamento climatico, le emissioni di CO2, la distribuzione della popolazione e i cambiamenti sociali e tecnologici.

 

In pratica di certo non c’è un accidente. O forse sì, potrebbe scattare il Quinto Potere Climatico.

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Published inAttualitàClimatologia

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