Beh, se la crisi dovesse proseguire e i risparmiatori dovessero continuare a dedicare la loro attenzione all’oro, il più classico dei beni rifugio, ci sarebbe comunque un buon suggerimento da dar loro: comprate buste di vento e barattoli di Sole, perché è garantito che renderanno ancora di più quando ci sarà da alimentare i favolosi parchi eolici e gli scintillanti tappeti di pannelli fotovoltaici di cui sarà coperto il territorio.
Il rendimento è assicurato. Secondo Assoelettrica, l’associazione che riunisce circa la maggioranza delle aziende che operano nel settore dell’energia nel nostro Paese coprendo più o meno il 90% del mercato, di qui ai prossimi 20 anni, l’ammontare degli incentivi per le fonti rinnovabili sarà di 220 miliardi di Euro.
Il picco, pari a 12,5 miliardi di Euro, arriverà nel 2016, poi un lungo plateau di circa 11,5 miliardi di Euro fino al 2026 e poi, finalmente, inizierà la discesa. La buona notizia, se volete, è che entro il 2020 dovrebbe scomparire il contributo del Cip6, ossia il prelievo in bolletta della quota necessaria a sostenere le fonti rinnovabili.
Una curiosità. Più o meno tutti i produttori di energia stanno cercando di darsi una mano di verde, chi diversificando l’attività allargando il business alla rinnovabili, chi lavorando direttamente su quelle. Suppongo che questa montagna di soldi renda piuttosto felici i soci di Assoelettrica, ma forse è meglio non darlo troppo a vedere. E così, con un po’ di pudore, nel titolo dell’articolo i miliardi sono 200, nel corpo (e nei fatti), sono 220. Il 10% in più non mi pare una quantità arrotondabile per questioni di editing 🙂 .
[…] lettori più attenti ricorderanno che qualche settimana fa abbiamo pubblicato un breve post che riprendeva quanto diffuso da Assoelettrica, l’associazione che riunisce la […]
I 220 miliardi citati a che potenza installata corrispondono ? e a quale potenza erogata ? E quanto costerà il KWh erogato ? A occhio e croce mi sembrano quattrini buttati via.
Entro il 2020 scomparirà il contributo del Cip6 alle fonti rinnovabili che è UNO dei prelievi in bolletta che vanno a sostenere le fonti rinnovabili, tutti gli altri rimangono fino al 2032 (come illustra il grafico). Tutti questi prelievi sono incastonati nella componente A3 che paghiamo in bolletta.
Il Cip/6 appartene ad un periodo piuttosto in là con gli anni in cui venivano incentivate fonti rinnovabili pure (quelle citate nell’articolo) e fonti assimilate. Queste forme di incentivazione sono destinate a scomparire a breve.
Grazie per la precisazione. Cosa ne pensi dello studio di Assoelettrica?
gg
Lo studio è realistico. Al massimo si può aggiungere che i valori riportati sono in moneta corrente e che se si considerano gli effetti dell’inflazione invece di 220 miliardi a conti fatti saranno su per giù 170 miliardi (in euro 2012). Magra consolazione.
Grazie, anche questa mi sembra una precisazione non da poco. Anche le proiezioni di discesa del PIL per effetto di futuribili disastri climatici sono sempre in moneta corrente e quindi più “spaventose”. Non credo che nella fattispecie l’intenzione fosse la stessa 🙂
gg
E dopo il 2020 da dove verranno i fondi?
Le quote sono rappresentate nel grafico, i meccanismi sono nell’articolo di Assolettrica linkato.
gg