Chi diffonde notizie lo sa, non sempre è facile trovare qualcosa da raccontare. E ancora più spesso, trovata la notizia, risulta difficile fornire delle spiegazioni plausibili.
Ma, per fortuna, ci sono sempre le spiegazioni di scorta, quelle che ti aiutano a riempire la colonna e hanno già dato prova di avere un discreto appeal sui lettori, almeno così deve pensare chi le diffonde.
Gennaio 2007, mamma orsa, evidentemente accaldata causa inesorabile avanzata dell’arrosto climatico, si sveglia dal letargo insieme ai suoi due piccoli e vaga sudando sette pellicce per le montagne che altrimenti in condizioni normali avrebbero dovuto cullare i suoi sogni.
Capodanno 2013, pare che stavolta si tratti di papà orso, perché di cuccioli non c’è traccia, ma si conferma la passeggiata. A svegliare l’animale però stavolta non sarebbe stato il caldo, quanto piuttosto i botti di capodanno, accesi copioso nonostante la temuta sordina indotta dalla crisi e le varie ordinanze che raccomandavano ove non addirittura vietavano festeggiamenti pirotecnici troppo rumorosi o luminosi.
L’ipotesi, pur largamente probabile, che si trattasse allora come oggi di una occasionale passeggiata per motivi fisiologici di cui sono state prese anche prove fotografiche che vi risparmio, non è stata presa in considerazione. Sarebbe stato un evento troppo normale.
A questo punto non è chiaro se il risveglio avviene con periodo quinquennale e quindi dovremo aspettare il 2017 per un altro simile evento cui dare altra e ancora più suggestiva spiegazione attualmente difficile da immaginare, oppure già l’anno prossimo potremo assistere a qualcosa di analogo. Dovesse far caldo poi sarebbe una manna, la notizia sarebbe già pronta.
Qui, a firma di Fabio Spina, una succulenta cronaca dell’accaduto e qualche ironica riflessione che chiarisce ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, l’inconsistenza di questo genere di notizie che, come si dice in gergo, camminano da sole e…lasciano tracce sulla neve.
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