I numeri, si dice, sono numeri. Il loro significato non può essere alterato, a meno di non cambiarli. L’anno scorso, il 2011, le dinamiche climatiche del Pianeta sono state condizionate interamente da valori del Southern Oscillation Index negativi, cioè, letteralmente da dicembre a gennaio, hanno prevalso condizioni di La Niña, la fase fredda delle temperature superficiali nella porzione equatoriale dell’Oceano Pacifico.
E ce ne siamo accorti, perché la circolazione generale atmosferica ha presentato in effetti delle dinamiche solitamente associate con la persistenza di valori negativi dell’indice MEI (Multivariate ENSO Index), che poi in genere finiscono per determinare annate piuttosto fredde in termini di anomalie delle temperature medie superficiali globali.
Non se ne sono accorti i termometri però, nel senso che il 2011 pare si sia classificato come il più caldo tra gli anni in cui hanno prevalso condizioni di La Niña da quando sono disponibili osservazioni consolidate e affidabili, cioè dal 1950. Il più caldo degli anni freddi.
Ora sta per terminare il 2012 e la NOAA mette in opera una forma di comunicazione alquanto sibillina.
In sostanza, dal momento che l’indice MEI è rimasto in territorio negativo anche per i primi tre mesi dell’anno, secondo la NOAA anche al 2012 spetta l’etichetta di anno della Niña, nonostante l’indice sia poi passato in territorio positivo finendo per sconfinare su deboli condizioni di El Niño a partire dai mesi estivi e tornando poi in fase neutra ma comunque positiva. Come abbiamo avuto modo di leggere nel corso dell’anno, è stato fatto riferimento spesso anche dalla stessa NOAA a “condizioni di neutralità o di debole El Niño” negli ultimi mesi. Però, in questo documento leggiamo che perché un anno sia catalogato tra quelli che potenzialmente devono subire gli effetti raffreddanti della fase fredda delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico bastano i primi tre mesi dell’anno stesso. Quindi 2011 e 2012 sarebbero la stessa cosa, sebbene il primo abbia avuto 12/12 di indice MEI negativo e il secondo soli 3/12.
Ovviamente, essendo stato il 2011 un anno con caratteristiche raffreddanti reali ed essendo il 2012 un anno con deboli caratteristiche riscaldanti, il 2012 risulterà presumibilmente un po’ più caldo del 2011, anche se nella classifica generale non sarà poi così significativo in termini di segno dell’anomalia.
Questo ovviamente non farebbe notizia, né sosterrebbe la tesi del caldo sempre più caldo, per cui, per dare un po’ di ossigeno ad un riscaldamento globale ultimamente alquanto sfiatato, basta dire che, probabilmente, quest’anno sarà più caldo del più caldo degli anni freddi.
Tutto chiaro no?
Buona sera, vi leggo sempre con piacere e volevo sottoporvi questo articolo riguardo la situazione climatica dell’Alaska a conferma di quanto sia controversa la questione. http://theterramarproject.org/thedailycatch/is-alaska-heading-towards-ice-age/
Direi che basta attendere qualche anno, affinchè più eventi di Nina producano gli effetti attesi. Così anche la comunicazione NOAA ne beneficerà, dovendo registrare semplicemente una graduale ma progressiva e finalmente chiara riduzione delle temperature medie globali.