Commento
Nel periodo di riferimento (12-18 dicembre 2012), l’elemento saliente in termini di circolazione atmosferica sull’area europea è stato senz’altro la ripresa del flusso zonale. L’indice AO, comunque rimasto in territorio negativo, ha però subito un rapido aumento. Al contempo, la persistenza in territorio negativo anche della NAO, ha continuato a mantenere la stormtrack (la rotta mediamente seguita dalle perturbazioni nel flusso delle westerlies) piuttosto bassa di latitudine. In particolare, all’inizio del periodo si è verificato il secondo e più significativo evento di precipitazioni nevose anche a quote di pianura sulle nostre regioni settentrionali, evento reso possibile in parte dalla natura comunque nord-occidentale del flusso, in parte dalla persistenza di aria fredda stagnante in Pianura Padana. Non solo, al passaggio del transiente cui si deve il peggioramento del giorno 14, il flusso di aria relativamente calda pre-frontale ha ulteriormente rafforzato lo strato di inversione presente in Pianura Padana, favorendo anche degli eventi di pioggia congelantesi comparsi sul settore orientale della valle e, più localmente, su quello occidentale. Infine, altro elemento di particolare interesse in termini meteorologici, è stata la precipitazione nevosa piuttosto abbondante occorsa sulla città di Genova, causata a sua volta dal repentino raffreddamento della sola porzione centrale della riviera – altrimenti interessata da piogge – sulla quale sono scese delle correnti molto fredde per venti di caduta dai valichi del savonese, masse d’aria appunto sfuggite dal cold lake della Pianura Padana. I giorni a seguire, con il flusso che ha assunto caratteristiche zonali via via sempre più accentuate pur mantenendo una direttrice mediamente nord-occidentale e una debole curvatura ciclonica, hanno visto prevalere delle conseguenti correnti di maestrale nei bassi strati, mantenendo attiva una fenomenologia a prevalente contributo orografico sul meridione tirrenico.
La mappa dei flussi medi alla quota barica di 850hPa mostra correnti occidentali leggermente diffluenti sul Mediterraneo centro-occidentale, rappresentando solo parzialmente la dinamicità della situazione precedentemente descritta.
Effetti al suolo
Il campo termico mediato nel periodo (le anomalie sono riferite al periodo 12-16 dicembre) mette in evidenza delle anomalie negative abbastanza generalizzate su gran parte del territorio per le temperature minime, con scostamenti più accentuati sulle regioni settentrionali e sul meridione tirrenico; per le temperature massime, invece, l’anomalia negativa, pur accentuata, ha riguardato quasi esclusivamente le regioni settentrionali, con scostamento più accentuato sul settore orientale della Pianura Padana.
Le precipitazioni, ancora generalmente estese a tutto l’areale italiano, sono risultate più abbondanti sulle regioni di nord-est.
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Le mappe della pluviometria e delle anomalie termiche sono estratte dal Bollettino Fenologico settimanale emesso dal CRA-CMA cui si rimanda per approfondimenti.
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