La terra vista dallo spazio (The big picture) è un film documentario di National Geographic che mi è piaciuto davvero molto per le immagini satellitari e per le ricostruzioni grafiche delle perturbazioni, del campo geomagnetico, della ionosfera, del nastro trasportatore oceanico, dell’evoluzione stagionale del ghiaccio antartico ecc.
Qui il trailer e la sinossi che cito:
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“Quale collegamento esiste tra un grande incendio in Australia e una violenta grandinata in China? E quali relazioni esistono tra fenomeni meteorologici estremi come uragani, monsoni, vulcani sottomarini e tempeste di sabbia? Possono devastanti tempeste contribuire al mantenimento dell’equilibrio climatico della Terra? Questi interrogativi hanno assillato gli scienziati per anni. Oggi con centinaia di satelliti che osservano la Terra ininterrottamente, finalmente la comunità scientifica può osservare il nostro pianeta in “azione” e capire i processi che sono alla base di questo immenso e dinamico organismo vivente. Inedite immagini satellitari ci aiuteranno a scoprire misteriosi e singolari modelli meteorologici, eventi rari, fenomeni la cui potenza era finora rimasta imponderata, fenomeni che contribuiscono a preservare l’equilibrio sul nostro pianeta e in definitiva supportano la vita sulla Terra. Questo è solo l’inizio di ciò che gli scienziati stanno scoprendo grazie ai satelliti. Oggi è possibile osservare ciò che fino a ieri era impossibile: esaminare il nostro pianeta e il suo continuo cambiamento dallo spazio.”
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Se vi capita di vederlo in streaming o in replica non perdetevelo perchè è stupendo. Qui si può acquistare il DVD. Qui invece la presentazione del film in DVD su astronomia.com dove dicono che dai dati dei satelliti si evince che i fenomeni climatici ancora non sono perfettamente noti anzi riservano molte sorprese.
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“Grazie alle immagini e ai dati che i satelliti inviano dallo spazio, la Terra ci appare come qualcosa di vivo e continuamente mutevole; un pianeta ove fenomeni lontani fra loro sono in realtà strettamente connessi. Oggi, satelliti sempre più specializzati consentono di prevedere uragani, di rilevare il livello d’inquinamento e lo scioglimento dei ghiacciai, di proteggere il grande polmone verde dell’Amazzonia, di monitorare la quantità di phytoplancton nei mari e di tenere sotto osservazione lo sviluppo di incendi. Come si è già detto, i dati raccolti dai numerosi satelliti artificiali in orbita permettono di ottenere un’immagine nuova della Terra; quella di un pianeta che vive. I satelliti catturano il susseguirsi delle stagioni che, come un respiro, intenso e colorato attraversano la Terra ridonandole vitalità. Il nostro pianeta viene visto per la prima volta come una vera e propria entità, un essere vivente pulsante di vita […] A completare il DVD, si trova allegato nella custodia un libricino che offre ulteriori approfondimenti sulla storia del telerilevamento, sugli utilizzi meteorologici ed oceanografici dei satelliti e sulle applicazioni topografiche e civili dei satelliti.”
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Trovo eccezionali nel film le ricostruzioni della formazione e del movimento delle nubi, la rappresentazione del circuito elettrico atmosferico compreso quello della ionosfera e il flusso del nastro trasportatore oceanico a partire dalle acque fredde salate e dense dell’antartide nel momento in cui si inabissano.
La sensazione che ho avuto nel vedere il film è che bastano variazioni anche minime in questi meccanismi per avere grandissime conseguenze sul clima terrestre, e mi riferisco alle variazioni dell’orbita e dell’inclinazione terrestre, del centro di massa solare e del flusso magnetico solare, purtroppo invece il film finisce con l’accusa all’uomo di rompere gli equilibri dell’atmosfera terrestre.
Il solito e maledetto AGW. Ma non finià mai?
“la Terra ci appare come qualcosa di vivo e continuamente mutevole”
ecco una conferma a quanto osservato qui su CM, sulla mutevolezza continua del nostro pianeta.
Nell’articolo di oggi si era anche detto che l’Universo è vita, e che siamo circondati di vita.
Ma qui traspare (anzi, più che “trasparire” è proprio il messaggio che si vuole dare) che il pianeta stesso non sarebbe solo “sede” di vita, ma sarebbe esso stesso un essere vivente (secondo la teoria di Gaia di James Lovelock), consapevole di sé e pronto ad agire di conseguenza contro eventuali “pericoli”.
Ecco, questo passetto, che può sembrare piccolo, ma piccolo non è, NON è lecito. Nel senso che se uno ci vuole credere per sua fede, per carità, la Fede è un dono, e rispetto la religiosità di chiunque, qualunque sia. Ma una particolare Fede non può essere imposta agli altri, o spacciata per “scienza”.
Certo, nell’atmosfera c’è vita, c’è tanta vita, ma questo non ci autorizza a dire che l’atmosfera sia essa stessa un essere vivente consapevole di sé; lo stesso vale per i mari, per i fiumi, e per ogni cosa della Natura.
Avevamo già una religione, quella pagana, che identificava ogni aspetto della natura come delle divinità.
Vedo che essa ha covato sotto le ceneri e torna prepotentemente a far sentire la sua voce.
Ma a quanti portano avanti l’idea che il luogo che accoglie la vita sia esso stesso vivo (vogliamo chiamarlo “un dio” come facevano i Pagani ?), io oppongo la semplice constatazione, altrettanto evidente e incontestabile, che questa divinità planetaria, casomai esistesse, dimostra di prediligere i Paesi sviluppati, visto che fa molte più vittime nei Paesi sottosviluppati, e NON dimostra alcuna particolare simpatia per gli animali, visto che la sua “ira”, la sua “vendetta” si scaglia ferocemente contro chiunque sia sulla sua strada, gli animali in primis.
Non a caso i quattro orsi polari annegati, che fecero tanto scalpore, furono vittime della furia di Gaia, che non ha pietà, evidentemente, delle specie in (presunta) estinzione 🙂
Se confrontiamo le vittime degli tsunami, o di altri eventi catastrofici, nei quali potremmo scorgere la mano di un’eventuale “ira del pianeta” (paganamente parlando), vediamo che in Indonesia lo tsunami ha fatto circa dieci volte più vittime che nel più progredito Giappone, e che proprio in questi giorni il pianeta si sarebbe scagliato contro vittime asiatiche, travolgendole con la furia dei monsoni
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/india-alluvioni-morti-e-sfollati.aspx
120 vittime in India
http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/index.html?pg=1&idart=6917&idcat=4
69 vittime nel vicino Pakistan
http://notizie.tiscali.it/feeds/12/12/05/t_01_2012-12-05_105852722.html?ultimora
230 morti nelle Filippine
…devo continuare a mostrare come l’eventuale dio planetario pagano Gaia preferisca semmai i Paesi civili, piuttosto che quelli meno organizzati, dove infierisce senza pietà ?
penso che il mio pensiero sia chiaro.
Grazie, Claudio: davvero suggestivo. Circa poi la responsabilità umana, la stessa è ormai un pregiudizio culturale radicato in grandi e piccini, e come tutti i pregiudizi è difficilissimo da combattere (l’unico modo per non sentirselo rinfacciare è quello di vedere i documentari senz’audio).
Luigi