di Claudio Costa
Il titolo dell’articolo è una citazione di Crozza che prende in giro Conte, e mi è sembrata appropriata perché sui media, per introdurre l’ennesima conferenza circo climatica di DOHA 2012, sta serpeggiando la paura climatica che ha dei veri e proprio mandanti.
Il primo è Yvo De Boer, l’ex segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici UNFCCC che appunto organizza le conferenza sul clima COP che ha detto
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“ il prossimo rapporto dell’Onu sul clima «Spaventerà a morte tutti», ma i dati drammatici che rivelerà dovrebbero anche dare la spinta necessaria perché finalmente i Paesi del mondo firmino un accordo per affrontare davvero il global warming. «La supertempesta Sandy può stimolare maggiormente gli americani, ed anche gente altrove, a prendere in considerazione i rischi del cambiamento climatico», ….«E’ un po’ come essere scioccati e smettere di fumare quando ti è stato detto che hai un cancro terminale».”
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Da questo emerge, per me, il chiaro obiettivo dell’IPCC (ONU) che è indurre paura sul clima. Serve terrore per obbligare gli stati membri verso le politiche energetiche e alimentari che all’ONU hanno stabilito essere le migliori per il futuro, e quindi tutto ciò che è sempre avvenuto anche prima, come l’uragano del 1938 a New York da ora in poi sarà colpa solo dell’uomo e in particolare dei petrolieri e degli allevatori. Come l’uragano Sandy o le alluvioni in Liguria e in Toscana come se prima non fossero mai avvenute.
Una controprova di questa mia ipotesi è la direttiva UE 20 20 20 che prevede la riduzione delle emissioni con le energie rinnovabili ma non con il nucleare, quindi una priorità energetica, non climatica.
Peccato che questi allarmi siano tutte balle perché dal rapporto SREX sugli eventi estremi dell’IPCC nel capitolo 3 a pg 109 si legge inequivocabilmente che finora non è emerso nessun aumento statistico nel numero e nell’intensità di cicloni tropicali, inondazioni e alluvioni.
Sono invece aumentati i danni e le morti dovuti agli eventi estremi perché sono cresciute la popolazione e l’urbanizzazione nelle zone a rischio. Anche l’altro fronte del terrore climatico, cioè la siccità, non sarebbe aumentata negli ultimi 60 anni.
Quindi sempre l’ONU ha messo in piedi un’altra giostra di paura: l’Atlante mondiale delle malattie
sensibili al clima.
Che cito:
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“Il clima del mondo continua a cambiare e i rischi per la salute umana sono in aumento. L’Atlante della Salute e del Clima, pubblicato oggi congiuntamente dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), illustra alcune delle sfide più pressanti, attuali ed emergenti………Siccità, inondazioni e cicloni possono influire sulla salute di milioni di persone ogni anno. La variabilità del clima e le condizioni estreme come le inondazioni possono scatenare epidemie: la diarrea, la malaria, la dengue e la meningite, che causano la morte e sofferenza per molti milioni di persone.”
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Di fatto i morti legati al clima sono molto diminuiti perché il freddo uccide molto più del caldo, e gli eventi estremi come siccità, inondazioni e cicloni non sono affatto aumentati come già detto, ma ho appena sentito il Maracchi al TG2 dire che gli eventi estremi come onde di calore, siccità e alluvioni sono aumentati del 900% dagli anni ’60 ad oggi e in futuro sarà sempre peggio: strano che nessuno se ne sia accorto neanche all’IPCC. Il Maracchi mi fa più paura di Dario Argento. Secondo me si riferisce alla pubblicazione di J. Hansen che però riguarda i picchi di alte temperature e non le alluvioni molto contestata da Christy.
Nel calcolo dei morti dovuti al clima stranamente non si parla dei grandi vantaggi degli inverni più miti, ma solo dei morti per colpo di calore o per gli eventi estremi. Il freddo invece uccide molto di più del caldo, ma non con l’assideramento come sostiene il Prof Bardi, bensì con l’infarto, le malattie respiratorie le sindromi influenzali e indirettamente per gli incidenti stradali dovuti al gelo e alla neve (info qui). Quindi una moltitudine di persone sono rischio per il freddo, l’assideramento invece riguarda una categoria limitata di persone cioè i senzatetto, i poveri senza riscaldamento, gli etilisti e i tossicodipendenti sorpresi dal gelo nel sonno. I morti per il freddo non giovano alla causa dell’AGW e quindi nessnuno li conta.
Ma ecco cosa diceva sulla salute il rapporto IPCC 2007 nella sintesi per i decisori politici
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Secondo le proiezioni, l’esposizione futura ai cambiamenti climatici probabilmente influenzerà lo stato di salute di milioni di persone, particolarmente quelle con bassa capacità di adattamento, attraverso:
- un aumento della malnutrizione e conseguenti disordini, con implicazioni per la crescita e lo sviluppo dei bambini;
- aumenti della mortalità, di malattie e ferite, dovuti a ondate di calore, inondazioni, tempeste, incendi e siccità;
- un aumento delle malattie diarroiche;
- un aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie, a causa di maggiori concentrazioni a livello del suolo di ozono legato ai cambiamenti climatici; e,
- cambiamenti della distribuzione spaziale dei vettori di alcune malattie infettive.
Ci si aspetta che i cambiamenti climatici avranno effetti misti, come la diminuzione o l’aumento del raggio e del potenziale di trasmissione della malaria in Africa.
Studi nelle aree temperate hanno mostrato che, secondo le proiezioni, i cambiamenti climatici potrebbero portare alcuni benefici, come un minore numero di decessi dovuti all’esposizione al freddo. Complessivamente ci si aspetta che questi benefici siano minori degli effetti negativi sulla salute causati dall’aumento delle temperature in tutto il mondo, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
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Questo catastrofismo atroce però non corrisponde alla realtà degli ultimi 30 anni:
- la fame nel mondo è nettamente in calo come percentuale dei malnutriti sulla popolazione mondiale
- è vero che la siccità fa aumentare le forme diarroiche anche gravi perché le popolazioni utilizzano le acque superficiali contaminate da batteri come colera e salmonella o da protozoi e parassiti perché i pozzi e la falde sono prosciugate, ma la siccità non è aumentata
- la malaria è tornata a Nairobi dopo 40 anni solo perché non hanno più fatto la disinfestazione non perché fa più caldo. Come è già stato analizzato qui
- su CM in “Clima e insetti” e in “Al Gore e la febbre emorragica” le zone adatte allo sviluppo degli insetti pungitori tropicali sono molto più estese di quelle dove vivono e comprendono da sempre anche gran parte dell’Europa e degli USA. Ad esempio per i pungitori portatori di malaria le aree di potenziale diffusione riguardano più della metà del pianeta.
Tornando all’atlante sulle malattie legate ai cambiamenti climatici il Corriere della Sera non può farsi mancare l’occasione per seminare catastrofismo terrorizzante specie nel futuro quindi afferma:
“Il dengue, esacerbato dalle piogge torrenziali, secondo i ricercatori potrebbe minacciare due miliardi di persone in più al mondo entro il 2080, rispetto ad oggi. “
Peccato che le proiezioni climatiche sono state fatte senza conoscere le reali forzanti che hanno determinato le ampie variazioni climatiche del passato, quindi le proiezioni catastrofiste sul clima non hanno alcun valore (info qui) sono attendibili come l’efficacia terapeutica dei fiori di bach, per restare in tema medico.
Sempre il corriere chiude così:
“L’Organizzazione Meteorologica Mondiale è, insieme al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, la madre dell’IPCC, il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici, il cui ultimo rapporto scientifico riguarda proprio la gestione dei rischi legati agli eventi climatici estremi e ai disastri. Il cambiamento climatico – in cui le attività umane hanno un ruolo innegabile – influisce su fattori determinanti sulla salute umana, come acqua, aria e cibo, con conseguenze globalmente negative. I picchi di caldo estremo, per esempio, contribuiscono in modo diretto alla morte per problemi cardiovascolari e respiratori di persone anziane. Tali eventi, che normalmente occorrerebbero mediamente una volta nell’arco di un ventennio, potranno invece avvenire ogni 2-5 anni entro la metà del secolo, mentre il numero di anziani nelle città quadruplicherà. Globalmente, il numero di disastri naturali è triplicato dagli anni Sessanta, causando ogni anno 60mila morti, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Secondo le stime dell’OMS, il surriscaldamento globale dagli anni Settanta in poi ha causato oltre 140mila morti l’anno (dati fino al 2004). I suoi costi diretti sulla salute sono valutati tra i 2 e i 4 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.”
Per il corriere i disastri sono aumentati solo del 300% non del 900% come dice il Maracchi (che prudenza) e ovviamente non vi è nessuna stima delle vite salvate dagli inverni più miti che hanno anche costi inferiori per riscaldamento e danni.
Tutto questo catastrofismo preliminare alla conferenza di Doha ha in James Hansen il maggiore responsabile sia per la sua stima del ruolo dell’uomo sul riscaldamento globale cioè il 96% delle forzanti riscaldanti, sia per la sua analisi furbesca sulla statistica degli eventi estremi.
[…] finalmente intrapreso la via maestra della lotta al clima che cambia e cambia male. L’amico Claudio Costa ce ne aveva parlato già parecchio tempo […]
Concordo in tutto, salvo una cosa: lasciate perdere Tirelli come fonte, che l’ altro pomeriggio lo ho visto in televisione, in una televendita (!!!) di un accrocchio, Auricell, che dovrebbe proteggere dalle terribili e pericolosissime radiazioni dei cellulari. Il suo intervento era appunto per confermare, che si’, le radiazioni sono pericolose, bisogna proteggersi,… bla bla.
Quando ci sono di mezzo i soldi, il rispetto per la verita’ scientifica puo’ anche andare a farsi un giro…
Per quanto riguarda le affermazioni catastrofiste sui pericoli per la salute umana conseguenti al riscaldamento globale (sempre e comunque attrribuito alle attività dll’Uomo!) riporto quanto riferito da Umberto Tirelli, Direttore di Oncologia Medica, Istituto Nazionale Tumori di Aviano, in occasione del Convegno Clima Energia Società organizzato nel 2010 dall’Associazione Galileo 2001, e riportato negli atti curati da 21mo Secolo: “In conclusione, tutto quanto viene oggi comunque riferito in maniera spesso catastrofica e negativa dalle organizzazioni mondiali deputate al controllo della salute, rimangono comunque nientr’altro che previsioni e non certezze e su questa linea dobbiamo comportarci nell’ambito della salute. Senza escludere peraltro che del riscaldamento
del pianeta possa beneficiare una parte della popolazione”.
Uberto Crescenti
Caro Claudio,
penso che per evitare di lasciarci trasportare dall’emotività (cosa su cui “lucrano” tutta una serie di categorie che stanno dietro ai tanti “al lupo al lupo” in questione) la cosa migliore sia stare ai dati.
Da questo punto di vista ti segnalo che ho trovato di grande interesse i dati EM_DAT – The International Disaster database (http://www.emdat.be/), gestito dal Centre for Research on the Epidemiology of Disasters.
Lo conoscevi? Io no, perlomeno fino ad alcune settimane orsono, allorchè mi ci sono imbattuto leggendo un articolo in cui si parlava di eventi meteo estremi in area mediterranea e si citava questo database come fonte del numero di vittime.
In particolare guardando i diagrammi di sintesi globali delle serie temporali dei disastri naturali (http://www.emdat.be/natural-disasters-trends -> vedere l’ultimo diagramma a destra della fila più in alto) mi pare emerga con estrema chiarezza che dal 1900 ad oggi le persone interessate da disastri naturali sono sensibilmente aumentate (e come potrebbe essere diversamente, visto che la popolazione mondiale si è moltiplicata per 5) ma al contempo il numero di morti è diminuito in modo enorme (dai 400.000-500.000 morti l’anno del periodo 1900-1930 ai 50.000 morti l’anno dell’ultimo decennio), segno tangibile del fatto che il progresso tecnologico aiuta a salvare vite umane.
Io partirei da questi dati (che, nota bene, sarebbero assai più eclatanti se espressi in percentuale sulla popolazone mondiale) per una lettura realistica di attualità e prospettive anche in campo climatico: se è vero che il clima è impazzito da alcuni decenni, dov’è il surplus di morti?
E’ che oggi i media vivono di emotività e le statistiche se le filano solo per tirare acqua al proprio mulino.
Ti immagini un articolo di fondo sul Corriere (magari scritto dal catastrofista per eccellenza, il grande climatologo Sartori) che analizzasse questi dati o quelli sulla percentuale della popolazione mondiale che oggi è sopra la soglia di sicurezza alimentare (l’85% oggi contro il 65% del 1960) per richiamare i nostri concittadini a un minimo di fiducia nelle potenzialità del nostro sistema in termini di soluzione dei problemi globali? Io purtroppo non ho sufficiente immaginazione per immagianre uan cosa tanto impossibile…
Luigi
Luigi ti ringrazio tantissimo per aver dato concretezza scientifica a quello che avevo scritto.
Bisognerebbe chiedere conto al Maracchi sull’aumento di alluvioni del 900% e che tra l’altro aumenterà sempre più, immagino che se sarà peggio arriverà al 9000% tanto ormai il Maracchi con i numeri è come il divino Otelma
Me la sto facendo sotto dalla paura…Il potere di questi signori si regge sulla paura e l’ignoranza della popolazione. Ormai sono usciti allo scoperto hanno dichiarato il LORO VERO E UNICO SCOPO: ASSOGGETTARE al loro volere LA POPOLAZIONE CON LA PAURA DEL FUTURO. Metodo già usato nell’antichità con le divinità castigatrici, ora questo ruolo spetta all’IPCC. E ci sono i broccoli che pendono dalle labbra di questi Signori!
Anche secondo i “sapienti” della AEA, siamo messi molto male…”Il cambiamento climatico è una realtà di dimensioni mondiali, e la portata e la velocità del cambiamento stanno diventando sempre più evidenti. Ciò significa che ogni componente del sistema economico, incluse le famiglie, deve adattarsi e ridurre le emissioni.”
http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/evidenza-del-cambiamento-climatico-in
Di quanto è aumentata la velocità del cambiamento da 15 anni a questa parte ?
Vorrei proprio che l’AEA si documentasse prima di sparare cavolate.