Ahemm….non si tratta di temperature, fermate gli entusiasmi. Si tratta in realtà del contrario del modo di dire con cui ho intitolato questo breve post. Infatti sarebbe stato meglio scrivere “tutto ciò che scende prima o poi sale”, aggiungendo magari anche “specie se c’è il global warming”.
Allora, la notizia è veicolata da Science Daily ma si origina dalla NASA, più precisamente dal Jet Propulsion Laboratory, ovvero dove si seguono i programmi satellitari del sistema Topex Poseidon, quello che misura il livello dei mari a livello globale. Il tutto, in un paper uscito sul GRL:
The 2011 La Niña: So strong, the oceans fell – Boening et al., 2012
Bene, dopo la spettacolare caduta di 0,5mm in poco più di un anno tra la fine del 2010 e il 2011, il livello dei mari è tornato a salire. Oscillazioni interannuali molto interessanti e anche significative. La caduta del 2010-2011 sarebbe da attribuire alle condizioni di La Niña che hanno favorito eventi precipitativi molto intensi sparsi per il globo, depauperando i mari e riversando l’acqua sulla terraferma. Dopodiché quest’acqua è tornata al mare (altro modo di dire significativo).
Ora il livello dei mari è appena sotto il trend lineare degli ultimi anni, cioè 3,2mm/anno, probabilmente, anzi, certamente, anche aiutato dal fatto che dopo qualche mese di neutralità, siamo tornati a condizioni di El Niño, sebbene di debole intensità. Sarebbe interessante capire se per caso il fatto che condizioni come quelle attuali abbiano decisamente prevalso nelle ultime due decadi possa avere avuto un ruolo “anche” sul livello dei mari. Se così fosse, magari, il titolo potrebbe anche andare bene, perché ora pare che la musica sia cambiata e se prevarrà La Niña…
Ma no, che dico, queste sono cose che vanno bene da un anno all’altro, al massimo due. Quando gli anni diventano di più si spiega tutto col global warming no?
Che dire, sono notizie scioccanti. 🙂
Il problema, però, è che il JPL ha intenzione di lanciare in orbita un nuovo sistema di rilevamento satellitare in quanto quelli attualmente in funzione (l’esperimento GRACE, nella fattispecie) sarebbero affetti da errori sistematici tali da spiegare circa la metà del trend annuale di cui si sta parlando.
Questo sempre a proposito di incertezza connaturata alle varie teorie scientifiche (in questo caso alle misurazioni). 🙂
E, infine, una curiosità. Possono venti anni di rilievi individuare un trend significativo che possa essere estrapolato per i successivi venti anni (o i precedenti venti, che è lo stesso)?
Personalmente credo di no. A meno che non ci si illuda di poter prevedere il futuro.
Sarebbe molto meglio dire che da quanto si misura il livello del mare con il satellite (venti anni circa), esso è cresciuto di circa sei centimetri. Che sulla base dei rilievi mareografici classici l’aumento del livello del mare è stato inferiore (prima incertezza). Negli ultimi 5 anni, per cause che ci sfuggono, questo trend si è arrestato (seconda incertezza). Le ultime rilevazioni hanno messo in evidenza una ripresa dell’aumento del livello dei mari per cui è necessario monitorare questa grandezza per valutarne l’evoluzione e cercare di capirne le cause (terza incertezza). Le misure, inoltre, sono affette da errori di vario tipo per cui il trend non è certo (quarta incertezza).
Sarebbe così semplice, eppure non lo si fa e si preferisce la strada del sensazionalismo. Contenti loro….
Ciao, Donato.
Guido – come al solito e’ peggio di quello che tutto cio’ sembri.
Ma ti rendi conto..3,2mm…0,5mm. Vogliamo scriverlo diversamente: 3200 micron. 500 micron. A livello globale?
Mi chiedo quante onde siano piu’ basse di 500 micron (0.0000001%, a occhio e croce).
Purtroppo ci sono tanti PhD che pensano che la media fra misure di 2mm, 3mm e 5mm siano 3.333333333333333mm, invece che la risposta logica (3mm…visto che le misure sono precise, appunto, al millimetro).
Io darei la colpa all’uso eccessivo dei computer da parte di chi non ci capisce un tubo…voglio dire un microchip.