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Maltempo d’oro: Fatevi due conti

Riferimenti biblici, titoli a nove colonne, parossismo meteorologico. Con il rischio che non un bit di tutti quelli scambiati a miliardi ogni giorno nel grande circo della meteorologia ‘fatta da tutti per tutti‘ risulti utile per i fatti di questo autunno. O per quello passato e per quelli che lo hanno preceduto. E, perché no, mettiamoci anche il febbraio scorso con le sue nevicate eccezionali.

Ma, tutto sommato, ben venga il libero mercato del meteo, in un contesto economico e finanziario così asfittico come quello attuale, ogni ambito in grado di fare impresa in attivo é benvenuto.

A una condizione, anzi due.

  1. Che tutti sappiano, operatori e clienti, che senza uno sforzo significativo da parte di pantalone non ce n’è per nessuno. Reti di osservazione, gestione dei flussi dei dati e sistemi di post-elaborazione degli stessi hanno costi che non permettono utili a nessuno, garantendo al contempo un enorme ritorno in termini di servizi resi ai cittadini. Per fare utile si deve dipendere da questo sforzo. Un esempio, le masse d’aria che da noi fanno più danni arrivano da sud. Paradossalmente sono quelle che i sistemi più moderni riescono a seguire di meno, perché a sud c’é l’Africa, dove pantalone non c’é e mancano le osservazioni. Ergo, se togliamo pantalone anche da noi, addio sogni di click per tutti.
  2. La sicurezza é una cosa seria, non che la rete e il libero mercato del meteo non lo siano, ma hanno più volte dimostrato di avere piaccia o no altre priorità, e, come visto poche righe piu su, battere le ortiche con le mani altrui non si identifica con il concetto di sicurezza o con quello di un’informazione equilibrata.

Su Repubblica un inchiesta decisamente ben fatta sull’argomento. Da leggere

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Ne approfitto per fare una domanda tecnica. Io viaggio spesso in Francia. I cugini hanno un portale meteo nazionale istituzionale, che è quello di Meteo France. I servizi di base mi sembrano sostanzialmente gli stessi del portale meteo dell’Aeronautica Militare: mappa, previsioni, ricerca previsioni per paese, mappa con gli allerta meteo. Probabilmente il servizio centralizzato con tutte le rilevazioni idrometriche dei fiumi del paese non ha un corrispettivo in Italia, ma mi sembra una cosa di poco interesse per l’utente normale. La differenza, a quello che vedo, è che MeteoFrance ha un app Android ufficiale (e gratuita). Non sono riuscito a trovare niente del genere in Italia: esiste un’app di un signore inglese che però è praticamente non usata da nessuno e costa un’enormità (per essere un’app). Non ho saputo cercare o è così? Se è così, per quale motivo? Da competente in materia, vi posso garantire che non sarebbe una cosa dai costi proibitivi. Ovviamente, il risultato è che ci sono app di siti non ufficiali, il che per quanto riguarda le allerte meteo non è una differenza trascurabile.

  2. Luigi Mariani

    Caro Guido,

    Sono anzitutto d’accordo con te che la meteorologia costa e chi fa previsioni attingendo dati e carte previsionali da internet e fregandosene del resto, lucra grazie ad investimenti e spese di gestione (le reti di stazioni sinottiche, la modellistica numerica, i sistemi osservativi da remoto, quelli “a vista”, ecc. ecc.) che sono sopportati da altri (i servizi meteo nazionali in primis).

    A tale proposito il Servizio Meteo dell’Aeronautica Militare dovrebbe essere a mio modesto parere assai più incisivo nel ribattere alle critiche evidenziando all’opinione pubblica il proprio ruolo, la propria professionalità ed i propri oneri.

    Ricordo ad esempio un articolo molto pesante nei confronti del Servizio meteo AM uscito sul Bulletin dell’American Meteorological Society (BAMS) a firma del professor Guido Visconti ed in cui in sintesi si accusava il servizio meteo AM di inefficienza (Guido Visconti and Frank Marzano, 2009. An Independent Overview of the National Weather Service in Italy – http://journals.ametsoc.org/toc/bams/89/9).

    Ecco, data l’autorevolezza del BAMS e dato il fatto che tale testata finisce sulle scrivanie di tutti i servizi, mi sarei aspettato un vibrata nota di protesta del servizio meteo AM che però, a quanto mi risulta, non c’è stata.

    Venendo poi a Repubblica non commento l’inchiesta: mi limito a commentare il dato riferito al settore agricolo: “600 euro di Risparmi annuo per ettaro di terra coltivata a pomodori grazie a buone previsioni meteo”.
    Ma come si fanno a dire simili enormità? Non vi faccio un conto economico di una coltura “ricca” come il pomodoro perché non ho tempo di farlo ma a naso 600 Euro si avvicinano al reddito netto di una coltura che per inciso è a ciclo estivo, per cui il rischio climatico è decisamente inferiore rispetto a quello di altre colture (pensa ad esempi al rischio di gelate su melo o ai danni da pioggia per la vite in epoca di raccolta o, per melo e vite, ai danni dovuti a piogge che cadono subito dopo i trattamenti antiparassitari vanificandone l’effetto… ma anche in quei casi non si arriverebbe mai a 600 euro l’ettaro) .

    Morale: se mi avessero scritto 6 Euro non mi sarei preoccupato ma un dato di 600 Euro mi dà la decisa impressione di trovarmi di fronte a dei pataccari.

    Ciao.

    Luigi

    • Caro Luigi, in questo contesto urlato in cui vince chi la spara più grossa, chi lavora al servizio dei cittadini non ha bisogno di alzare la voce. La risposta è una sola: continuare a fare il proprio dovere nella forma in cui il Paese lo richiede e lo richiederà.
      gg

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