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Tempesta tropicale Sandy e microfoni facili

Qualcuno penserà che nel titolo ci sia un’errore, perché una tempesta tropicale è una cosa e un’uragano un’altra. La prima è un gradino sotto nella scala Saffir Simpson. Vero, ma il titolo è corretto, perché Sandy quando ha toccato la costa orientale USA era una tempesta tropicale, cioè con vento sotto la soglia dei 63 nodi, più precisamente in media 50 nodi.

Questo non significa che non abbia fatto danni, come è sotto gli occhi di tutti, né che non detenga un record. E’ stata infatti la tempesta con il maggior diametro registrato da quando le misurazioni sono oggettive. Tuttavia la differenza non è banale, perché, ad esempio nel 1938 (faceva caldo ma non c’era l’AGW), l’uragano di categoria 3 che ‘atterrò’ sulla costa del New England fece 600 vittime. Da allora è sicuramente migliorata la resilienza, ma sono anche clamorosamente aumentate le infrastrutture esposte al danneggiamento. Di qui, per fortuna, la diminuzione delle vittime e l’aumento dei danni.

Volendo investigare appena un po’, niente di impegnativo, si scopre anche che la traiettoria di Sandy, dalle origini al contatto con la costa USA, ha seguito con una precisione sconcertante la traccia delle traiettorie più probabili per questo genere di eventi. Ma non è tutto, facendo ricorso ai dataset più vecchi – sì, i cicloni tropicali c’erano anche prima del global warming – si scopre anche che nella storia sono state registrate circa 80 (!) depressioni di questo genere che sono giunte ad interessare direttamente o indirettamente quel tratto della costa est degli USA. Di queste, 20 sono state uragani, con tanto di nome e pedigree.

Stormtrack – Sandy – Fonte Wikipedia
Stormtrack, probabilità per ottobre – Fonte NHC NOAA
Stormtrack – Eventi precedenti

Ora, quando abbiamo intrapreso l’avventura di CM e nei mesi a seguire, pian piano che si manifestava il nostro scetticismo in merito alla presunta catastrofe climatica, è stato tutto uno sventolar di patenti da scienziato. Voi non sapete, ci dicevano, voi non leggete, ammonivano. Bisogna dar retta alla scienza, sentenziavano. Adesso, è già successo con Katrina e con il pacco tirato al mondo della comunicazione scientifica da Al Gore, la scienza dice che con riferimento ai cicloni tropicali non è possibile tirar fuori alcun segnale di impatto del riscaldamento globale sulla loro intensità e/o frequenza di occorrenza, e gli scienziati gareggiano a chi la spara più grossa circa questo collegamento. Ah, dato che piove ed è appena finito ottobre anche da noi, se gli USA hanno Sandy per noi c’è la tempesta di Halloween, altro evento “certamente” collegato all’AGW.

Dal Summary for Policy Makers dello Special Report sugli Eventi estremi dell’IPCC (2011) – 

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L’incertezza nelle serie storiche dei cicloni tropicali, l’incompleta comprensione dei meccanimi fisici che collegano i i cicloni tropicali alle metriche del cambiamento climatico e il livello di variabilità dei cicloni tropicali forniscono soltanto un livello di confidenza basso per l’attribuzione di eventuali distinguibili segnali di cambiamento nell’attività dei cicloni tropicali all’influenza antropogenica. 

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Ora è il nostro turno: leggete, documentatevi e, se proprio pensate di aver ragione, fate il vostro mestiere. Fate ricerca, producete dati, spiegazioni, insomma, quelle cose di cui si nutre la scienza. Ci basterebbe anche una sola pubblicazione, possibilmente firmata da chi si dice convinto che qualcosa sia cambiato, che possa far cambiare il periodo riportato qui sopra. Peccato che non ci sia.

Per parte nostra proviamo anche a dare una mano. In tutto questo bailamme di previsioni catastrofiche e scenari spaventevoli, è ormai noto che i modelli di simulazione climatica producono dei pattern di riscaldamento degli oceani del tutto fuori dalla realtà in termini sia spaziali che temporali. Negli ultimi anni l’unico segnale riconoscibile con riferimento all’Oceano Atlantico, che fornisce il carburante per lo sviluppo dei TC in quella porzione del globo, è lo spostamento verso est dell’area calda dell’Atlantico, con conseguente shift, sempre verso est dell’area di ciclogenesi. Da questo deriva una più probabile tendenza dei TC a piegare verso nord lungo la costa USA. Ma non è il caso di Sandy, che è nato nel Golfo del Messico (qui, sul blog di Judith Curry).

E inoltre, già che ci siamo, ci piacerebbe che gli scienziati ci spiegassero come, dove e quando le dinamiche di sviluppo di un evento come questi sarebbero mutate in ragione dell’AGW. E non parliamo di numeri, quelli li abbiamo dati poco più su e non dimostrano un accidente, parliamo di convezione, di gradiente barico, di struttura del sistema.

Direi che piuttosto che affollare i microfoni e le agenzie, c’è parecchio da fare. Aspettiamo fiduciosi.

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Published inAttualità

6 Comments

  1. Il TG2 ha appena riportato un discorso dove il presidente Obama avrebbe fatto riferimento a Sandy come “la peggior tempesta della nostra storia”. Sulle prime ho pensato: vabbè, ormai a tre giorni dalla fine della campagna elettorale le sparano grosse, oppure magari c’è un trucco lessicale, forse è vero che nella categoria delle tempeste tropicali (visto che Sandy, dice Guido, non era più un uragano) Sandy è stata la peggiore.
    Invece no: Obama ha semplicemente detto «una delle tempeste peggiori della storia del Paese», che è corretto. L’esagerazione era tutta di chi ha riportato la notizia.

  2. Guido Botteri

    Qualcuno sa quali e quanti danni abbia fatto Sandy ai parchi eolici e fotovoltaici ?

  3. Paolo Errani

    Ten. Col. Guidi, l’ho vista ieri su Rai 2 e si parlava proprio dell’argomento di cui sopra. Ad un certo punto Bonelli, sembrando confermare quello che lei diceva, ha aggiunto che l’evento “Sandy” fa parte dei “cambiamenti climatici”. Non ho potuto più seguire la discussione per impegni improrogabili; com’è andata a finire?

    • Non è finita, ha espresso una sua opinione che io non condivido in quanto priva di supporto scientifico, ma il compito di confutarla spettava eventualmente alla Dott.ssa Baldi, non a me e non in quel contesto.
      gg

  4. Claudio Costa

    chissà cosa dirà Tozzi, presentando la stagione dei tornado del 2011 disse che “gli scienziati hanno dimostrato che da quando fa più caldo ci sono più tornado….l’uomo è causa di questi disastri ecc ecc ” eppure il filmato in americano che citava diceva inequivocabilmente che nel 2011 ci furono tantissimi tornadi in USA perchè c’era la ninanon perchè c’era l’AGW, infatti l’anno dopo cioè quest’anno sono stati pochi.

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