Nel dibattito sul clima continuano a volare gli stracci. Gli ultimi sono finiti in faccia a Michael Mann, ormai noto alle cronache molto più per i suoi discutibili atteggiamenti che per il peso delle sue determinazioni scientifiche.
Michael Mann è l’autore del famigerato Hockey Stick, ovvero del grafico divenuto l’icona del riscaldamento globale di origine antropica. Una ricostruzione molto contestata e, soprattutto, più volte aggiornata, tanto da aver perso gran parte della sua rappresentatività scientifica.
Qualche tempo fa ha anche pubblicato un libro il nostro Mann, un volume nel quale dichiara di sentirsi letteralmente in guerra con quelli che non la pensano come lui. Insomma, nel suo lavoro, così come nelle sue varie forme di divulgazione scientifica, Mann ha l’abitudine di esagerare un po’ le cose e di condire i risultati delle sue ricerche con quelli che il Conte Mascetti di “Amici miei” avrebbe definito “rinforzini”.
Però no è detto che abbia esagerato nel sentirsi offeso da quanto scritto da Mark Steyn su National Review. Le accuse e le offese erano pesanti, per cui se ha deciso di far loro causa immagino che questo sia un suo diritto. In fondo forse vuole solo proteggere la sua reputazione no?
E così, nel motivare al giudice il suo leggittimo risentimento, Mann abbellisce la sua reputazione dichiarando di essere vincitore del Premio Nobel. Sarebbe accaduto nel 2007, quando il riconoscimento fu assegnato all’IPCC e ad Al Gore. Mann è stato tra quanti hanno contribuito della stesura del 4AR, il report IPCC del 2007. Insieme a lui solo altre 2000 persone circa.
Dov’è il problema? Semplice, secondo quanto dichiarato dal Comitato dei Nobel, Mann non ha mai vinto il premio Nobel perché quando questo viene assegnato ad una organizzazione questo non non si intende mai assegnato a quanti vi appartengono. Prova ne sia che non viene rilasciato alcun certificato. Magari può farlo l’organizzazione ricevente per i suoi associati, ma quello di sicuro non è un Nobel e tanto meno lo si può sventolare per farsi belli. Nonostante ciò, Mann non solo pensa di difendere la sua reputazione raccontando una balla a dir poco pietosa, ma non contento pubblica su Facebook la foto di un certificato che non può essere originale perché l’originale non esiste. Ridicolo.
Però, dal momento che l’IPCC è un panel intergovernativo delle Nazioni Unite, come cittadini di una nazione appartenente all’ONU quel premio lo abbiamo vinto tutti. Se mi mandate le foto vi preparo i certificati.
Ma è solo un problema di insicurezza, di voglia di apparire diversi, di fare appello al classico “lei non sa chi sono io”? Non proprio. Come fa notare Roger Pielke jr commentando questa faccenda, l’attegiamento di Mann dice due cose.
- Mann, come scienziato, non è proprio il massimo con i dettagli. Aver collaborato con una organizzazione che ha vinto il Nobel e averlo ricevuto personalmente non è la stessa cosa. Dal momento che il suo lavoretto dell’Hockey Stick finora è costato al mondo quantità enormi di quattrini questa scarsa cura del particolare non è molto rassicurante.
- Quando però sei un po’ superficiale, ti capita di esagerare le cose. Siano curve della temperatura o didascalie di certificati il discorso non cambia.
Ora, a parte i complessi di Michael Mann, questo atteggiamento è tipico del genere di comunicazione di quanti si dicono convinti che il mondo sia destinato all’arrosto avendo registrato 0.7°C di aumento della temperatura globale in 150 anni (appunto!). Solo qualche giorno fa c’è stato uno scambio di battute sulle nostre pagine perché qualcuno in un convegno aveva aumentato “solo” di 1°C la proiezione dell’aumento della temperatura per il 2030. Proiezione tra l’altro che non si è accorta che sono 15 anni che la temperatura non aumenta più.
Sembra proprio che Mann abbia risolto a proprio favore il dubbio etico espresso da Stephen Schneider circa la necessità di essere allo stesso tempo efficaci ed onesti nella propria comunicazione. Proprio come quanti ci dicono continuamente che sarà caldo sempre più caldo, freddo sempre più freddo, secco sempre più secco, neve sempre di più/sempre di meno, pesci più corti/più lunghi etc etc etc. Tutti onesti ed efficaci “rinforzini”.
Kevin Treberth è l’uomo che scrisse in un report dell’IPCC il contrario di quel che Chris Landsea (grande esperto di uragani) aveva suggerito. Per non firmare quella cosa, che trovava assurda, Chris Landsea si dimise.
Ora la polemica tra il “premio nobel” Kevin Trenberth e Chris Landsea si rinnova.
Deborah Pender mi ha segnalato un sito dove si può esprimere la propria opinione se l’uragano Sandy sia stato causato o no dal riscaldamento globale. Si può votare sì o no
http://www.usnews.com/opinion/articles/2012/10/30/was-hurricane-sandy-caused-by-global-warming
io ho votato no, naturalmente.
Trovo che le votazioni in questo genere di cose non facciano altro che mostrare la polarizzazione dei votanti, penso anche che a seconda dell’orientamento del proponente e del fanatismo militante delle fazioni in lotta il risultato non sia nemmeno tanto rappresentativo degli umori della gente comune.
Essendo tra l’altro il riscaldamento (qualunque esso sia) in fase di stallo o in lieve calo da oltre 15 anni, trovo difficile formarmi un opinione in proposito.
Il bello e’ che ora M. Mann viene apertamente indicato nella blogosfera come “The fraudolent Nobel Laureate” o “The fake Nobel Laureate” e, visto che il Comitato per il Premio Nobel ha confermato che M.M. manco lo conoscono, gli tocca pure abbozzare!
Sarebbe anche da tener presente che questo premio nobel, che non spetta a gente come Michael Mann o Kevin Trenberth, che se ne attribuiscono il merito senza diritto, NON è comunque un premio nobel per la fisica, o per la climatologia, ma per la “pace”.
Ora, la Commissione che stabilisce i premi dovrebbe spiegarmi cosa abbiano realmente fatto per la “pace” Obama (all’epoca della designazione) o l’IPCC e Al Gore, perché io non lo capisco assolutamente.
il Nobel in questione era per la pace, (non certo per la scienza) e se lo presero metà Al Gore e metà l’IPCC. Per l’IPCC lo ritirò il Pachauri, che lo divise con i capi redattori dei vari capitoli, che ricevettero la medaglia e un certificato http://www.ipcc.ch/organization/organization_history.shtml (tra cui però non c’è Mann ma Jones per il cap 3 sul paleoclima che si basava fondamentalmente sul hs di Mann Jones e al ) tanto che Christy restituì la sua per protesta contro il catastrofismo antropogenico degli altri come Trenberth Jones ecc.http://it.scienza.narkive.com/bTSeXUfF/il-nobel-ci-ripensa-l-effetto-serra-e-un-bluff
Poi in molti altri si fregiarono del titolo per aver solo partecipato alla stesura del report tra questi è singolare che anche Fred Singer noto scettico metta in curriculum ” come supervisore del report IPCC, ha condiviso il Premio Nobel per la Pace con Al Gore e con oltre 2000 scienziati” , pur non essendo capo redattore di nessun capitolo, ma avendo partecipato solo ai lavori di referaggio.
http://www.museoscienza.org/attivita/cambiamenti_climatici/singer.asp
l’Ipcc stesso che dice che non sono gli scienziati che hanno vinto il nobel ma l’organizzazione quindi si dovrebbe dire “scienziato che ha contribuito con il suo lavoro a far vincere all’IPCC il nobel per la pace” Quindi tutti e nessuno.
Michael Mann non è il solo che si attribuisce il premio nobel:
http://www.cgd.ucar.edu/cas/Trenberth/trenberth-cv.html
da cui:
Nobel Laureate (shared) for Nobel Peace Prize 2007 (as part of IPCC) Oct 2007
notate che, con grande modestia, ammette di esserlo in condivisione.
L’avranno premiato per il calore che non trova, oh travesty ! 🙂
Per chi non lo ricordasse, Trenberth, chiamato in causa per il climategate, e famoso per cercare un calore che non trova (se i suoi calcoli prevedono una certa quantità di calore, sono gli strumenti che sbagliano, non i suoi calcoli, eh ? A forza gli devono dare il premio nobel a uno così…) è uno dei personaggi più significativi tra i sostenitori del CAGW.
Secondo me.
“Se mi mandate le foto vi preparo i certificati.”
Ehhh… arrivi tu ora, Guido. Il Nobel ce l’abbiamo già in quanto cittadini dell’UE che è Nobel per la Pace di quest’anno. Uno ci basta. Non vorremmo che fossero inflazionati poi.