Pensavamo di avere avuto l’esclusiva del meteo ridicolo ma, neanche a farlo apposta, c’è qualcuno che può può fare di meglio.
Weather Channel, famoso broadcaster di informazioni meteorologiche nordamericano ha appena deciso di cominciare ad assegnare un nome alle tempeste invernali. Per dare un tono di ufficialità a quella che invece è una mera operazione di marketing dell’informazione, si sono dati la regola di non utilizzare mai nomi che siano già inseriti nelle liste di quelli assegnati alle tempeste ed ai cicloni tropicali. Sicchè, riunito un bureau di ‘esperti’, hanno partorito una lista al confronto della quale la nostra estate biblico-letterario-luciferina impallidisce. C’è Khan, ma ci sono anche personaggi mitologici e filosofi vari. Su tutti Yogi, padre di Bubu.
Dicono che così sarà più facile mettere la gente sul chi va là, contribuendo così alla sicurezza meteorologica della nazione.
Ma, come e molto più di quanto non accada da noi, negli USA il ‘mercato’ meteorologico è molto aperto e la lotta tra i contendenti è serrata, benché nessuno di questi si sogni di pestare i piedi alla NOAA, la quale ovviamente foraggia tutti facendo il lavoro sporco. Ripeto, tutto il mondo è paese. E così il Washington Post, che di broadcaster meteorologico ha il suo (si chiama Capital Weather Gang, vabbè…), risponde per le rime all’iniziativa, con un articolo condivisibile dalla prima all’ultima riga (qui e qui).
Qualche estratto:
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Quello che fa di questa decisione di Weather Channel più un’operazione di marketing che di informazione è che, come network televisivo generatore di ascolti, esso sceglie i parametri per una “tempesta degna di nome”. In pratica, c’è una ricerca del profitto nel dare un marchio esclusivo a eventi estremi che hanno il potenziale di distruggere case e portar via vite.
…in questa situazione, sembra che Weather Channel sia ispirato più dalla creazione di un prodotto completo di grafica accattivante, che dalla diffusione di informazioni meteorologiche nel modo più chiaro e comunemente compreso, che è la ragione per cui dovrebbero esistere. Il marketing è importante per ogni business, ma quando incrocia la strada della tua mission, forse va troppo lontano.
…Inoltre, Weather Channel permetterà ai suoi concorrenti di utilizzare questi nomi senza autorizzazione o una menzione di cortesia? Vorranno poi effettivamente utilizzarli i suoi concorrenti?
Questo ancora non si sa e potrebbe generare una situazione dove diversi soggetti parlano della stessa tempesta con un linguaggio differente. Questo non va bene per la chiarezza dell’informazione e per la sicurezza del pubblico, cioè per quello che Weather Channel dichiara di voler perseguire.
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Imperdibile il commento di uno dei lettori di WUWT: “la prima tempesta dovrebbe chiamarsi Al.
E pensare che c’è ancora chi pensa all’incertezza, all’efficacia della comunicazione e al contenuto della stessa. Tutte stupidaggini. Bastano un bel nome e nove colonne disponibili e il meteorologo perfetto è presto fatto.
Una piccola precisazione: Yogi (Yoghi per noi italiani) non è il padre di Bubu. Sono amici (qualcuno parla di una relazione tra i due, ma francamente mi pare eccessivo 😉