É una notizia che gira da qualche giorno, ma non ci ha messo molto a maturare, cioè ad essere catturata dai media generalisti. Per noi ci ha pensato il Corriere della Sera come ci ha giustamente fatto notare uno dei nostri lettori.
Prima i crudi fatti: c’é abbastanza energia eolica disponibile nel regime dei venti del Pianeta da soddisfare abbondantemente il fabbisogno di tutta l’umanità. Ai livelli di consumo attuali così come a quelli che si pensa arrivino in futuro. Non a terra peró, anche perché ci vorrebbero intere foreste di torri eoliche, sulla terraferma o sul mare, quanto piuttosto a qualche centinaio di metri da terra, dove i venti sono più continui e sostenuti. Il futuro quindi é nel Kite Wind, letteralmente degli aquiloni in grado di sostenere dei generatori in alta quota.
Lo studio é della Carnegie Institution, ma é stato pubblicato appena qualche giorno fa su Nature Climate Change.
Gephisycal limits to global wind power
Nel paper, che una volta tanto seguendo il link si può leggere integralmente, si affronta il tema della disponibilità di energia generabile dal vento e dell’eventuale impatto che un’estrazione massiccia di energia cinetica dal sistema potrebbe avere sulle dinamiche del clima. Senza mezzi termini i ricercatori ci spiegano che sí, l’impatto ai massimi livelli di estrazione sarebbe significativo, ma con il fabbisogno attuale inferiore di almeno due ordini di grandezza a questo limite, le conseguenze sul clima sarebbero ‘trascurabili’: un decimo di grado sulla temperatura e l’1% sulle precipitazioni.
Da piccolo mi piaceva tanto il meccano.
Tralasciando il fatto che il potenziometro del clima e men che meno della temperatura e delle piogge mi risulta che nessuno abbia capito dov’é, due sono gli aspetti da segnalare in questo studio.
Il primo é che naturalmente si tratta di uno studio teorico, ovvero modellistico, con tutti i limiti che questo comporta.
Il secondo é che, come sottolineano gli autori, non saranno geofisici i limiti allo sviluppo e all’utilizzo di questa risorsa, quanto piuttosto si tratterà di problemi tecnologici, economici e sociali. Questa sí mi sembra una scoperta sensazionale. Traducendo, sarà difficile fare quello che non si può fare, ma vi diciamo lo stesso quanto sarebbe bello.
Mi piaceva anche il Monopoli.
Questo è il futuro: si deve constinuare la ricerca e l’investimento in questa direzione se vogliamo sostenere i ritmi di consumo di energia attuali.
Scusi, ma chi Le ha raccontato questa cosa ? Davvero il futuro sarebbe questo ? Ha la palla di vetro, per caso, o un diploma degli Astrologhi&Maghi autorizzati ?
Per il momento il presente sono le fonti c.d. fossili, e questo è un fatto, non un’opinione. Basta vedere le percentuali di produzione per constatare una cosa così semplice.
Per qualche secolo ancora c’è grande disponibilità di fonti c.d. fossili.
Nel futuro non immediato c’è il solare extraterrestre, con possibilità immense per quantità e durata.
Non vedo perché indebolire i venti. Si studi le temperature della Luna, che sono molto istruttive per capire il ruolo dei venti (e delle correnti oceaniche).
Strano che proposte di depauperare in modo significativo il sistema di distribuzione del calore del pianeta venga proprio da chi va gridando che il pianeta sarebbe in pericolo e che il pericolo sarebbero i cambiamenti climatici, per poi subito dopo proporre proprio azioni atte a disturbare il clima, se condotte con la vastità di mezzi che vengono proposte:
“c’é abbastanza energia eolica disponibile nel regime dei venti del Pianeta da soddisfare abbondantemente il fabbisogno di tutta l’umanità.”
qui non si propone un campo eolico o dieci, che non causerebbero problemi significativi, ma un impiego massiccio dell’energia sottratta al regime dei venti.
Se ci si spaventa per il contributo (minoritario) umano, non capisco perché non ci si spaventi per un pericolo sicuramente maggiore. Capisco i dubbi da parte scettica, ma non quelli da parte di chi sostenga l’ipotesi CAGW (Catastrofico AGW).
Secondo me.
Sarò il primo ad essere felice se Alcoa sarà salvata dal kite, e quindi contemporaneamente scopriremo che l’eolico funziona, con noi italiani primi al mondo. Comunque, ci sono alcune cose che non tornano:
1. KiteGen Research è una società di ricerca focalizzata sullo specifico argomento del kite. Sappiamo che in Italia è difficile trovare finanziamenti per attività così a rischio, ben contento che li abbiano trovati, ma ho qualche dubbio che possano avere tanto cash da lanciarsi in un’acquisizione.
2. La già citata mancanza di risultati preliminari, senza i quali vorrei sapere con che criteri le parti in causa saranno in grado di valutare probabilità di successo e rischi.
3. Non ci sono commenti – per ora – dal Ministero.
Quello che auspico è che è che il ministero dia retta alla proposta. Tutti felici se funziona, e se invece non funziona avremo comunque un esperimento concluso (ovviamente, la responsabilità del’eventuale fallimento deve prendersela Kitegen). Viceversa, se il ministero e le controparti scarteranno la proposta, spero di vedere argomenti spiegati dettagliatamente. In caso contrario, sentiremo solo le lamentele dei soliti noti e la vicenda non avrà portato un’oncia in più di conoscenza rispetto a prima.
L’esperienza mi suggerisce invece che nel caso non funzionasse saranno chiamati in causa i “poteri forti”, le “multinazionali”, gli “amerikani” (tranne Obama) e ovviamente “bigoil/coal/gas/nuke” che sempre hanno ostacolato e ostacoleranno il luminoso progresso di un’energia ecologicamente ed economicamente sostenibile, libera e democratica, facendo mancare i fondi e bla bla…
Guarda un po’…. quindi nuove tecnologie ed investimenti potranno permettere di sfruttare nuove risorse energetiche. Non vivevamo su un pianeta che già ad agosto aveva esaurito le risorse disponibili e l’una via d’uscita era la mitica “decrescita felice”?
Sono assolutamente contrario ad un uso massiccio del vento.
Il vento, insieme alle correnti oceaniche, costituisce quel sistema di distribuzione del calore che mitiga il clima della Terra (confrontare le temperature sulla Luna, che non ha venti e correnti oceaniche, e ha temperature da -233 a +123, e l’acqua bolle a +100 gradi).
http://it.wikipedia.org/wiki/Luna
Ricordando gli “scary scenarios” di Stephen Schneider:
http://en.wikipedia.org/wiki/Stephen_Schneider
da cui
“So we have to offer up scary scenarios, make simplified, dramatic statements, and make little mention of any doubts we might have. This ‘double ethical bind’ we frequently find ourselves in cannot be solved by any formula. Each of us has to decide what the right balance is between being effective and being honest.”
Proprio in nome di problemi climatici esagerati si vorrebbe contribuire a rovinare il clima della Terra con azioni irresponsabili.
Certo, non sarà un parco o due, e neanche 10, ma voler sottrarre al vento una quantità cospicua di energia (è questo l’intento) significherebbe sicuramente danneggiare il clima. Proprio quelli che si allarmano per minimi e insignificanti cambiamenti naturali, in massima parte naturali, poi vorrebbero lanciarsi in titaniche opere di distruzione del clima !
Non è un caso che gli ambientalisti siano quelli che tagliano gli alberi perché fanno ombra ai pannelli
http://www.ravenna24ore.it/news/lugo/0028606-lugo-alberi-abbattuti-perche-fanno-ombra-ai-pannelli
che tagliano un albero alle Maldive (ambientalisti venuti addirittura dall’Australia) perché dimostra che il livello del mare alle Maldive è stabile
http://www.svipop.org/sezioniTematicheArticolo.php?idArt=554
ci obbligano a fare la raccolta differenziata dell’alluminio (in sé non sarebbe nemmeno una cosa malvagia) e poi fanno chiudere le fabbriche italiane che potrebbero lavorare l’alluminio
Secondo me.
Seconda parte della notizia: la KiteGen Research sarebbe interessata ad acquisire l’Alcoa in Sardegna per alimentarla con un impianto eolico:
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-09-12/alcoa-arriva-terza-proposta-082704.shtml
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Questa volta è un’azienda italiana a farsi avanti, la KiteGen Research di Chieri (Torino). Nella sua lettera il presidente Massimo Ippolito premette che Alcoa è senz’altro l’azienda che consuma più energia elettrica in Italia per produrre il fabbisogno primario italiano di 150mila tonnellate di alluminio. Richiede infatti, secondo la valutazione di Ippolito, 2.300 GWh. Questo significa che «i 15 anni passati di energia sovvenzionata sono costati alla collettività oltre un miliardo di euro», spiega la lettera. Va precisato che dal 2009 in poi Alcoa ha avuto un prezzo agevolato dell’energia in cambio del servizio della superinterrompibilità gestito da Terna.
La società di Chieri ha una tecnologia che prevede la realizzazione di fattorie del vento troposferico ad altissima densità energetica territoriale che permettono da un qualsiasi territorio sardo di circa un chilometro quadrato di estrarre i 300MW necessari allo stabilimento Alcoa, con disponibilità di oltre 5mila ore. «La spesa corrente energetica di Alcoa calcolata a 30 euro a MWh sarebbe già sufficiente a ripagare l’investimento sui generatori in circa 2 anni», calcola Ippolito. Fatta questa premessa la KiteGen propone di «alimentare il sito di Portovesme con un 100% di energia da fonte eolica troposferica, eventualmente acquisire lo stabilimento e senza riduzioni di personale, quale miglior vetrina della tecnologia di generazione in opera ma a condizioni equivalenti a quelle prospettate dalle attuali offerte sul tavolo, convertendo parzialmente le previste sovvenzioni in conto energia in puro capitale di avviamento».
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Sono un po’ perplesso. E’ da parecchio che qui si è parlato di KiteGen e qualche volta ho chiesto, nei mesi successivi, se c’erano novità relative all’impianto sperimentale in PIemonte. Zero news. Poi improvvisamente salta fuori che sarebbero in grado di alimentare uno stabilimento industriale altamente energivoro. Detto in altri termini, mi sarei aspettato prima di vedere il risultato della sperimentazione e poi la previsione di essere in grado di gestire un Alcoa come risultato di un’estrapolazione. Penso che sia legittimo chiedersi se sia una sparata pubblicitaria o no.