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Espèrto = lat EXPERTUS p.p. di EXPERIRI, provare, ricercare (v. Esperire).
Che ha cognizione di checchessia per esperienza avutane o fatta, ed altresì Che ha provato o sperimentato; altrim. Pratico, Perito, ma si usa anche semplicemente per Consapevole.
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Un vocabolo fondamentale nella comunicazione dei giorni nostri. Un vocabolo inoltre particolarmente attinente agli argomenti scientifici. Esprime o sottende la conoscenza di qualcosa attravero la pratica della sperimentazione. In alternativa esprime o sottende la consapevolezza circa un determinato argomento.
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Con la ‘tropicalizzazione’ dei mari causata dai cambiamenti climatici, che vede le acque scaldarsi sempre di piu’ anche nelle zone temperate, tutti i fenomeni atmosferici si stanno estremizzando. In particolare gli uragani del futuro saranno piu’ forti e potrebbero arrivare a latitudini prima impensabili. Lo afferma Vincenzo Ferrara, climatologo dell’Enea, secondo cui e’ comunque presto per dire se l’uragano Isaac e’ una avvisaglia del fenomeno. ”Negli ultimi anni abbiamo visto che le temperature dell’acqua si stanno scaldando, tanto che la zona definita come tropici diventa sempre piu’ larga – spiega l’esperto – questo fa si’ che ci sia piu’ energia accumulata dai mari, che da’ vita a uragani piu’ forti e in grado di spingersi sempre piu’ a nord, sia sull’Atlantico che sul Pacifico. In un futuro non lontano potremmo vedere anche la stessa capitale degli Usa Washington colpita da uno di questi cicloni, mentre sul numero di uragani non dovrebbe esserci un effetto”. Anche se il fenomeno della tropicalizzazione riguarda anche il Mediterraneo, noi siamo al sicuro dalle manifestazioni piu’ forti, anche se qualche effetto negativo lo si puo’ gia’ vedere: “Il Mediterraneo e’ molto piu’ piccolo, e quindi l’energia che accumula, anche a parita’ di temperatura, e’ molto minore – sottolinea Ferrara – in questo periodo il Tirreno ha la stessa temperatura del Golfo del Messico, circa 31 gradi, ma da noi e’ solo in superficie che il mare e’ ‘caldo’, mentre li’ sono 50 metri di acqua con lo stesso valore. Sul Mediterraneo e’ lecito aspettarsi temporali molto piu’ violenti, con le cosiddette ‘bombe d’acqua’, verso la fine di settembre, quando i primi freddi si scontreranno con l’energia che viene comunque accumulata, ma senza arrivare a dei veri e propri uragani”. Il climatologo ricorda comunque che le trombe d’aria, come quelle che si sono verificate domenica in Italia, sono fenomeni diversi dagli uragani. ”Le trombe d’aria, chiamati anche tornado, sono infatti in realta’ dei vortici che dalle formazioni nuvolose di cumulonembi scendono come imbuti fino a terra, o a mare, mescolando velocemente aria molto fredda e molto calda, grazie all’effetto Coriolis, della rotazione della Terra”. Per quanto riguarda infine la stagione degli uragani di quest’anno, secondo Ferrara la potenza potrebbe essere mitigata da El Nino: “Di solito quando c’e’ El Nino gli uragani sono sotto la media, anche se le previsioni che prima erano per una stagione blanda poi sono state riviste dal Noaa ‘al rialzo’, con l’affermazione che invece potrebbe essere sopra la media. Al momento le acque del Golfo del Messico sono abbastanza calde ma in passato lo sono state anche di piu’, quindi e’ difficile fare previsioni. Anche riguardo allo stesso Isaac, che ora e’ ancora una tempesta tropicale e non un uragano, c’e’ molta incertezza, e non si puo’ dire nulla su quanto diventera’ potente sulla terraferma”.
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Uhm, da dove cominciamo? Ma sì, dai, dalle bombe d’acqua. Io non sono un esperto, ma conosco solo quelle di ferragosto. Vanno bene secchi e contenitori di ogni genere, i più organizzati si attrezzano con dei palloncini, meglio se colorati. Volano che è un piacere e l’effetto “bomba” è assicurato. Temo però che con la meteorologia abbiano poco a che fare. Meno ancora nel contesto di un discorso che vedrebbe gli eventi intensi diventare sempre più pericolosi. L’anno scorso, dopo i fatti della Lunigiana e di Genova, alcuni esperti hanno detto che c’era di mezzo il cambiamento climatico. Abbiamo provato a chieder loro di trasformare delle affermazioni alquanto generiche in qualcosa che si potesse scientificamente definire “parola di esperto”, nel senso etimologico del termine, cioè che ci spiegassero il perché delle loro affermazioni. Risultato, zero. Ora siamo di nuovo bella stagione di transizione, lo dice anche l’esperto di cui sopra, il significato etimologico del termine resta, così come resta insoddisfatta la nostra curiosità “scientifica” di certe affermazioni. Vabbè, passi, in fondo a fine estate in Italia una bomba d’acqua non si nega a nessuno.
Meglio quindi affrontare il cuore della questione, gli uragani.
Quanto segue è ciò che ne pensano gli esperti. Dal Summary for Policy Makers dello Special Report dell’IPCC sul rischio dell’impatto da eventi estremi, naturalmente con specifico riferimento agli uragani.
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Le incertezze nelle serie storiche dei cicloni tropicali, l’incompleta comprensione dei meccanismi fisici che collegano i parametri dei cicloni al cambiamento climatico e l’ampiezza della variabilità dei cicloni tropicali genera soltanto un basso livello di confidenza per l’attribuzione di cambiamenti misurabili dell’attività dei cicloni tropicali all’influenza antropogenica. L’attribuzione di un singolo evento estremo al cambiamento climatico è un’azzardo.
C’è un basso livello di confidenza nell’osservazione di ogni genere di aumento di lungo periodo (40 anni o più) nell’attività dei Cicloni Tropicali (intensità, frequenza, durata), dopo aver tenuto conto dei cambiamenti intervenuti nella capacità di osservazione. E’ probabile che ci sia stato uno spostamento verso nord delle rotte principali delle tempeste extratropicali. C’è un basso livello di confidenza nei trend osservati dei fenomeni a ridotta scala spaziale come i tornado e la grandine a causa della disomogeneità dei dati e dell’inadeguatezza dei sistemi di monitoraggio.
E’ probabile che a scala globale la frequenza dei cicloni tropicali possa diminuire o restare essenzialmente invariata.
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Punto primo. Secondo l’IPCC, l’affermazione principale dell’articolo è priva di fondamento. Non sono personalmente a conoscenza di articoli o studi che abbiano recentemente sovvertito la situazione.
Punto secondo, le traiettorie. La mappa in alta risoluzione delle traiettorie di tutti gli uragani atlantici conosciuti la trovate qui, quella in bassa invece la trovate qui sotto:
Mi sa che gli uragani arrivano già parecchio più a nord della Capitale degli USA, il cui territorio del resto non si vede, perchè coperto dalle traiettorie. A questo link sul Washington Post, un interessante articolo circa i 5 eventi più intensi che hanno interessato il District of Columbia.
Sicché, tornando al termine con cui abbiamo iniziato, mancano le prove (cioè, ci sono ma sono contrarie), manca l’esperimento, manca la pratica, manca la perizia, ma sussiste una incrollabile consapevolezza. Peccato sia infondata.
Con queste premesse, se il clima che cambia porterà gli uragani a Washington o anche più a nord, mi sa che non è destinato a cambiare molto, certamente molto meno di quanto è recentemente cambiato il significato del termine “Esperto”.
Temperatura superficiale del Tirreno di 31 C? Qualcuno può confermare? Io quello che ho visto (distrattamente) in giro erano valori intorno ai 27 C.
Le temperature attuali sono su http://gnoo.bo.ingv.it/mfs/B4G_indicators/SST.htm con i grafico della Temp. media per l’intero Mediterraneo. Per i giornio più caldi di agosto ritrovi le cartine su http://www.meteoweb.eu/2012/08/il-mediterraneo-e-diventato-una-pentola-a-pressione-pronta-a-saltare-dopo-un-intenso-riscaldamento-durato-piu-di-4-mesi/149688/ e http://www.meteoweb.eu/2012/08/il-mediterraneo-ha-la-febbre-in-alcuni-punti-si-sono-superati-i-28c-cattivo-presagio-per-la-futura-stagione-autunnale/148006/ (basta che clicchi sull’immagine per ingrandirla). Forse con la calma di vento ed assenza di rimescolamento può darsi che nel basso Tirreno in qualche pixel e temporaneamente si sia misurato dal satellite +31°C, ma quanto è significativo?
Dimenticavo! Su http://www.osdpd.noaa.gov/ml/ocean/sst/anomaly.html trovi anche l’archivio però delle “anomaly sst” e non delle temperature. Cmq a fine agosto più di qualcuno ha parlato del caldo Tirreno, vedi ad esempio http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/infografica/203/italia-bollente-da-nord-a-sud.shtml
Fabio, se fai caso ai commenti meteo di questi giorni, quello del mare caldo è ormai un mantra. Va bene, questa estate ha fatto caldo e ceramente il mare è ancora in anomalia positiva. Come ho scritto nel post, tuttavia, mi piacerebbe sapere quali modifiche effettivamente si verificano ai processi di innesco e evoluzione della convezione a mesoscala – appunto quella che sta caratterizzando questa fase di maltempo – processi le cui dinamiche sono ad oggi ancora piuttosto difficili da interpretare. In sostanza, li conosciamo soprattutto per il tramite dell’osservazione da satellite e per il nowcasting. Con queste premesse, come si fa a dire che possano cambiare in una qualunque direzione per me resta comunque un mistero!
gg
Ricordo che l’esperto in questione anni fa ha scritto un articolo molto interessante: “Come si diventa climatologi famosi” http://www.svipop.org/sezioniTematicheArticolo.php?idArt=248
Spettacolare! Mi vien da chiedere dove posso trovare conferma, perchè sarebbe veramente emblematico della mistificazione in atto e vorrei esserne sicuro al 100%.
Se un certo organo di stampa ha una certa linea editoriale intervistare un ‘esperto’ tout court può essere pericoloso in quanto non si sa bene questo cosa puo’ dire in scienza e coscienza. Un ‘esperto consapevole’ è più rassicurante, gli si danno tre minuti e si sa bene dove andrà a parare… se poi l’esperto ha titoli discutibili o nulli per parlare con cognizione di causa meglio ancora, ancora minori saranno le sue libere iniziative e le sue digressioni al di fuori dell’ovvia e condivisa consapevolezza.
condivido ed aggiungo che è quello che accade qui
Ferrara è quello che a Porta a Porta sentenziò che lui era l’unico che poteva parlare di climatologia, essendo l’unico climatologo.
No comment.