In questa ennesima caldissima domenica estiva, riponiamo tutte le nostre speranze di liberarci dal caldo-sempre-più-caldo e tornare al bel-caldo-di-una-volta nelle capacità magiche della locomotiva verde (ed economica) di questo vecchio e stanco continente.
Loro, o quanto meno i loro leader sapranno tirarci fuori dai guai.
All’indomani della decisione di farla finita con l’energia nucleare, cioè subito dopo i fatti di Fukushima, il loro Ministro dell’Ambiente sottolineava:
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Abbiamo bisogno di di otto/dodici nuove centrali a carbone se vogliamo uscire dall’energia nucleare. […] Si possono costruire 100 nuove centrali a carbone e non avere emissioni più elevate.
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Aggiungerei che si possono anche avere immensi giacimenti di carbone e non sapere cosa farsene se non finisce la caccia alle streghe e si vuole continuare ad accendere le luci. Ma non c’è dubbio che continuare a bruciar carbone e non avere più emissioni è un progetto impegnativo…se non proprio da bacchetta magica.
Qualche giorno fa, l’attuale Ministro dell’Ambiente (nel frattempo è cambiato, come il clima 🙂 ), parlando della nuovissima centrale a carbone da 2.200MW appena costruita in mezzo ai giacimenti sulle rive del Reno ha precisato:
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Se si costruisce una nuova centrale a lignite allo stato dell’arte per rimpiazzare parecchie centrali più vecchie e molto meno efficienti, credo che questo dovrebbe essere riconosciuto come un contributo al nostro impegno per la protezione del clima.
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Viviamo tempi magici e interessanti.
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NB: da Roger Pielke jr.
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