“Estate: ‘sempre eccezionale’. Inverno:’sempre eccezionale’ (vedi estate)”. Non vi preoccupate, non state leggendo le previsioni climatiche per fine secolo, si tratta di due voci del “Dizionario dei luoghi comuni” di Gustave Flaubert (1784-1880), un’enciclopedia del “pensiero banale” redatta con ironia pungente osservando la realtà del XIX secolo. La frase che avevo già ricordato in “Clamoroso: è inverno e fa freddo” mi è tornata in mente leggendo su molti quotidiani che a Roma non faceva così caldo da 230 anni.
Alle 14 del 18 giugno, la colonnina dell’Osservatorio meteorologico del Collegio Romano, il più antico della Capitale, ha registrato 35,4 gradi. «È il record assoluto della seconda decade di giugno dal 1782, quindi degli ultimi 230 anni – spiega Franca Mangianti, già responsabile dell’Osservatorio ed ora presidente dell’Associazione Bernacca – Il precedente record di questa decade era di 35,2 gradi e si era verificato due volte: il 20 giugno del 1961 ed il 18 giugno del 2002» (qui). Il 20 giugno “Battuto il picco massimo di lunedì scorso. Mercoledì alle ore 14 è stata la giornata più afosa della seconda decade di giugno”.”La colonnina di mercurio sale anche oggi e batte nuovamente il record di lunedì scorso: con i 36,1 gradi delle 14 quella di oggi si conferma la giornata più calda della seconda decade di giugno dal 1782, quindi degli ultimi 230 anni”. Parola di Franca Mangianti, già responsabile dell’Osservatorio ed ora presidente dell’Associazione Bernacca.”La minima – ha aggiunto – si è attestata sui 22,2 gradi, e l’umidità era del 28% e questo significa che i cittadini hanno percepito una temperatura di circa 40 gradi (qui) .In sintesi, il 18 giugno il record era dovuto a due centesimi di grado maggiori all’analoga misura del 1961 (non sono fornite ulteriori informazioni su possibili incertezze, ad esempio che nel confrontare i due dati si dovrebbe tener nel debito conto che nel 1961 il “termometro a massima” a mercurio aveva quasi sicuramente una sensibilità nella scala graduata di 0.5°C mentre l’accuratezza della strumentazione attuale è 0.2°C).
Non abbiamo spazio per analizzare cosa accadeva in passato, ad esempio qui potete leggere in basso: “27-28/06/1965 37 °C a Roma” (non sappiamo se erano le ore 14 e purtroppo si tratta della terza decade, forse se le stesse temperature si fossero misurate tre giorni dopo oggi si vedrebbe la faccenda in modo diverso) oppure cosa accadeva con misure di 35°C a Roma.
Proviamo ad approfondire la notizia:
E l’effetto “isola di calore” dal 1872 ad oggi?
Come è cambiata Roma dal 1782 ad oggi? Per averne un’idea potete rivedere i dipinti di Bernardo Bellotto di Roma nel 1742 su CM nel post “Da ‘che tempo che fa’ allo ‘show dei record’” . Mentre la città si estendeva e asfaltava l’osservatorio meteorologico rimaneva sempre allo stesso posto. Esisterà un effetto “isola di calore” cresciuto nel tempo di cui si deve tener conto? Non vogliamo dare numeri, vi invitiamo solo a rileggere quanto scriveva la stessa Franca Mangianti nel 2004 (qui, pag. 7) e le slides della presentazione al convegno della stessa Associazione Bernacca ).
La serie di dati rappresenta gli ultimi 230 anni? Dal 1782?
L’Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano è posto nella Torre Calandrelli, opera che fu inaugurata dal Papa Pio VII nel 1787 (pag. 5), dal 1788 cominciarono le osservazioni regolari “riunendo gli strumenti che erano collocati in vari punti del museo Kircheriano”. In quell’epoca le misure non erano effettuate con strumentazione e modalità simili ad oggi, ad esempio i primi studi per effettuare misure in capannina furono effettuati a fine ‘800 ( vedi quanto scritto dal Prof. Giorgio CANTONI nel 1878 in “Memorie e notizie Ufficio Centrale di Meteorologia” riportato in “Dall’universo della precisione all’epoca dell’illusione”) inoltre anche se uno dei primi “termometri a massima” fu inventato proprio nel 1782 (vedi qui) all’epoca si effettuavano solo misure ad orari fissi (non la massima). Fu dopo Cantoni, fine ‘800, che si può parlare di misure con gli standard odierni. Poi nel 2000 la strumentazione da tradizionale è divenuta di tipo elettronico, trovate i dati relativi alle misure qui. Inoltre nella seconda metà dell’800 la ristabilita Compagnia di Gesù, tornata all’Università Gregoriana, affidò la direzione della specoletta del Calandrelli al giovane astronomo Angelo Secchi. Fu allora che l’Osservatorio del Collegio Romano visse uno dei periodi più significativi. Non essendo più idonea la vecchia torre questi ne fece costruire una nuova sui pilastri dell’erigenda cupola della chiesa di Sant’Ignazio e lo corredò di ottimi strumenti. Con tutti questi cambiamenti si può parlare di dati omogenei per 230 anni con l’accuratezza dell’ordine dei decimi di grado?
La strumentazione attuale rispetto al passato, il record è degli ultimi 12 anni?
“Dal 2000 i dati meteorologici dell’Osservatorio del Collegio Romano, come riportato nella presentazione, sono stati rilevati da una stazione meteorologica automatica, che ha le stesse caratteristiche delle stazioni della rete agrometeorologica nazionale. I sensori sono stati localizzati nelle stesse posizioni dei precedenti strumenti meccanici; in tal modo i dati sono perfettamente omogenei con i precedenti, rilevati ininterrottamente, sulla Torre Calandrelli, dal 1788. La stazione è stata accuratamente testata: già nei due anni precedenti quest’ultima aveva affiancato la stazione tradizionale per confrontare i dati delle due stazioni ed effettuare le necessarie tarature. Da tale confronto risulta che solo i dati i di temperatura risultano leggermente diversi. La stazione automatica registra una differenza dell’ordine di 0.5°C più alto nelle massime e 0.5°C più basso nelle minime. Tale differenza è originata dalla posizione del sensore, esterno alla capannina come in tutte le stazioni agrometeorologiche della rete. Tutti gli studi e le elaborazioni connesse debbono daquest’anno tener conto di questa variazione” (fonte pag 4 bollettino Osservatorio del Collegio Romano del 2000).
Avete letto bene:”Da tale confronto risulta che solo i dati i di temperatura risultano leggermente diversi. La stazione automatica registra una differenza dell’ordine di 0.5°C più alto nelle massime”. Errori dell’ordine di grandezza di 0.5°C, pertanto in alcuni giorni potranno essere anche sensibilmente maggiori. Quindi i dati “grezzi” sono certamente omogenei con le misure attuali solo dal 2000? Ma allora il record è certo solo per gli ultimi 12 anni invece dei 230? Dal confronto con l’epoca di Napoleone siamo passati a quella di Lady Gaga?
I dati relativi ai record saranno stati corretti da questo effetto? Non possiamo dire che ciò non sia stato fatto, sarebbe però interessante conoscere anche il valore di tale correzione. Quale era il valore misurato e quello “corretto” utilizzato per effettuare il confronto con il passato?
Per rendersi conto del cambiamento nel sistema di misura potete osservare la foto dell’osservatorio su estratta da qui (dove è riportato anche che “i sensori della stazione elettronica sono alloggiati in posizioni adiacenti alla preesistente strumentazione meccanica, tuttora funzionante). Essendo l’Osservatorio storico è molto difficile mantenere le caratteristiche richieste dalla normativa dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale per le stazioni meteorologiche sinottiche (par. 1.3.3 di questo documento) questo però non sminuisce l’enorme importanza climatologica della stazione tenendo nel dovuto conto le caratteristiche e “limitazioni” nel rilevamento del dato (ad es. effetti della capacità termica della parete riscaldata dal sole).
PER FINIRE
L’Osservatorio del Collegio Romano è una delle stazioni meteorologiche più importanti in Italia, CM nel suo piccolo ha contribuito a far proseguire la Sua attività (vedi “Quod non fecerunt barbari, fecerunt “razionalizzatori”). Sarebbe stato auspicabile che tutto lo spazio offerto dai mass-media per il “record dei decimi” fosse stato fornito all’epoca per far conoscere a tutti la Sua qualificata e storica attività scientifica.
Dopotutto i record sono fatti per essere superati con il trascorrere del tempo, questa è una delle poche certezze. Perchè preoccuparsi della normalità senza che qualcuno dimostri che il fenomeno è patologico? Anche nel 1905 si battevano i record delle temperature a Roma senza che ciò fosse indice di imminenti cataclismi, come si può leggere in questo articolo.
[…] ad esempio passando dallo screen allo shield, ne abbiamo già scritto in passato su CM come in “Clamoroso: è estate e fa caldo”. Torniamo sull’argomento prendendo spunto dalla “WMO TECHNICAL CONFERENCE ON […]
[…] 26 giugno abbiamo pubblicato su CM il post dal titolo “Clamoroso: è estate e fa caldo”esprimenfo alcuni dubbi sulla rappresentatività dei valori record di temperatura massima […]
Caro Fabio,
citando Flubert hai richiamato alla mia mente l’accaldato incipit parigino del suo romanzo incompiuto “Bouvard e Pécuchet”:
“Poiché la temperatura era di 33 gradi, il boulevard Bourdon era completamente deserto.
Più giù il canale San Martino, tra le due chiese, stendeva in linea retta la sua acqua colore dell’inchiostro. C’era nel mezzo un battello pieno di legna, e sull’argine due file di botti.
Oltre il canale, tra le case intercalate alle fabbriche, il grande cielo puro si sfaldava in lamine di colore oltremare, e sotto il reverbero del sole, le facciate bianche, i tetti d’ardesia, le rive di granito mandavano barbagli. Un rumore confuso saliva lontano nella calda atmosfera; e tutto sembrava intorpidito nell’ozio della domenica e la tristezza delle giornate estive.
Due uomini apparvero: uno veniva dalla Bastiglia e l’altro dal Giardino delle piante….”.
Ho dimenticato di scrivere che l’articolo del 1905 è trato dall’ “Archivio meteorologico storico di Galeazzo Arcibalbo di Romagna” http://www.arcibalbo-santarcangelo.it/archiviometeo.htm dove trovate il link alla seconda parte.Scusate la dimenticanza.