Lo so, la rubrica era praticamente in soffitta. La riprendiamo per l’arrivo del solleone. Scusate il ritardo.
Allora, dopo una primavera piuttosto ballerina, ancora animata da una circolazione veloce e dinamica, la prossima settimana arriverà l’estate. La notizia potrà sembrare scontata, perché in effetti saremo al solstizio, cioè all’inizio nominale della stagione estiva, ma è un fatto che insieme al dì più lungo dell’anno, arriverà anche la prima vera ondata di calore.
Ma andiamo con ordine. Quello a cui abbiamo assistito sin qui e per certi versi ancora in essere, è stato un flusso perturbato molto basso di latitudine, cioè un vortice polare troposferico molto espanso, con conseguente stormtrack bassa di latitudine e frequenti passaggi di perturbazioni in area mediterranea.
A far da spalla a questa situazione e ad accentuarne le caratteristiche, una Linea di Convergenza Intertropicale piuttosto bassa che non accennava a salire, segnando l’espansione della Cella di Hadley dell’emisfero nord e generando le condizioni per un rafforzamento dell’anticiclone africano. Fino a maggio.
Poi l’ITCZ è letteralmente schizzata verso nord, guadagnando tre gradi di latitudine in dieci giorni, sia sul settore est che su quello ovest del continente africano. La divergenza in quota alla sommità della cella è parimenti salita verso nord, spingendo a nord anche le conseguenti correnti subsidenti nell’area sahariana. Al contempo, la persistenza dell’anomalia barica negativa sul vicino atlantico, segnale di scarso vigore dell’anticilone delle Azzorre, ha instabilizzato il flusso meridionale, fornendo all’anticlone africano il biglietto per salire verso il Mediterraneo.
Risultato: ci becchiamo 40°C nella prossima settimana, e il caldo, pur attenuandosi parzialmente, potrebbe durare anche fino ai primi giorni del mese di luglio.
Qualche giorno fa abbiamo commentato uno studio che mette in relazione la piovosità dei mesi invernali e primaverili con la frequenza di occorrenza delle ondate di calore estive. In base a quell’analisi, ad un inverno siccitoso per le basse latitudini europee, possono far seguito frequenti ondate di calore estive, sebbene le carte possano essere ultriormente rimescolate quando poi le piogge arrivano nella tarda primavera, con la presenza di umidità acquisita dai suoli in grado di inibire il feedback positivo diversamente esercitato da suoli molto aridi. Un’evoluzione simile a quella che abbiamo vissuto sin qui. Nonostante ciò, ormai ne abbiamo una quasi matematica certezza, la prima heat wave della stagione ci sarà e tutto sommato non è ancora dato sapere se sarà relativamente breve come sembrano dire i modelli oppure no.
Vedremo.
[…] parte nostra circa questa Heat Wave abbiamo detto quel che c’era da dire in termini tecnici qualche giorno prima che iniziasse, mentre se […]