Ne parliamo da anni ormai, questo dannatissimo riscaldamento globale ne fa di tutti i colori. Restringe le pecore ma le fa anche ingrassare, fa cadere i capelli ma li fa anche crescere, fa calare la vista ma la fa anche migliorare. E’ di due giorni fa la notizia che avrebbe un ruolo anche con i buchi neri. Potrebbe non portare anche il freddo a causa del caldo?
Troppo facile.
La chiacchiera è iniziata qualche anno fa, quando è iniziata una serie (sin qui mini) di inverni piuttosto rigidi, per l’Eurasia ma anche per gli Stati Uniti. Sull’onda del suggestivo ma alquanto favolesco film “The Day After Tomorrow”, in cui spaventose tempeste invernali crescevano a dismisura gettando tutto l’emisfero nord in una nuova glaciazione (a proposito che succedeva in quello sud? Non me lo ricordo…), hanno iniziato a circolare paper che si sforzavano di far passare il seguente paradigma climascientifico: fa freddo perché fa caldo.
Qui su CM abbiamo affrontato l’argomento con un post di Carlo Colarieti Tosti che per quanto ci riguarda chiude la questione, ma non per presunzione, quanto piuttosto perché proprio non è possibile uscirsene ora con tesi diametralmente opposte rispetto quelle sostenute appena pochi anni fa.
Uscita su Science Daily, ripresa da Meteoweb, questa è la notizia.
Arctic ice melt sets stage for severe winters, scientists say
Ci hanno raccontato che la neve sarebbe stata un ricordo, che per trovare un po di refrigerio saremmo dovuti andare a vivere tutti in collina. Poi la neve ci ha (e li ha) sommersi, e allora tac, pure questo è colpa dell AGW.
Ora, l’aumento della temperatura globale è roba che si vende bene. Fa un figurone sui giornali e scintilla negli studi televisivi. Ma quello che c’è dietro e un po più ostico da piazzare. Vediamo. In un mondo sempre più caldo, ci dicevano, la fascia delle alte temperature sarà sempre più espansa. Per fare un esempio mediterraneo desertificato, clima delle palme, vitigni in Inghilterra etc etc. Espansione della cella di Hadley, modifica della posizione dei sistemi barici permanenti e semipermanenti e così via. Scopriamo adesso che questa modifica in effetti ci sarebbe, ma al contrario: il riscaldamento dell’artico favorisce condizioni di AO negativa, cioè frequenti scambi lungo i meridiani, specie d’inverno. E riecco la neve, anzi, prepararsi a inverni sempre più rigidi, dice lo scienziato.
Una Oscillazione Artica negativa vuol dire frequenti anomalie bariche positive alle alte latitudini. Vuol dire delta del getto molto a nord, vuol dire flusso derivato che diventa praticamente un flusso principale, vuol dire Vortice Polare Troposferico molto espanso. Riscaldamento globale, per come ce lo hanno sempre raccontato, vuol dire l’opposto, Vortice Polare forte e contratto, stormtrack alta di latitudine e aria sub-tropicale che prende la residenza nel Mediterraneo.
Che si decidano una buona volta.
Sicché ora sorge un dubbio. O nessuno ha capito nulla e vada come vada si cerca via via di stringere quel contorsionista stravagante che è il clima nella scatola delle proprie idee, oppure quelli che prima dicevano bianco e ora dicono nero hanno capito tutto da un pezzo. Hanno perfettamente compreso quanto il sistema sia dipendente dalle sue dinamiche oscillanti in larga misura di origine oceanica e a seconda della piega che prendono le cose si cerca di cavar fuori il miglior risultato possibile in tema di propaganda AGW. Perché rinnegare ora tutto il baccano fatto sin qui vorrebbe dire essere inseguiti coi forconi e perché il megacirco del Pianeta prossimo al collasso climatico deve comunque stare in piedi.
Decidete voi cosa vi sembra più probabile.
Gli adepti dell’AGW avranno molto da gioire dopo che il grido d’allarme dell’Università di Waterloo: http://www.meteogiornale.it/notizia/23615-1-verso-un-clima-sempre-piu-caldo-futuro-clima-canada
E’ la situazione è semplice: una volta quando la previsione differiva dall’osservazione era il modello ad essere sbagliato ed andava corretto. Oggi invece quando ciò accade la previsione è ritenuta corretta e l’errore è dovuto al fatto che ciò che osserviamo è sempre frutto dei cambiamenti dovuti all’azione dell’uomo. Quindi: se non ci fosse l’uomo i modelli sarebbero sempre esatti. Basta che cambi le ipotesi e tutto diventa chiaro ;-).
Urca! Andremo in Groenlandia al mare e alle Maldive a sciare? 🙂