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Breaking news: Hubbert affoga nel petrolio!

Una specie di contrappasso insomma. Chi è Hubbert? Veramente si dovrebbe dire chi era, ma quanti delle sue teorie hanno fatto tesoro lo collegano ancora alla stretta attualità. E’ quello del picco del petrolio, delle risorse energetiche fossili in procinto di finire, della produzione mondiale destinata a scendere drammaticamente, della domanda sempre più alta e dei prezzi sempre più insostenibili.

Leggiamo da Forbes:

Meet The Oil Shale Eighty Times Bigger Than The Bakken

Tutti voi conoscete il Bakken e quanto sia più grande, e di molte volte, di qualsiasi giacimento di petrolio.
In Siberia c’è un giacimento di Oil Shale ottanta volte più grande del grandissimo Bakken, il Bazhenov.

Conclude l’articolo: “the Peak Oil crowd realizes there’s more oil out there than we’ve ever imagined.”
La folla del Picco di petrolio si rende conto che ci sia più petrolio laggiù di quanto si sia mai immaginato.

Beh, che dire dunque di Hubbert, del suo picco e di tutti quei, professori e non, che si sono attaccati con forza a quell’argomento per dimostrare la limitatezza delle risorse ?

Dico semplicemente questo:

SI SONO SBAGLIATI

Le risorse, grazie a Dio, sono abbondanti e di picchi non vorremmo sentirne più parlare per qualche secolo…poi si vedrà se e come. Ok, potete rilassarvi, non c’è bisogno di ricorrere alla sterilizzazione forzata. Non c’è bisogno di un governo sovranazionale che salvi il pianeta distruggendo l’Economia, la Libertà, l’Indipendenza e la Sovranità dei Paesi e dei Popoli.

Ora che sappiamo, da altra notizia, che la temperatura in passato è stata molto più alta di adesso, crolla anche il mito del governo del clima da parte della CO2 e quindi la necessità di distruggere la Civiltà Occidentale e le speranze del Terzo Mondo, per porre un (inutile) freno alla CO2.

Quanto al petrolio, che sta succedendo?

il Washington Post afferma che i prezzi sarebbero crollati. A Londra a febbraio un barile costava 126 sterline, ora ne costa 96, perché per la prima volta da anni si sta producendo più petrolio di quanto ne sia richiesto. Buone notizie per la benzina. Qualcuno avvisi chi di dovere. Visto che quando il prezzo del petrolio aumenta, viene ritoccato il prezzo della benzina in su, ora che è sceso di molto, vorremmo che fosse ritoccato verso il basso. Insomma, buone notizie per coloro che hanno fiducia nell’umanità, e nel progresso.

Dicevo di averne, e ancora una volta sono stato confortato ancora prima di quel che mi aspettassi.

Dunque, parafrasando un noto slogan catastrofista:

E’ molto MEGLIO di quel che pensavo !

Su con la vita, allegria!

Secondo me.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. Maurizio Rovati

    Ah, ma allora…
    Insomma la parola SHALE, è impronunciabile. Shale è il MALE, e ci fa pure rima.
    Se è il male il BENE cercherà, e già cerca, con tutte le forze di impedirlo.
    Shale non esiste, vietato, brutto cattivo, fa venire il terremoto e inquina la falda.
    Questo devono sapere i babbani occidentali con diritto al voto, e questo gli si sussurra nelle candide orecchie affinchè dicano di no, l’ennesimo no a tutto quello che potrebbero avere di buono e a buon mercato per avere in cambio qualcosa di inutile ma sicuramente costoso.
    E così, quasi per magia, ecco che il picco riappare.
    Un divieto, una leggina e il petrolio scarseggia più di prima.
    Tutto ciò sicuramente ha cause antropiche, a maggior ragione!
    /sarc=off

    • Guido Botteri

      Hai ragione, Maurizio, la recessione, la fame, la diminuzione della vita media, la privazione della libertà (perché altre Nazioni, meno masochiste prevarranno, che non si faranno incantare dalle decrescite felici), la delocalizzazione delle aziende, la disoccupazione e via dicendo, tutti questi mali hanno sicuramente come prima causa quella antropica.
      Deus amentat quos perdere vult.
      Non so cosa gli abbiamo fatto di male, ma mi sembra evidente questo effetto.
      E quelli di noi che ancora hanno amore di sé e della propria gente, assistono increduli a questo delirio di massa che sta avvenendo nelle nostre Nazioni, e che porterà al potere coloro che (in Paesi più concreti) aderiscono al protocollo di Kyoto (a condizione che le regole cervellotiche che si son dati non li tocchino… comodo !), e poi costruiscono a ripetizione centrali nucleari, a carbone e via dicendo, riservando le rinnovabili ad una produzione specchietto delle allodole. E si sa, in Occidente, in questo momento, le allodole abbondano.
      Secondo me.

    • Maurizio Rovati

      Si dice che l’Età Della Pietra non sia finita per mancanza di pietre.
      Parole sante, ma, all’epoca, Rame Bronzo e Ferro non incontrarono la disapprovazione dei Verdi.

      E comunque la pietra trova ancora oggi applicazioni edilizie, dato che non tutto si costruisce con l’acciaio e il vetro, ed il cemento stesso nasce dalla pietra calcarea, arrostita e polverizzata con immensi (e lucrosi) rilasci di CO2.

      Beh, certo che aderire a Kyoto senza pagarne gli oneri… non ha prezzo!
      Se ci pensi bene è lo sport preferito da tutte le burocrazie.

      Il buon Krugman (Nobel Winner) sostiene in totale libertà (cioè senza che la neuro intervenga o almeno che abbia una nomination per l’Ignobel) che biscogna dire alla gente delle grandi balle per motivarli a fare le cose buone che chiaramente altrimenti non farebbero, tipo un invasione di alieni (http://www.huffingtonpost.com/2011/08/15/paul-krugman-fake-alien-invasion_n_926995.html) e poi dire, oops, ci siamo sbagliati, niente alieni…
      Come dici? Ah, confida nelle allodole? Certo, certo…

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