La BBC le chiama idee da 60 secondi, brevi contributi di questo o quel libero pensatore. Spesso – sono loro stessi a dirlo – alzate d’ingegno alquanto radicali e controverse, non importa quanto improbabili.
Recentemente è stato il turno di Elizabeth Moon, scrittrice di fantascienza e fantasy. Ammetto di apprendere ora della sua esistenza. Ammetto anche di non sentire la differenza.
La sua idea da 60 secondi è la seguente: mettere un bel chip, se credete un codice a barre, ad ogni nuovo individuo che si affaccia sulla Terra. Potete anche non chimarvi Fido se credete. Ma volete mettere che figata essere tutti ordinatamente catalogati e identificati? Niente anonimato, niente scambio o peggio furto di identità. E in guerra poi? Armi con un dispositivo di riconoscimento dei combattenti dai civili. Niente più errori, solo codici a barre.
Pare che circoli liberamente la nostra Elizabeth, e senza chip. Infatti ha recentemente pontificato anche sul Riscaldamento Globale.
Il mondo si scalda, questo è inequivocabile e finalmente lo ammettono anche gli scettici, racconta. Ora il punto è quanto questo potrà far dei danni al genere umano? Il fatto che forse in altre epoche abbia fatto lo stesso caldo non vuol dire che ci farà bene, perché per sostenere il massimo numero di esseri umani possibile (non è dato sapere secondo lei quale sia ma ho il sospetto che sia inferiore all’attuale), avremmo bisogno di un clima stabile, di un tempo stabile. Di piogge che arrivano quando servono per programmare le coltivazioni, di freddo e caldo non eccessivi. E giù ancora con i benefici di una situazione evidentemente diversa da quella attuale e…futura.
Se avete voglia leggete il suo pensiero. A me ha fatto venire in mente l’imperdibile pezzo di Pablo e Pedro a Zelig Off di un paio di anni fa. Godetevelo (disponibile solo qui, per problemi di copyright, dal minuto 2:30) sono pù di 60 secondi, ma è decisamente più piacevole.
Questa voglia matta di schedare, classificare, inquadrare, omologare mi rende nervoso e mi crea angoscia. Il semplice fatto di essere osservato da migliaia di telecamere, spiato dai computer che localizzano il cellulare per localizzarti in qualsiasi momento, tracciato dai dispositivi elettronici più impensati mi rende claustrofobico. Mi tranquillizzo ogni qualvolta mi trovo in zone selvagge in cui, ringraziando il cielo, non c’è campo per i telefoni cellulari oppure mi trovo a qualche chilometro dall’auto in cui ho abbandonato al suo destino il maledetto arnese.
In quei momenti mi sembra di rinascere. La scorsa estate lo dimenticai in macchina prima di imbarcarmi per le Tremiti: un sollievo immane ed una vacanza indimenticabile.
L’idea di essere etichettato con un chip mi fa letteralmente schifo.
Ciao, Donato.
Ci sono persone che sognano di poter sapere tutto, controllare tutto, obbligare tutto e tutti a piegarsi al loro volere. All’isola Norfolk stanno facendo un esperimento in tal senso, e se andasse bene pensano di estenderlo all’intera Australia. Speriamo che gli Australiani ne abbiano abbastanza e alle prossime elezioni mandino a casa Julia Gillard, il peggior primo ministro, a mio parere, che abbiano mai avuto, e che gli ha già regalato la carbon tax.
http://www.latitudinex.it/news/esperimento-verde-a-norfolk-island-con-la-prima-eco-card-al-mondo.html
il colmo è che a Norfolk vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty, e cioè proprio gente che fece una scelta di vita di libertà !
La Gillard non rispetta nemmeno la Storia.
Per i pigri, riporto l’articolo:
“Esperimento verde a Norfolk Island con la prima eco-card al mondo
Una carta di credito basata sulle emissioni inquinanti che riconverte i crediti accumulati in denaro. È l’esperimento ecologico che si appresta a mettere in atto l’isola australiana di Norfolk, 35 chilometri quadrati a 1.700 chilometri dalla madrepatria. Sul minuscolo lembo di terra – celebre per essere stato una delle tappe degli ammutinati del Bounty, in fuga dalla marina britannica nel 1789 – i tremila residenti si vedranno presto rilasciare dalle autorità una speciale card con unità di credito calcolate in emissioni di carbonio e con cui pagare altri beni come benzina ed elettricità.
Se riusciranno ad adeguare il proprio stile di vita in modo frugale, andando ad esempio a piedi o in bicicletta, potranno riscattare il credito presso una speciale “carbon bank” attivata apposta per l’iniziativa. La quota iniziale di crediti sulla card sarà inoltre diminuita ogni anno per disincentivare i comportamenti poco ecologici e rendere più costoso uno stile di vita ad alte emissioni.
Anche i circa 30 mila turisti che sbarcano annualmente sull’isola riceveranno la speciale carta di credito. Il programma è volontario, ma l’incentivo a partecipare è dato dal fatto che il sistema può fruttare denaro. Nel secondo anno si prevede di aggiungere allo schema i prodotti alimentari, graduandoli secondo il costo per la salute oltre che in termini di emissioni. I cibi grassi importati dal continente, ad esempio, costeranno un numero maggiore di unità, rispetto ai prodotti freschi locali. ”
Io lo trovo assolutamente pericoloso e disgustoso. Una arrogante e tirannica invadenza della privacy degli individui !
Secondo me.
Una piccola precisazione. Non mi risulta che gli ammutinati del Bounty abbiano fatto tappa all’isola di Norfolk. Si rifugiarono nell’isola di Pitcairn. Se teniamo conto che l’ammutinamento del Bounty è del 28 aprile 1789 (data facile da ricordare per me, che sono nato il 29 aprile, e 1789 è l’anno della Rivoluzione Francese), e che i discendenti degli ammutinati del Bounty furono trasferiti nell’isola di Norfolk nell’anno 1856, e cioè 67 anni dopo l’ammutinamento, è ben poco credibile che l’isola di Norfolk sia stata “una delle tappe degli ammutinati del Bounty, in fuga dalla marina britannica nel 1789”.