Nel marzo scorso abbiamo parlato della lettera che un certo numero di ex-collaboratori della NASA e del GISS ha scritto al direttore dell’agenzia lamentando l’eccesso di ‘supporto’ a ipotesi non corroborate da adeguato livello di conoscenza scientifica. In sostanza, hanno chiesto di smetterla di far proclami circa i futuri sconquassi che il riscaldamento globale e i presunti cambiamenti climatici da esso derivati dovrebbero generare.
In questi giorni si sta svolgendo a Chicago la settima conferenza dell’Heartland Institute sui cambiamenti Climatici. Non è un segreto che questo evento sia ormai diventato una annuale adunata degli scettici in ordine al dibattito sulle origini delle recenti evoluzioni del clima.
Ebbene una parte consistente dei firmatari di quella lettera, ha deciso di prender parte a questa conferenza rendendo pubblica un’altra esortazione per direttore della NASA. Nel testo si legge che all’epoca della prima lettera, il direttore dell’agenzia aveva risposto che “come Agenzia, la NASA non tira conclusioni e non emette proclami concernenti i risultati della ricerca”.
Beh, pare che appena una settimana dopo, durante un’audizione al senato americano, lo stesso direttore abbia detto che la proiezione dell’aumento del livello dei mari per la fine di questo secolo va da 0.2 metri a 2 metri, con il limite inferiore meno probabile, “mentre i valori più elevati sono basati sulle temperature più elevate dello scenario comunemente accettato per il resto del secolo”. E inoltre che “le conseguenze dell’aumento di 1 metro del livello del mare per la fine di questo secolo sarebbero di elevato impatto in termini economici, di salute dei cittadini e potenzialmente di stabilità socio-politica”.
Alla faccia dell’assenza di proclami.
Sicché è partita la seconda missiva. Difficile che possa avere miglior fortuna della precedente, ma è pur sempre una goccia.
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