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In soccorso di molti, me compreso

Ieri abbiamo pubblicato il commento al nuovo lavoro di Nicola Scafetta. Un paper lungo e tecnico nel quale si propone una spiegazione fisica che trasformerebbe la correlazione tra i moti planetari e l’attività solare in una relazione causale. Sostanzialmente, essendo la causa ipotizzata molto piccola, è necessario un fattore di amplificazione. Scafetta lo identifica nella reazione nucleare interna al Sole che, attraverso la relazione tra massa e luminosità delle stelle con proprietà simili a quelle del Sole, modulerebbe appunto l’intensità della luminosità della nostra stella.

Ammetto platealmente di essere nel pantano più totale, come forse alcuni tra quelli che seguono le nostre pagine. Viene in nostro aiuto Tallbloke, con un post in cui si spiega sommariamente cosa si intende per stelle simili al Sole e per relazione tra massa e luminosità.

Partiamo innanzi tutto dal presupposto che questa relazione è vera solo per stelle che si trovano nella Main-sequence, cioè in situazione di equilibrio idrostatico, in cui la pressione esercitata dalla reazione nucleare è bilanciata dalla gravità. La letteratura insegna che questo vale per astri con una massa che va da 0,08 masse solari a 80 masse solari. La relazione tra massa e luminosità è tale per cui la seconda cresce secondo la potenza 3,5 rispetto alla prima. Cioè una stella con massa doppia del Sole avrà luminosità 23,5, pari quindi a circa 11,3. Se ne deduce che una stalla con massa doppia di quella del Sole sarà circa dieci volte più luminosa. Sono quindi escluse le nane bianche e le stelle giganti.

Dal momento che la condizione necessaria è quella dell’equilibrio idrostatico, un aumento della pressione deve necessariamente vedere un aumento della temperatura. Ad un aumento della temperatura corrisponde un aumento della luminosità.

Per giungere alla scala planetaria, si deve considerare il limite inferiore. Una massa troppo piccola non è in grado di sostenere la reazione nucleare, quindi la stella non può essere luminosa, benché emetta comunque radiazione infrarossa generata dal calore in essa contenuto. Si tratta delle nane marroni. Sotto questo limite di massa si arriva ai pianeti come Giove.

E siamo arrivati all’ipotesi di Scafetta. la combinazione ora positiva ora negativa dei moti planetari indurrebbe delle variazioni della pressione interna del Sole, modulandone la reazione nucleare e producendo quindi oscillazioni della sua luminosità proporzionali alla forza di marea esercitata.

Temo che il disclaimer all’inizio di questo post non mi salverà dagli strali di quanti queste cose le conoscono davvero, lettori e non cui vanno naturalmente le mie scuse. Sperando di farvi comunque cosa gradita vi ribadisco che quanto sin qui barbaramente esposto comunque lo trovate, come detto, sul blog Tallbloke.

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Published inAttualitàSole

6 Comments

  1. Guido Botteri

    In un commento sul sito di Tallbloke, Scafetta dice che la sola fisica classica non spiegherebbe come lavori il Sole. In effetti, il ben noto fatto che le stelle non siano sistemi fisici classici può invalidare qualsiasi argomento che usi la sola fisica classica per confutare un’influenza mareale sul Sole.

    Tallbloke stesso commenta spiegando che Scafetta afferma che sebbene l’energia fotonica avrebbe bisogno di un lungo tempo per raggiungere la superficie, onde ad alta velocità, causate dalle fluttuazioni, si propagherebbero velocemente e influenzerebbero i livelli di energia lasciando la tachocline, e si propagherebbero alla superficie molto più velocemente.
    http://www.duke.edu/~ns2002/pdf/ATP3610.pdf

    dove Scafetta dice che il Sole, per mezzo del suo nucleo nuclearmente attivo, potrebbe fungere da grosso amplificatore di una piccola energia mareale dissipata in esso. Il segnale amplificato dovrebbe essere sufficientemente energetico da sincronizzare le dinamiche solari con le frequenze planetarie e attivare meccanismi di risonanza interna, che poi genererebbero e interferebbero con il ciclo della dinamo solare per modellare le dinamiche solari.

    ps
    da:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Tachocline
    Il termine tachocline designa la zona di transizione, all’interno del Sole, tra la zona radiativa e la zona convettiva. Situata nel terzo più esterno della stella, la tachocline segna il passaggio tra la parte più interna della stella, la cui rotazione è paragonabile a quella di un corpo solido, e la porzione esterna, che ruota in maniera differenziale comportandosi come un fluido.

    • Qual’e’ la velocita’ della luce nel nucleo del Sole? Queste onde ad alta velocita’ dovrebbero emettere radiazione Cherenkov, se del materiale si sposta piu’ veloce della luce nello stesso mezzo.

    • Maurizio Rovati

      Mah, nel nucleo delle stelle i fotoni (gamma e x) prodotti dalla fusione sembra che viaggino “lentamente” verso la superficie perchè il meccanismo dominante di trasporto è l’assorbimento e ri-emissione da parte del gas “degenere” (ossia totalmente ionizzato, nuclei ed elettroni totalmente liberi) presente in tali estreme condizioni. Gas ionizzato uguale gas opaco e fotoni liberi di percorrere pochi nanometri alla volta.
      Si mormora che un fotone del nucleo ci metta anche 1Milione di anni prima di emergere al fresco, ma sicuramente non è più lo stesso di quando è partito.
      La massa-energia sfugge dalla superficie del sole 1 milione di anni dopo essere stata convertita in fotoni… neutrini a parte.
      La cosa strana è che il sole, pur perdendo massa, nel tempo (tempi lunghissimi, in 5 miliardi di anni pare abbia guadagnato il 30%)aumenta la potenza emessa, apparentemente contraddicendo la relazione massa-luminosità.
      Non ho approfondito, ma penso che sia a causa del cambiamento delle proporzioni tra gli elementi idrogeno ed elio nel nucleo.

  2. E’ necessario fare un po’ d’ordine infatti….la “Sequenza Principale” non e’ propriamente “per astri con una massa che va da 0,08 masse solari a 80 masse solari”. E’ una parte del ciclo della vita di ogni stella, che quando si trova nella Sequenza Principale avra’ una massa da 0,08 a 80 masse solari.

    Esistono peraltro stelle con masse fra 0,08 e 80 masse solari che non sono nella Sequenza Principale. Fra quelle, le nane bianche, le giganti e le supergiganti, per le quali non vale la relazione massa-luminosita’.

    Riguardo le nane marroni, a contraddistinguerle non e’ il non essere “in grado di sostenere la reazione nucleare”, ma in particolare il non essere in grado di sostenere la reazione nucleare dell’Idrogeno H-1 (quello piu’ diffuso, senza neutrone). Reazioni del Deuterio e del Litio sono possibili, fino a un certo limite inferiore della massa.

    Sotto quel limite e’ vero che l’emissione di energia continua, ma peraltro anche Giove ne emette piu’ di quanto ne riceva. La differenza fra una piccola nana marrone e un grosso pianeta gassoso e’ forse impossibile da definire propriamente.

    • max pagano

      per la precisione:
      la sequenza principale rappresenta la fase di vita di una stella in cui è alimentata dalla reazione di conversione dell’idrogeno in elio;
      questa fase di vita è comune a tutti i corpi celesti con massa compresa tra 0,07 e (circa) 60 masse solari;
      al di sotto di questo limite di massa la temperatura non raggiunge valori
      sufficienti per l’innesco della fusione nucleare e la stella si raffredda
      a poco a poco riducendosi a qualcosa di simile a un grosso pianeta. Il limite superiore per la massa di una stella è invece di circa 60 volte la massa del Sole: si calcola infatti che per valori superiori della massa la nube di gas, nel corso della sua contrazione, subisca delle fasi di instabilità che la portano a frammentarsi in nubi di dimensioni minori.

      Il fatto che le stelle siano molto numerose sulla sequenza principale indica che vi rimangono molto tempo. Lo spostamento delle stelle più luminose di ciascun ammasso verso destra indica invece che con il passare del tempo prima le stelle di massa più grande, poi via via quelle di massa inferiore si raffreddano abbandonando la sequenza principale e si trasformano in giganti rosse.

      ….sull’ipotesi di Scafetta, tornando “a bomba”, rimango comunque molto perplesso….

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