Molti dei nostri lettori sanno che Michael Mann, lo scienziatio americano autore dell’Hockey Stick, ha recentemente pubblicato un libro in cui non fa segreto di sentirsi assolutamente in prima linea in quella che lui chiama ‘la guerra del clima’.
Una guerra in cui i buoni, cioè lui e tutti quanti sostengono l’ipotesi della totale dipendenza delle recenti dinamiche del clima dalle attività umane – soprattutto uso di combustibili fossili, si vedono costretti a fronteggiare un’azione di denigrazione e disinformazione ben sovvenzionata e ben organizzata. L’Earthland Institute, l’organizzazione privata più attiva nel sostenere posizioni scientifiche di diverso orientamento, sarebbe l’esempio tangibile di questa efficace organizzazione.
Più precisamente, già nel 2010, Mann aveva detto così:
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I nostri sforzi per comunicare la scienza sono contrastati da un ben sovvenzionato e altamente organizzato sforzo di disinformazione, il cui fine è confondere il pubblico circa la natura del livello di comprensione scientifica.
………
Gli scienziati sono mal sovvenzionati e in inferiorità numerica in questa battaglia, e perderanno se le istituzioni scientifiche e le organizzazioni scientifiche di riferimento rimarranno in disparte.
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Bene. Negli Stati Uniti, sede ovviamente anche dell’università per cui Mann lavora (la Penn State), è stato appena pubblicato un report del governo federale che identifica l’ammontare dei soldi spesi negli ultimi quattro anni nel settore dei cambiamenti climatici in 70 miliardi dollari, circa diecimila volte tanto quello che avrebbe speso l’Earthland Institute con fondi tra l’altro privati.
Poverini, sono nell’indigenza, c’è da capirli.
Trovate tutto qui, sul sito di Jo Nova.
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