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Il Contrapasso di Eolo

Su Nature Climate Change è apparso un nuovo paper:

Impacts of wind farms on land surface temperature – Zhou et al., 2012-04-30

Si legge nell’abstract (neretto aggiunto):

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L’industria eolica ha sperimentato una considerevolmente rapida espensione di capacità negli anni recenti e questa veloce crescita si prevede continui in futuro. Nel convertire l’energia cinetica del vento in elettricità, le turbine eoliche modificano gli scambi superficie-atmosfera e il trasferimento di energia, di momento, di massa e di umidità all’interno dell’atmosfera. Tali cambiamenti, se sufficientemente ampi dal punto di vista spaziale, potrebbero avere un impatto notevole sul tempo e sul clima a livello locale e regionale. Si presenta qui una evidenza osservativa di tale impatto, basandosi su analisi di dati satellitari per il periodo 2003-2011 su di una regione nel Texas centro-occidentale, dove sono quattro tra le più grandi centrali eoliche del mondo. I nostri risultati mostrano un significativo trend di riscaldamento di 0,72°C per decade, con particolare riferimento alle ore notturne sulle aree delle centrali rispetto alle zone limitrofe prive di installazioni. Si attribuisce principalmente tale trend alle centrali eoliche dal momento che la sua diimensione spaziale coincide molto bene con la distribuzione geografica delle installazioni.

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La si potrebbe chiamare anche legge delle conseguenze inattese e dovrebbe far suonare qualche campanello di allarme a chi è convinto di poter mettere facilmente mano alle dinamiche di un sistema del quale evidentemente sappiamo ancora troppo poco.

E’ pur vero però che, sebbene nessuno avesse mai studiato questi aspetti del problema di rimescolamento del Planetary Boundary Layer e conseguente modifica del DTR Diuturnal Temperature Range come conseguenza specifica della produzione di energia eolica, già Roger Pielke sr aveva messo in evidenza sul suo blog e su diverse pubblicazioni, come la variazione di destinazione d’uso del suolo sia importante forse come e più dell’aumento della concentrazione di gas serra in termini di forcing atmosferici. Tuttavia si deve sempre tenere a mente la dimensione spaziale del fenomeno, sin qui molto limitata benché in crescita significativa.

Nessuno si sogni però di collegare questo effetto al riscaldamento globale per come esso è inteso. Il rimescolamento degli strati atmosferici più bassi altera la distribuzione del calore, non la sua quantità assoluta. Diverso invece il discorso per la misura della temperatura superficiale, su cui con molta, troppa, approssimazione, si basano tutti i discorsi sull’AGW. Un lavoro come questo, più che diventare preda di facili conclusioni di segno opposto a quelle che normalmente si sentono, deve far riflettere circa la difficoltà (e forse l’errore clamoroso) di considerare la temperatura di superficie come l’integrale del sistema.

Vale la pena inoltre ricordare che anche sulle nostre pagine, già parecchi mesi fa si era discusso della massiccia sottrazione di energia cui è sottoposto il sistema nelle zone in cui la produzione di energia eolica è estensiva, zone che a quanto pare avrebbero quindi anche il problema del riscaldamento, con tutte le modifiche climatiche che ne potrebbero conseguire (qui e qui).

Il contrapasso.

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Published inAttualitàEnergia

Un commento

  1. flavio

    non vorrei apparire troppo…ma se le pale hanno un’efficienza (per forza) minore di uno è evidente che l’energia sottratta al vento che non diventa elettrica degrada in calore

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