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“Earth Hour” ovvero il “green irreality show”.

Un movimento globale per la sostenibilità del nostro pianeta. L’Ora della Terra (Earth Hour) è il grande evento globale WWF per il clima che coinvolge cittadini, istituzioni e imprese “in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico”. L’evento centrale romano è stato la pedalate di 128 biker volontari, che per oltre un’ora hanno donato l`energia allo speciale “Palco a pedali-Goodbike” dal quale il gruppo dei “Tetes de Bois” hanno cantato il loro messaggio per il pianeta insieme al WWF.

Su CM già nel post “Earth Hour: se di notte i pannelli non producono si ricorre all’uomo da soma” è stato scritto provocatoriamente di quanto sia contrario all’idea di progresso pensare di utilizzare l’uomo al posto di ciò che possono fare meglio e più efficacemente talvolta gli animali ma preferibilmente le macchine, di quanto è ipocrita effettuare in queste occasioni la promozione di azioni che si possono sostenere solo in poche occasioni.

Rimane da analizzare in modo quantitativo la proposta dei “donatori di energia”, quella che dovrebbe essere un’azione esemplare e concreta per dare al mondo un futuro sostenibile. Valutiamo l’aspetto del rispetto ambientale ed economico, cioè l’emissioni di CO2 effettivamente risparmiate e la sostenibilità economica nell’applicazione pratica. I numeri forse aiuteranno meglio a capire la concretezza della proposta lanciata dalla manifestazione organizzata dal WWF, nel caso qualcuno l’avesse apprezzata e volesse ripeterla.

Potenza 10 kW per circa un’ora significa che l’energia prodotta-consumata è stata circa 10 kWh (fonte). Mediamente un ciclista può produrre circa 100W di potenza arrivando a picchi di 250W sostenibili per qualche decina di minuti ed alcuni ciclisti anche a 500W, per periodi molto brevi prima di andare in debito d’ossigeno. Un ciclista professionista è in grado di produrre una potenza di oltre 2.000 watt, ma solo per pochi secondi. Una persona comune, pedalando normalmente anche per tutto il giorno, arriva a produrre 75 Watt l’ora (Wh) o un “hup” (abbreviazione di human power, unità di misura proposta nel 1984). Se moltiplichiamo 75 per 128 “pedalatori normali” il prodotto è 9600 W, tenendo conto della rotazione dei pedalatori si raggiungono e superano i circa 10 kW che servono allo spettacolo.

ASPETTO EMISSIONI:

In Italia per la produzione di un kWh di energia elettrica si emettono mediamente circa 0,531 kg/kWh di CO2, quindi per produrre l’energia necessaria al concerto (10 kWh) sarebbe stata necessaria l’emissione di 5,31 kg di CO2.

5 kg è un valore basso rispetto le circa 330.000 kg di anidride carbonica generate dall’analogo concerto ad impatto zero di Carmen Consoli riportato qui. Non sarà che con “impatto zero” ognuno intende un bilancio diverso?

Proviamo a verificare, con valori di massima, se l’impatto è davvero zero utilizzando gli stessi criteri di calcolo utilizzati dal WWF per il calcolo della famigerata “carbon footprint”, o “impronta emissiva”. Ad esempio ogni “donatore di energia” per farsi la doccia dopo la pedalata avrà avuto necessità di energia per scaldare l’acqua (cosa che avrebbe potuto altrimenti evitare), ciò mediamente determina un emissione di CO2 per ogni doccia pari a 1 kg. Quindi si sono risparmiati 5,31 kg emettendo in più almeno 128 kg; in realtà se i ciclisti erano del pubblico la rotazione avrà determinato un numero molto più alto di “donatori”. Inoltre è da tener conto che la respirazione umana determina in condizioni normali l’emissione in 24 ore mediamente di circa 0,8 kg, se l’ora “sotto” sforzo” ha determinato un’emissione per ipotesi doppia i ciclisti avranno emesso senza accorgersene 8,5 kg di CO2 in più. Se avessimo voluto bilanciare l’emissione piantando alberi, sapendo che mediamente ogni metro quadro di foresta contribuisce ad assorbire circa 0,7 kg di CO2 l’anno, per bilanciare l’emissione sarebbe stato possibile piantare 8 mq di foresta per un anno oppure 1 mq per 8 anni oppure 33 cmq per 24 anni (va ricordato che il valore di assorbimento delle foreste è molto variabile). Interessante sarebbe approfondire il confronto sempre con Carmen Consoli che afferma per il suo concerto ad “impatto zero” di aver contribuito alla creazione ed alla tutela di oltre 7 ettari di foreste in Costarica.

SOSTENIBILITA’ ECONOMICA:

Acquistare 10 kWh di energia elettrica, nonostante l’Italia è uno dei paesi dove la “corrente” costa circa il 30% in più della media Europa, sarebbe costato circa 1€ (utilizzata per la stima una media delle offerte a prezzo fisso per questo primo trimestre 2012) già compresa la compensazione delle emissioni di CO2. Comunque se avessimo voluto compensare a parte l’emissione di 5,31 kg di CO2, si poteva ricorrere al mercato ETS spendendo 3 centesimi di Euro (il 3 aprile il costo di 1 tonnellata di CO2 è 6,28€) oppure acquistando i necessari mq di foresta tropicale per un importo di 0,27 € o di 0,21€ per compensare con foresta Madagascar/Costa Rica.

Se invece la pedalata si dovesse effettuare tutti i giorni, non una sola volta all’anno davanti alla TV, pur pagando le persone un minimo sindacale di 8€ l’ora, l’innovativo tipo di energia costerebbe circa 1024 €. A Copenhagen c’è già stato un tentativo di proporre la “pedalata” a scopi energetici dietro un corrispettivo: a chi ha prodotto almeno 10 Wh di energia è stato offerto un pasto da 200 corone, pari a circa 27 euro http://viaggi.repubblica.it/articolo/una-pedalata-in-cambio-di-una-cena-gratuita/220956 . Ai costi danesi produrre l’energia necessaria al concerto romano dell“Earth Hour” sarebbe costato 27.000€ (in buoni pasto), un prezzo altissimo ma inevitabile in quanto le novità dopo un po’ stufano e pochi sono disposti a sudare senza corrispettivo.

CONCLUSIONI:

Una delle “azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico” sembra proprio essere la proposta di pagare migliaia di Euro quello che costerebbe solo un euro, inoltre emettendo più CO2 di quella che apparentemente si risparmia. In un paese in cui le fabbriche, come l’ALCOA, chiudono e delocalizzano anche per l’alto costo dell’energia, dove la bolletta dell’energia elettrica aumenta del 10% in un trimestre, non sembra educativo far credere a bambini ed adulti che basta far pedalare le persone ed i problemi ambientali, economici, di sviluppo di risolvono. Purtroppo l’ideologia verde ha assuefatto molta gente a credere semplicisticamente che è sempre buono e conveniente solo ciò che apparentemente riduce l’emissione di CO2: un criterio che sta guidando le scelte del paese verso un illusorio paradiso verde che a breve purtroppo scopriremo essere solo un immaginario “paese dei balocchi”.

Dal prossimo anno spero che tutti esigano per le manifestazioni del tipo “Earth Hour” azioni concrete che rimangano tutto l’anno. La luce che si spegne un ora non ha senso! Se è uno spreco vero non dovrebbe mai riaccendersi, se invece era necessaria non ha senso privarsene (nel caso, se conveniente, va sostituita con un sistema più efficiente). Inoltre non ha senso proporre come esemplare un tipo di generazione di energia applicabile solo per l’evento mediatico e senza alcun futuro; con i problemi che ha questo Paese non c’è alcuna necessità del “green irreality show”!

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Published inAttualità

8 Comments

  1. Claudio Costa

    @ Guido

    Scrivi: “Inoltre è da tener conto che la respirazione umana determina in condizioni normali l’emissione in 24 ore mediamente di circa 0,8 kg, se l’ora “sotto” sforzo” ha determinato un’emissione per ipotesi doppia i ciclisti avranno emesso senza accorgersene 8,5 kg di CO2 in più.”

    Si ma non è un’emissione aggiuntiva, entra nel ciclo a zero emissioni dell’alimentazione: il carbonio emesso dalla respirazione umana è uguale a quello sequestrato dai vegetali che hanno dato nutrimento direttamente o indirettamente agli uomini che hanno pedalato. Quindi per pedalare di più avranno mangiato di più. Il bilancio tra alimenti e respiro è zero, la differenza invece la fanno le emissioni della filiera del cibo, quelle invece sono aggiuntive: trattori, serre, pastifici, allevamenti, macelli, caseifici, industrie alimentari, trasporti ecc.
    Queste sono emissioni del cibo che in realtà viene utilizato come biocarburante per produrre energia tramite i ciclisti: sono aggiuntive ma sono sicuramente molto inferiori a 8,5 kg ora

  2. flavio

    “piantare 8 mq di foresta per un anno oppure 1 mq per 8 anni oppure 33 cmq per 24 anni”

    …un terzo di mq non sono 33 cmq (mezzo foglio a4) sono 3’300

    • Fabio Spina

      Grazie mille della correzione, nella fretta ho sbagliato. Considerando che il formato A0 è un metro quadrato, stiamo parlando di un formato tra l’A1 ed A2, circa due fogli A3 + un A4. A presto.

  3. Guido Botteri

    E’ il solito metodo ambientalista:
    si prende un’ottima cosa, pedalare, che fa bene alla salute, in certi casi (non in tutti, a me farebbe male).
    Questa ottima cosa è però “ottima” in certi casi e a certi livelli. Pedalare è un’ottima cosa per tenersi in forma, ma non può essere un “mestiere” (se non per pochi campioni). Come sistema produttivo, produrre il valore di un euro all’ora è assolutamente improponibile. Voglio proprio vedere chi accetterebbe un lavoro che gli fruttasse 8 euro al giorno ! E vorrei vedere l’imprenditore pazzo che pagasse 8 euro l’ora per produrre energia pedalando in bici…
    Con quali ricavi pagherebbe le tasse, e vivrebbe ?
    Insomma, siamo nel regno della pura fantasia utopistica.
    Tutto l’ambientalismo è fatto così. Baratto, autoproduzione, decrescita, eolico, fotovoltaico e via dicendo, sono tutte ottime cose che vanno usate nel loro (piccolo e ristretto) campo di validità, ma che diventano disastri quando si vorrebbero estendere a sistemi economici sui quali fondare un’economia competitiva.
    Vi va di fare un giro in bici ? Buona passeggiata, ma non ci venite a proporre questo come alternativa al mondo industriale,
    e potrei ripetermi per tutte le proposte verdi, una più fallimentare dell’altra.
    L’ambientalismo è la politica delle brioche, la politica di ricchi viziati che non vogliono vedere la realtà, e sognano, e vogliono imporre questi sogni, queste utopie a tutti.
    Ma per uscire dalla crisi servono politiche sane, concrete, efficaci:
    NON pedalare per un’euro (regalato) all’ora !
    Secondo me.

    • flavio

      “Con quali ricavi pagherebbe le tasse, e vivrebbe ?”

      è un problema finto…come una moneta da 3 euro: basta mettere un “conto energia ciclistica” a 50€ per kwh e le palestre pagherebbero per aver gente a pedalare

    • Guido Botteri

      Scusa, Flavio, ma non capisco la tua matematica:
      se “Acquistare 10 kWh di energia elettrica, (…omissis…) sarebbe costato circa 1€”,
      tu ne vorresti far pagare uno “50€” ? Ho capito bene ?
      Su quale manuale di economia hai studiato questi accorgimenti ? 🙂

    • flavio

      …sullo stesso che insegna il conto energia (fotovoltaico), i certificati verdi e simili…
      se quella fv vale 0,44€ non vuoi mettere un bonus a questa, che sarebbe fatta a mano?

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