Solo salumi e bruschette d’ora in poi. Mi dispiace sinceramente ma pare che all’esatta combinazione della solita sfilza di “se”, dovremo rinunciare al cocktail di gamberi. Ebbene sì, un audace team di ricercatori ha assunto un investigatore privato, il quale, avvalendosi di tecniche all’avanguardia (tra cui anche le immagini da satellite), si è infilato tra le lenzuola di questi simpatici animaletti, scoprendone le abitudini amorose. Si è così potuto determinare quali siano i tempi di questi incontri, scambio di amorosi sensi che deve avvenire con il giusto anticipo rispetto all’esplosione della fioritura di una particolare alga di cui pare si nutrano i larvotti. Bene, anzi male, non ci crederete mai, se la temperatura di superficie dovesse aumentare, può darsi che questo implichi anche un riscaldamento in profondità , perciò addio banchetti a base d’alga per le larve, addio gamberetti per la nostra salsa rosa.
Questi sono dei geni. Siamo in un periodo di crisi e loro sono riusciti a farsi finanziare una ricerca di questo genere. Per carità , sia chiaro che vogliamo sapere tutto su gamberi, gamberetti e affini, ma si può sapere che bisogno c’era di fare il solito peana del rischio global warming? E si smentiscono pure da soli, perchè, per avvalorare la loro pessimistica previsione, citano un picco negativo delle temperature di superficie della zona incriminata tra gli anni ’80 e ’90, cioè quando la stufa del global warming funzionava a tutto vapore. Evidentemente i nostri eroi sono ignari del fatto che l’unica campagna di misurazione seria delle temperature oceaniche ha evidenziato l’assenza di alcun trend che non sia ricondicibile alle oscillazioni di breve, medio e lungo periodo di cui si conosce piuttosto bene l’ampiezza. Ma loro no, dritti per la loro strada trasformano una cosa seria come quella della ricerca sulla vita animale in un teatrino da operetta. E la BBC (avete capito bene, non viene da Televattelapesca questa mirabolante scoperta) ci si tuffa allegramente ricamandoci su una bella presunta tragediola.
Ma quanto costa una pagina di un network importante come la BBC? Non era meglio offrire una bella cena a base di gamberi (l’ultima) alla solerte “science reporter” che l’ha firmata?
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PS: Grazie a Maurizio Morabito per averci dato di che sorridere in questo week-end.
Alla BBC c’e’ una linea editoriale molto forte in favore dell’AGW. Non lo dico io, lo dice una “fonte anonima della BBC” sul cambioclimatistissimo Guardian.
Vedrai che faranno in modo che ogni giorno esca qualche notizia mirabolante sulla catastrofe imminente, in preparazione del summit di dicembre a Copenhagen.