Quanto segue è la traduzione di questo post uscito sul blog di Donna Laframboise.
Oggi sabato 31 marzo saremo tutti ripetutamente invitati a partecipare a Earth Hour, l’Ora della Terra. Per aiutarci a prendere decisioni informate riguardo questo evento, proietterò un po’ di luce su alcuni fatti poco conosciuti. Per cominciare: L’Ora della Terra è [semplicemente] un prodotto creato da un gruppo di imprese.
Lanciata a Sydney, in Australia nel 2007 non c’è mai stato niente di spontaneo e amatoriale al riguardo. Non c’è una storia di attivisti squattrinati che lavorano nell’oscurità e si riempiono di calli le mani sperando contro ogni speranza di attirare l’attenzione sulla loro causa.
L’Ora della Terra è, invece, il frutto di due grandi entità imprenditoriali: il World Wildlife Fund (WWF) e Fairfax Media Limited.
Ho discusso precedenza la dimensione e la portata del WWF. In breve, ha uffici in 30 paesi e impiega 5.000 persone. Nel 2010, i ricavi internazionali sono stati pari a quasi tre quarti di miliardo di dollari. Quando cerca di assumere personale in posizioni di responsabilità il WWF fa esattamente quello che fanno altre grandi imprese – mette annunci di lavoro nella rivista The Economist. Quando ha deciso di lanciare l’Ora della Terra ha fatto qualcosa di perfettamente naturale per un’impresa – ha formato una partnership commerciale.
Il partner è stato “il più grande gruppo media multi-piattaforma dell’Australasia”, quel Fairfax Media che possiede i maggiori quotidiani sia in Australia che in Nuova Zelanda – tra cui The Sydney Morning Herald, The Age, la Australian Financial Review, il Canberra Times, il Dominion Post, la stampa, e il Sunday Star-Times. Fairfax Media pubblica “quotidiani metropolitani, agricoli, e regionali, e giornali delle comunità locali”, possiede riviste di consumo e “un portafoglio di importanti siti web,” e gestisce anche alcune stazioni radio (fonte: qui – pagina salvata qui).
Come spiega il sito aziendale:
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Per il periodo di sei mesi chiuso 25 dicembre 2011, Fairfax Media ha registrato un fatturato al netto delle imposte , e un profitto rispettivamente di 1,23 miliardi di dollari e 135.7 milioni di dollari rispettivamente.
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Il blog “Boy on bike” ha scavato copie dei bilanci Fairfax, che confermano che possiede un terzo dell’ora della Terra. Evidentemente questa società non si limita a riferire notizie in argomento, è anche nel business della “promozione ambientale”.
Penso che questo sollevi una seria preoccupazione etica. Uno dovrebbe essere del tutto ingenuo per credere che i giornalisti dipendenti da Fairfax Media siano liberi di dire cose negative su l’Ora della Terra – o circa l’ambientalismo in generale. Eppure una recente inchiesta indipendente in Australia sul rapporto tra i media e le regole al riguardo, non fa alcuna menzione dell’Ora della Terra nelle sue 474 pagine.
Probabilmente, quindi, le persone che partecipano a questo rituale annuale a luci spente stanno dimostrando il loro sostegno per l’ambientalismo a base corporativa. Stanno anche dicendo che è OK per le imprese che lavorino nei media di gestire la diffusione delle notizie, piuttosto che limitarsi a riferire su di esse.
Eh, si, lo ammetto, dell’ora della Terra non ne sapevo proprio niente. Oggi, giornale radio delle 13 di rai radio 1, la cosa è giunta alle mie (distratte) orecchie. La prima sensazione è stata di fastidio: l’ennesima c****ta ambientalista del tipo “M’illumino di meno”. Poi ho ascoltato un tizio che pontificava circa la necessità di aderire ad un’iniziativa che aveva lo scopo di fare pressione sui decisori politici circa la necessità di risparmiare energia. Seguiva l’invito, nel caso si dovesse cambiare casa, di scegliere un’abitazione “a risparmio energetico certificato” in modo da risparmiare sulle bollette di luce, gas ed acqua. Poco prima lo speaker del GR aveva precisato che la bolletta elettrica sarebbe aumentata dal 1° aprile di circa il 10% (9,8%, per la precisione). Egli ha aggiunto che questo fatto è fortemente negativo per imprese e famiglie (chi lo avrebbe mai detto). Ha continuato riferendo che, probabilmente, è il caso di rivedere la politica dei generosi incentivi alle rinnovabili decisi dal precedente governo (che incidono sulla bolletta elettrica per circa il 4%). La chiosa, inevitabile, è stata: perdurando la situazione attuale è inutile lamentarsi della scarsa competitività delle nostre imprese visto che esse pgano l’energia il 30% in più delle imprese europee.
Insomma, gira e rigira, il problema è sempre lo stesso: in Italia l’energia costa più che altrove e questo rende la nostra economia non competitiva. Perché la nostra energia costi di più è cosa nota: no al nucleare, no ai rigassificatori, no alle centrali a carbone, si agli incentivi alle rinnovabili (e non solo). Di questo passo una sola cosa è assicurata: la recessione economica, la riduzione del PIL, l’aumento delle tasse, l’impoverimento delle famiglie e delle imprese. In altre parole la “decrescita felice”.
Invece di preoccuparsi di risolvere il problema del costo eccessivo dell’energia che azzoppa l’Italia, perdiamo tempo con iniziative cretine come “l’ora della Terra” e “m’illumino di meno”. Io, però, sono un bieco conservatore che non ha a cuore l’interesse dei propri nipoti, che fa propaganda per le “big oil”, la cui opinione non dovrebbe essere presa in considerazione e che sarebbe meritevole di essere chiuso in un lager in modo da evitare che la peste delle tesi negazioniste possa essere diffusa. Che dire: continuiamo così e che Dio ce la mandi buona!
Ciao, Donato.
Donato, decrescita infelice, non felice.
gg
Secondo i punti di vista, Guido. Per me o te, infelice, per altri felice.
Mi sa che qualcuno soffia sul fuoco per arrivare alla decrescita felice e ad un mondo libero dallo scientismo (o dalla scienza, a seconda dei gusti). 🙂
Ciao, Donato.
E’ solo qualunquismo Donato. Fa sentire partecipi e consapevoli, all’occorrenza individuando anche un nemico comune. Nessuno ci crede sul serio.
gg
Luigi – qualcuno l’ha già fatto ma non volevo perdere troppo tempo riguardo questa pagliacciata dell’Ora della Terra. E per dimostrare che non c’è limite al peggio, ecco un commento da WUWT:
Maurizio,
ti propongo di ribaltare l’iniziativa lanciando l’ora della luce:
illiminare pe un’ora i palazzi e le vie per richiamare l’attenzione sul fatto che “il sonno della ragione genera mostri”.
Luigi