L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) ha diffuso un comunicato stampa lo scoro 23 marzo. Il titolo:
Dunque, il 2011 è stato l’undicesimo anno più caldo da quando si fanno misurazioni oggettive, cioè con i termometri. Non una gran notizia, ma prepara il terreno al seguito, cioè al fatto che nel decennio 2001-2010 il cambiamento climatico avrebbe accelerato. Difficile capire come possa averlo fatto se nello stesso decennio ha frenato il global warming. Difficile soprattutto perché questa affermazione dovrebbe essere corroborata da specifiche spiegazioni scientifiche, che in realtà non ci sono perché il documento decennale sullo stato del clima di cui si parla in questo press release non è ancora disponibile. Per ora, quindi, ci becchiamo solo la notizia a sensazione, a motivarla c’è sempre tempo.
Ma di tempo ne abbiamo, per cui diamo un’occhiata al comunicato.
Innanzi tutto la classifica. Siccome il fatto che il 2011 sia arrivato solo undicesimo non è un gran che – eccettuata la curiosa corrispondenza numerica – ecco pronto un primo premio creato appositamente per l’anno in questione: primo classificato tra gli anni in cui c’è stata La Niña, che ha un effetto raffreddante. Interessante. Nel comunicato però si dimenticano di ricordare che secondo l’ipotesi AGW avremmo dovuto veder prevalere condizioni di El Niño, per di più sempre più forti. E invece questa Niña pare sia stata la più forte degli ultimi sessanta anni. E le conseguenze si son fatte sentire in forma di eventi estremi sparsi per tutto il Pianeta. Sicché capiamo che sono le dinamiche raffreddanti a generare eventi intensi, non il contrario. Con una eccezione, una stagione degli uragani sotto la norma (anche questa in teleconnessione con La Niña), cui però ha fatto da contraltare una stagione dei Tornado come non se ne vedevano da decenni. Quanti? Più o meno tre, l’ultimo outbreak di tornado paragonabile a quello del 2011 c’è stato nel 1974. Indovinate un po’, in quegli anni le temperature medie globali scendevano.
Ma il bello deve ancora venire. Il ‘core business’ del comunicato è nell’anticipazione del report decadale sullo stato del clima. Sicchè il cambiamento climatico (che non si chiama più global warming per le ragioni di cui sopra) starebbe accelerando. Per rinfrescarci la memoria e per prepararci a una lettura che non sarà possibile prima di qualche mese, diamo un’occhiata a come viene solitamente inteso il concetto di accelarazione di un trend nella scienza del cambiamento climatico di cui l’IPCC – che nasce appunto da UNEP e OMM – è portavoce.
Questa immagine, tratta dal capitolo assegnato al WG1 e dal Summary for Policy Makers del Report IPCC del 2007, avrebbe voluto essere l’emblema del disastro imminente, ma è il più assurdo gioco di prestigio che si potesse immaginare di fare per far colpo sulla pubblica opinone. Di scientifico non ha neanche l’inchiostro usato per stamparla, infatti approdò nel report solo dopo la prima e la seconda revisione, per evitare appunto che qualche anima candida facesse notare che non solo è assurdo calcolare un trend lineare ad una serie tanto irregolare quanto quella delle temperature medie superficiali globali, ma calcolarlo su periodi di diversa durata è chiaramente una frode. Tanto che se si applicasse lo stesso procedimento a partire da destra il messaggio sarebbe contrario, il global warming sta frenando. Secondo questa ratio, una giornata di pioggia seguita da una di bel tempo e da una di neve rappresenterebbero nell’ordine la transizione dal clima tropicale a quello desertico, seguiti poi da una glaciazione. Se si può passare da un trend centenario a uno decadale con questa disinvoltura, perché non adottare direttamente quello giornaliero?
Con queste simpatiche premesse, siamo ansiosi di scoprire in base a quale sopraggiunta novità scientifica sarà possibile leggere nei prossimi mesi che il cambiamento climatico sta accelerando. Ma senza fretta.
Il paragone con gli iscritti allo stesso partito non è necessariamente valida: se ho capito bene, gli autori sostengono di aver fatto sì che la simulazione facesse girare parecchi modelli con parametri diversi tra di loro. Ovviamente dipende da come li hanno scelti. Questo addendum tecnico al paper dà un po’ di dettagli tecnici:
http://www.nature.com/ngeo/journal/vaop/ncurrent/extref/ngeo1430-s1.pdf
Non sono in grado di capire le formule. Invece sarei curioso di sapere qualche dettaglio sulla simulazione: quante ore di CPU ha richiesto. Vi ricorderete che in passato avevo commentato qui su CM la mia curiosità su questo tipo di approccio – cioè il calcolo parallelo sui PC degli utenti – perché aveva senso all’epoca del SETI, non nell’epoca del cloud dove le ore di CPU si possono affittare a basso costo, e avanzavo il sospetto di una “mossa di marketing”. Questo ovviamente di per sé non vuol dire niente sulla validità dei risultati. Ma, oltre alle ore di CPU richieste, vorrei sapere se il software per il calcolo è liberamente accessibile in modo che altri possano analizzarlo, magari ripetere i calcoli e validarli (o criticarli).
Questo ti fa onore.
A pagina 5 di questo pdf potete trovare una diversa interpretazione del variare del trend
(consiglierei la lettura dell’intero pdf, che è molto interessante)
http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2010/07/monckton-warm-abra-qq2.pdf
In base a quale sopraggiunta novità scientifica sarà possibile leggere nei prossimi mesi che il cambiamento climatico sta accelerando??
La risposta è qui
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/terrapoli/2012/03/26/visualizza_new.html_156958728.html
“Entro il 2050 la temperatura media globale della Terra aumenterà tra 1.4 e 3 gradi. Lo hanno calcolato circa 10.000 simulazioni fatte da una rete di volontari che hano messo a disposizione della ricerca i loro pc di casa. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, è stata coordinata da Daniel Rowlands, dell’università di Oxford, e da Isaac Held, dell’università di Princeton.
La possibilità di avere finalmente a disposizione una quantità di modelli senza precedenti permette di colmare alcune lacune delle simulazioni fatte finora.” Gulp!
MI SENTO MALE… POSSO?
Azz….il mio non lo hanno voluto!
gg
Se chiedessi a 10 mila, o anche 100 mila, di iscritti allo stesso partito (uno qualunque, purché abbia almeno 10 mila, o 100 mila, iscritti), qual’è il partito migliore, ci sarebbe dubbio sulla risposta ? Sarebbe la risposta condivisa dalla maggioranza ? Sarebbe la risposta vera ?
Che mi significano 10 mila simulazioni fatte tutte con la stessa visione pregiudiziale ? Niente, assolutamente niente.
Secondo me.