Dal news center dell’OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale) il comunicato stampa che lancia un interessante report sull’ondata di freddo del febbraio scorso.
Si esaminano sia gli aspetti puramente tecnici meteorologici che quelli relativi all’impatto, producendo anche un interessante storico degli eventi simili di cui si ha notizia, naturalmente con riferimento al periodo per il quale sono disponibili delle osservazioni oggettive.
Scopriamo così che il gelo che ha recentemente messo in ginocchio una buona parte del vecchio continente – Italia compresa – è stato praticamente un venticello fresco, per esempio rispetto a quello del 1956 o, ancor di più, quello del 1929.
Eventi definiti rari ed eccezionali ma non anomali se ci si riferisce ad una adeguata scala temporale, con un esame a livello continentale reso possibile assumendo che le situazioni sinottiche siano comunque paragonabili tra loro. Questo è possibile in molti ma non in tutti i casi, e soprattutto va tenuto a mente se si desidera scendere di scala spaziale. Cosa che non è negli scopi di questo report, perché per classificare gli eventi si è tenuto conto della ‘porta del freddo’, cioè dell’area attraverso la quale può e deve transitare l’aria artica continentale per muoversi dall’entroterra siberiano all’Europa. La cartina tornasole è la città di Posdam, per la quale si considera il numero consecutivo di giorni con temperature inferiori a -10°C.
Tutto molto interessante, tranne la classica buccia di banana finale.
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Tirando le somme, ondate di freddo di questa intensità, estensione e durata, sono diventate meno frequenti alla luce del global warming. Se il global warming continuerà in futuro, ci si dovrà attendere una ulteriore diminuzione della frequenza di queste ondate di freddo invernali, che nonostante ciò capiteranno di tanto in tanto e dobbiamo esservi preparati.
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Beh, dai, non è proprio una buccia di banana, c’è il condizionale. Un paio di anni fa non sarebbero state fatte ipotesi, avremmo avuto solo certezze. Anzi, sapete che vi dico? Quel “se il global warming continuerà” mi piace proprio!
Ha rifatto capolino l’anticiclone russo-siberiano, e questo è un evento. Mah…
che l’ondata di gelo che ha colpito l’Europa in febbraio fosse solo un pallido esempio del 1929 o 1956 era evidente e ne avevo menzionato il fatto in un mio post precedente, il ridotto periodo di tempo, solo 15 giorni, ne ha ridotto anche gli effetti ad una normale ondata invernale stile anni ’60, ma tirare in ballo sempre il globalwarming……apprezziamo il condizionale!
Strano! Qualche serrista antopogenico dice invece che a causa del GW dovremo aspettarci con più frequenza inverni freddi.Strano! Questi stessi signori tempo fa dicevano che il sud Italia era a rischio desertificazione a causa della riduzione delle piogge per via dell’anticiclone sub-tropicale sempre più invadente.A me sembra che siano un po’ confusi
E che vuoi più dalla vita? Il semplice fatto che si metta in dubbio che il GW continui nel futuro è una notizia di quelle eclatanti (a meno che non si tratti di un lapsus freudiano). 🙂
Ciao, Donato.