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Dalla Green Economy alla “Rainbow Economy”.

Convertitevi fratelli, l’Apocalisse è vicina!Ricordatevi che tutti dobbiamo morire!

Fino a pochi giorni fa la possibilità di salvarsi era alla nostra portata, sembrava di sentire il monaco Zenone nell’Armata Brancaleone, saggio predicatore medioevale:«Abbiate fede ne lo cavalcone! Isso è forte!». Per “lo cavalcone”, naturalmente, si intende la green-economy, l’unica in grado di salvare noi ed il pianeta dalla terribile anidride carbonica.

Questo l’incipit con cui a maggio 2010, e poi nuovamente a marzo 2011, iniziava il post “L’Unep lancia l’allarme: le risorse della green economy non sono infinite – Aggiornamento” con cui su CM si iniziava a scrivere riguardo il fatto che anche le “terre rare”, indispensabili alla green-economy ed alle tecnologie “più sofisticate”, non sono infinite. Proprio come i combustibili fossili.

Del 13 marzo 2012 la notizia che “La Cina va sempre più restringendo le sue esportazioni, provocando enormi distorsioni e dannose interruzioni della catena di approvvigionamento di queste materie sul mercato mondiale“. Lo ha detto il ministro americano al commercio estero, Ron Kirk, confermando la presentazione di un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

L’era dell’approvvigionamento di terre rare a buon mercato provenienti dalla Cina è destinata a finire, dato che il Paese intensifica il controllo di queste preziose risorse a causa delle preoccupazioni ambientali”, rispondeva l’agenzia ufficiale cinese Xinua. Un esperto cinese infatti spiegava: «La Cina fornisce al mondo enormi quantità di prodotti a base di terre rare. Però i costi ambientali non sono stati tenuti in conto durante la fissazione dei prezzi di questi prodotti. Lo sfruttamento delle terre rare dovrà essere maggiormente integrato e dovrà essere costruita una catena industriale per attenuare la pressione ambientale generata dalla loro estrazione eccessiva» (maggiori dettagli qui oppure qui).

Proprio così! Sembrava che la green-economy avrebbe magicamente fatto scomparire tutti i problemi: niente inquinamento, niente sfruttamento, produzione illimitata, niente guerre commerciali, nessuna necessità oltre ai raggi solari. Invece piano piano si scopre che produrre per la green-economy ha alti costi ambientali, che finora i paesi evoluti l’hanno fatto “dando lavoro” a basso costo a quelli meno sviluppati, che le risorse anche in questo settore sono finite e i prezzi rischiano di salire più del previsto, che il possesso delle “terre rare” probabilmente diverrà strategico come quello delle fonti d’energia tradizionali, che scoppiano guerre commerciali per i prodotti verdi come avveniva per quelli della old-economy, che anche per quel che serve per produrre energie “green” occorre farsi il problema del fine ciclo della vita.

Per il momento si tratta solo di segnali premonitori, però vedrete che con l’emersione inevitabile di problematiche non passerà molto che si comincerà a differenziare tra “green economy”, “green economy 2”, “very green economy”, “blu economy” o, perché no, anche “raimbow economy”. Quest’ultima incidentalmente esiste già!

Proprio come accaduto per i motori delle auto: ora che siamo a “euro 5” quelli rimasti a “euro 0” neanche possono entrare nelle città. Il vecchio motore di solito era di piccola cilindrata, 600-900 cc, l’attuale è almeno 1200 cc, molto spesso per trasportare nel traffico una sola persona in un volume riempito di aria climatizzata.

Chissà se per ridurre l’uso di “terre rare” qualcuno tra qualche decennio non proporrà per loro una “tassa ambientale”?

Sembra assurdo? Forse non lo è di più di quanto avrebbe potuto esserlo prevedere che l’Europa, nata dalla comunità del Carbone (CECA) e da EURATOM, evolvendo negli anni sarebbe divenuta paladina della “carbon tax” e “acerrima nemica” (a chiacchiere) dell’energia atomica.

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Published inAmbienteAttualitàEnergia

4 Comments

  1. Guido Botteri

    Green rainbow ? Fatemi capire… l’arcobaleno (rainbow) è il simbolo di tutti i colori (e cioè di tutte le idee, tutte le razze e via dicendo). Ora un arcobaleno “verde” (green) cosa rappresenterebbe ? Che tutti gli altri colori sarebbero “negazionisti” ?

  2. Paolo B.

    Fine dell’elettronica di consumo di massa, vero simbolo della società consumistica al tracollo. Niente più ipod, smartphone, televisori, computer, lettori/registratori DVD e tante altre diavolerie elettroniche così superflue.
    Con la produzione di terre rare in declino e saldamente in mano ai Cinesi che sono i maggiori possessori di giacimenti, ciao ciao a tanto ciarpame elettronico di massa. Sta declinando la produzione globale di tanti minerali oltre ai combustibili fossili (ma anche risorse rinnovabili). E’ tutto un sistema di civiltà che si sta rivelando insostenibile col declino delle risorse finite del pianeta.
    Poi Guido non venirmi a dire che sono pedante, in fondo molti tuoi post sono di fatto denunce relative ad un sistema economico terminale 🙂

    • Guido Botteri

      Proprio ieri c’è stato il lancio del nuovo iPad, detto, da alcuni l’iPad di terza generazione, da altri semplicemente il nuovo iPad. 🙂

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