Ebbene sì: Hansen lo fa, anzi l’ha fatto. Cosa? L’argomento è di grandissimo interesse, poiché pare che la coalizione mondiale contro il global warming, ormai certa al 99% delle nostre colpe climatiche, stia studiando come mettere mano al problema. Riduzione delle emissioni? Sequestro? Energie alternative?
Niente di tutto ciò, la soluzione si chiama “Cap and trade“. Ne abbiamo parlato spesso su CM e in poche parole possiamo dire che si tratti di un complesso sistema di domanda e offerta basato su un bene unico: l’anidride carbonica. Chi ne sequestra/riduce di più avrà crediti da vendere, chi non è così virtuoso invece li potrà avere, pagando. Mi perdonino i puntigliosi, la descrizione è volutamente sommaria perchè oggi vorrei che la nostra attenzione si spostasse sull’ultimo intervento pubblico di James Hansen. Scienziato di spicco della NASA, negli ultimi anni si è anche fatto portavoce delle tematiche ambientali e climatiche del pianeta Terra. Anzi, potremmo definirlo l’emblema della scienza che sostiene l’AGW.
Ebbene, il 2 maggio 2009 succede qualcosa di incredibile (almeno per i suoi ammiratori). Durante un convegno, tenutosi presso la Columbia University, Hansen dichiara con il suo solito stile chiaro, tagliente e sintetico:
(…) I hope cap and trade doesn’t pass, because we need a much more effective approach (…)
La sua speranza è che venga accantonato definitivamente il sistema cap-and-trade per implementare al contrario una carbon tax (per chi mastica di economia, ricordo che si tratta di una tassa pigoviana, ovvero applicata in presenza di esternalità negative, e l’inquinamento è tale). Fughiamo ogni dubbio: Hansen è contrario al sistema di scambio della CO2, lo definisce inefficace, ma come soluzione propone un sistema alternativo che porta in ogni caso ad un aumento dei costi. Quello che è interessante notare è che da mesi ormai, anche su Climate Monitor (ma siamo in foltissima compagnia), sosteniamo che il sistema di scambio delle emissioni di CO2 non sia affatto la strada migliore da seguire e anzi porterà all’ennesima situazione ambigua e intrisa di ipocrisia. Non ridurremo le emissioni, fino a che ci sarà qualcuno che, più virtuoso di noi, ci consentirà di “ripulire” la nostra aria spendendo soldi. Gli unici a giovarne saranno gli operatori delle borse (in barba a chi sostiene che si tratti di un processo “democratico”). Più tutta un’altra serie di inconvenienti, di cui per il momento non tratterò. Fino ad oggi, però, le critiche nei confronti del sistema di scambio delle emissioni mancavano di credibilità (nonostante ci fossero numerosi economisti a sostenerne l’inefficacia). Certo, ora che un climatologo eminente (pro-AGW) ha dato il suo parere sul sistema economico, ci sarà più di una semplice riflessione.
Quello del 2 maggio è un Hansen a tutto campo, decisamente più agguerrito che mai. La conferenza prosegue e vede il climatologo americano prendersela un po’ con tutti: dalle persone comuni (definite apatiche), al protocollo di Kyoto, sostenendo che
“didn’t do anything to global emissions”
ovvero che non abbia giovato minimamente alle emissioni globali, motivo per il quale
“we need real action, not just another Kyoto Protocol“
secondo Hansen abbiamo bisogno di azioni concrete, non di un nuovo protocollo di Kyoto.
Vogliamo utilizzare un po’ di fantasia? Ora che Hansen sostiene che il cap and trade sia la strada sbagliata, c’è da scommettere che il Congresso americano ci penserà due volte, prima di votare la legge in esame in queste settimane. A meno di seguire il consiglio di Mark Crane (rettore della Columbia University): chiamiamo il Cap and Trade nel seguente modo: “Rimborso per la riduzione dell’inquinamento”, questa definizione, secondo l’ideatore, è più plausibile per le masse.
Esisterà un paese al mondo dove non può arrivre la carbon tax? Atolli? No, vanno sott’acqua. Poli? No, si sciolgono. Deserti? No, si arroventano ancora di più. Mare? No, sale…vabbè, con la barca salga o scenda non cambia…ah, no, ci sono i pirati! Ok, mi sa che ci toccherà pagarla questa tassa pigoviana. Ma, un momento, cho lo ha detto che il riscaldamento è una esternalità negativa? Hansen? Ma se ha cambiato idea su Kyoto, forse cambierà idea di nuovo. Speriamo.
PS: interessante la nuova policy d’oltreoceano, molto più verde della precedente non c’è che dire.
gg