C’è poco da dire. Questo articolo di Fabio Pontiggia sul Corriere del Ticino mi è piaciuto. Per cui ve ne propongo la lettura.
I cambiamenti climatici sul nostro pianeta stanno uccidendo la capacità di dibattere e di confrontarsi con civiltà, tolleranza e razionalità. Nemmeno in casa nostra si va molto per il sottile. Ne abbiamo avuto conferma dalle reazioni suscitate con la pubblicazione di due articoli di Michele Fazioli nella rubrica «Fogli al vento» (Brrr, che caldo che fa! il 6 febbraio e Il freddo? Colpa del caldo! il 13 febbraio). Come si permette un giornalista che non è uno scienziato di mettere in discussione la teoria dominante secondo cui i cambiamenti climatici e l’asserito «surriscaldamento» del pianeta sono causati principalmente dall’uomo e dalle sue attività? Non sia mai. E subito scatta la scomunica infamante: è un «negazionista». Con il sottinteso che in quanto «negazionista» (come coloro che negano l’Olocausto) questo individuo non ha il diritto di esprimere le sue opinioni, perché in ambito climatico la verità sarebbe una sola, non contestabile, data una volta per tutte, convalidata da tutti gli scienziati che si occupano di clima.
Non è così che una democrazia moderna deve affrontare i problemi e discutere le possibili soluzioni. E non è così che la scienza, libera da ogni dogma, progredisce in una società aperta. Fosse quello il metodo, Copernico e Galileo oggi verrebbero accusati di negazionismo e mandati al rogo…
I miei complimenti all’autore dell’articolo. Credo che abbia colto nel segno. Mi ha colpito in particolare l’ultimo capoverso, l’accenno alla capacità di ascoltare.
Secondo me, quello che sottovalutano i sostenitori dell’AGW è quanto bassa sia la percentuale di consenso, rispetto a un media totale, tra chi ha una cultura scientifica generale, non espressamente rivolta alla scienza del clima. Mi spiego: quando mi capita di parlare del’AGW con qualcuno che abbia un background di studi scientifici, mi piacerebbe arrivare ad esporre le mie perplessità, ma non ci riesco quasi mai perché trovo uno scetticismo molto radicato, al punto che spesso mi trovo io a sostenere quella parte di AGW che trovo più convincente. E parlo di individui con forte sensibilità ecologica (persone iscritte al WWF, gente che detesta l’auto e prende la bici, ecc.). Naturalmente il mio è un campione statisticamente assai poco significativo e quindi, come dice il termine, non significa nulla.
Tuttavia, rifiutare un confronto con questo tipo di persone significa convincerle definitivamente della bontà del loro scetticismo.
Mi piacerebbe veramente uno studio indipendente (non so se già esista) che prendesse in esame un campione di laureati in Fisica, Matematica, Ingegneria, Statistica (lasciamo perdere lauree tipo economia o geologia o ingegneria mineraria giusto perché si potrebbe sospettare un bias dovuto al proprio ambito lavorativo) e un campione casuale e verificare le percentuali di consenso tra i due gruppi sull’AGW, soprattutto sulla bontà predittiva della teoria.
Altre nomination assicurate al premio che annualmente “i bravi” assegnano agli scettici climatici! 🙂
Noto che la pattuglia tende ad ingrossarsi man mano che il tempo passa. Non è che la cosa abbia qualche significato particolare?
Questo articolo, secondo me, è uno splendido esempio del danno che certe prese di posizione stanno arrecando alla scienza. Mentre CM, infatti, si rivolge ad una nicchia di lettori ben precisa e con certe caratteristiche, “Il Corriere della Sera”, “Il Foglio”, “Il Corriere del Ticino” si rivolgono ad un pubblico generalista. Che figura ci fanno gli scienziati di fronte ad un cittadino che paga le tasse e che si interessa saltuariamente di scienza che legge un articolo del genere? Chi ama la scienza non gode nel leggere un articolo come quello segnalato da G. Guidi, anzi, si rammarica in quanto si delinea il ritratto di uno scienziato chiuso nel suo mondo ed ostile verso chiunque ne sia estraneo (alieno, direbbe qualche commentatore che ogni tanto passa da queste parti). La realtà è, per fortuna, molto diversa e solo nell’ambito climatologico assistiamo a questa stucchevole “guerra di religione”.
Leggendo alcuni blog pro AGW (nostrani e non) ci si rende conto che la principale accusa rivolta agli scettici climatici è costituita dal danneggiamento che essi, con le loro critiche ai climatologi mainstream, procurano all’immagine della scienza e degli scienziati. Alla luce di questo articolo, mi sembra, che il danno maggiore al prestigio di scienza e scienziati lo procurano proprio coloro che sono convinti di rappresentare la scienza e gli scienziati: le vestali ed i sacerdoti del credo AGW (è inutile, ormai, chiamarla teoria scientifica).
E’ una semplice opinione personale (ed anche lo sfogo di chi è un convinto assertore dell’importanza della ricerca scientifica nella società moderna).
Ciao, Donato.
Chiedo scusa se insisto su questo argomento, ma il continuo insultare e tentare di zittire il dissenso con accuse di negazionismo è purtroppo un malcostume che è ancora vivo, e quindi va combattuto.
Continuo a leggere frasi tipo:
– Se avete avuto un infarto, da chi vi rechereste, da un cardiologo o da un dentista, chi ascoltereste ? –
Al solito, gli argomenti ambientalisti hanno un fondo di verità, ma alla fine arrivano a conclusioni assurde.
Perché ?
Nessuno “nega” la maggiore autorità di un esperto, di una persona competente, rispetto a chi fa un altro mestiere.
Ma tra le persone “esperte” e competenti non c’è affatto la pretesa coincidenza di vedute. Ci sono esperti climatologi (alcuni elencati in quella blacklist su wikipedia) che hanno idee diverse su cosa sia accaduto, in che misura sia accaduto, e perché sia accaduto, e quindi su cosa ci possa riservare il futuro. E finora i fatti stanno dando maggiormente ragione proprio a questa schiera “minoritaria” (come numero, appoggio mediatico e finanziamenti), a mio parere.
Non pretendo che condividiate il mio parere, se ne può discutere, ma vorrei ricordarvi l’ascensore di Al Gore, che è servito solo a procurargli un nobel e due oscar, ma che ha miseramente fallito come pronostico, come tante altre previsioni allarmistiche che non hanno trovato riscontro nella realtà.
Se contiamo il numero dei consensi, bisogna riconoscere una superiorità della tesi AGW,
ma
se contiamo i fatti, e la corrispondenza tra previsioni e realtà, sparisce questa pretesa “superiorità”.
Quindi, NON esiste una verità indiscutibile, ma solo “ipotesi” legate a “probabilità” (secondo me, pure esagerate), non “certezze”, e se non c’è “certezza” non c’è spazio per parlare di “negazionismo”. Punto.
Chiarito questo, distinguiamo tra il diritto di opinione (che caratterizzale democrazie e la libertà) e gli studi scientifici.
Certo se Celentano o Grillo chiamassero le loro esternazione “studi scientifici” molte persone si metterebbero, giustamente, a ridere.
Allo stesso modo, badiamo bene a capire cosa siano le “opinioni” (che sono un “diritto”, in una Società democratica) e cosa siano gli “studi scientifici”. Questi ultimi li fanno i ricercatori, gli scienziati, non Celentano, Grillo o chi, come me, non è climatologo.
Questo commento, per esempio, NON è uno “studio scientifico”, è una “opinione”.
Mi strillassero perché, senza essere espressamente climatologo, divulgassi un mio pensiero spacciandolo per “studio scientifico” capirei. Ma io, e come me tanti altri, non scriviamo “studi scientifici”, esprimiamo “opinioni”, praticando un nostro preciso diritto, almeno fin quando non sarà decretata la “sospensione della democrazia” invocata da qualche ambientalista.
Per esempio:
http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/174282/
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ci assegna dei diritti che qualcuno vorrebbe soffocare. Non potrebbe ragionare, secondo queste persone, chi non è “climatologo”, ma dovrebbe supinamente accettare quello che gli viene imposto dall’alto. Come la chiamereste ? Io, “dittatura”.
Eppure, né io né tanti che leggono queste pagine siamo stati cantanti o comici. Molti di noi hanno un passato scientifico di tutto rispetto, seppure non centrato sulla climatologia, ma sufficiente (non a “fare” climatologia, ma) ad avere un’opinione “non campata in aria” (scusate l’involontaria ironia) ma motivata. “Motivata” non implica che sia “giusta” necessariamente, ma per questo ci sono le discussioni, e si vedrà chi ha ragione (il tempo, cronologico, sarà gentiluomo).
Ma se queste pagine non sono lette esclusivamente da “climatologi”, sono però lette da meteorologi, ingegneri, ed ogni sorta di persone scientificamente competenti. Un ingegnere, per esempio, non progetterà un modello climatico (eppure io avrei la presunzione di pensare che una mia collaborazione potrebbe essere utile…perché un modello non implica solo competenze “climatologiche”) ma è capace di formarsi un giudizio, a fronte di ciò che viene detto, e a riscontro di ciò che invece accade.
Non sto parlando del diritto di CM di esprimere opinioni, ma del diritto in generale e ovunque di persone di cultura scientifica di esprimere il loro giudizio su forzature e allarmi che non li convincono.
Includo anche cantanti e comici, e ogni altra persona, a cui non contesto il diritto di parlare in sé, ma dei quali, eventualmente, posso non condividere i ragionamenti. Infatti ognuno ha diritto di avere interesse per argomenti scientifici. Sta poi alle singole persone dare un qualche spessore di serietà scientifica alle loro opinioni, documentandosi prima di parlare.
Ma, “negare” alle persone, qualsiasi mestiere facciano, il diritto ad esprimere le loro opinioni è una bruttura dispotica e antidemocratica che va respinta con forza e decisione.
Secondo me.
Opps, “abbaino” voleva essere “abbiano”, chiedo scusa per il typing error.
Chi vuole spegnere il dibattito ? Chi pretende che parli solo “l’esperto” (purché appartenga allo schieramento giusto, e quindi con esclusione di quelli, altrettanto esperti, che abbaino un’idea diversa, come da blacklist degli scienziati “negazionisti”) ? Chi ?
Vi dico la mia personale, opinabilissima opinione, in tutta sincerità:
si oppone a che le persone esprimano liberamente il proprio pensiero chi ha torto, ha qualcosa da nascondere (e lo sa), non ha argomenti validi da opporre, ha sostanzialmente una mentalità dittatoriale (vogliamo dire “fascista” ?), o semplicemente vive in una beata, ma arrogante, ignoranza.
Tutti gli altri, quelli che ragionano con la loro testa, non hanno e non possono avere paura delle opinioni altrui.
Chi è convinto di aver ragione ricordi il fondamentale detto di Catone
“Tene rem, verba sequentur”
Perdonatemi, se continuo a ripetere questa frase, ma è alla base della mia filosofia di vita: se penso di avere ragione vado avanti senza paura, perché prima o poi le parole le troverò.
Opporsi al dibattito vorrebbe solo dire lasciare la decisione su ciò che sia maggiormente vero nelle mani del potere e della forza, NON della Scienza, che invece è anche dialogo, perché chi ha ragione ha anche migliori argomenti.
Secondo me.
Ho appena scoperto che anche il tizio che si occupa di Scientific American online è un cretino integrale quando si parla di clima, a livello di nostri passati anonimi interlocutori se non peggio. Ne ha parlato anche Bishop Hill.
Eccheppalle!!