Non c’è proprio niente da fare: i toni rimangono accesi e catastrofici. E poi vengono a dire a noi scettici che siamo più tondi di una campana. Di cosa sto parlando? Del fatto che una certa parte del movimento ambientalista ed ecologista leghi i cambiamenti climatici al controllo delle nascite. O meglio ancora, la salvezza dalle catastrofiche conseguenze dei cambiamenti climatici, passa proprio attraverso la pianificazione delle famiglie. Chiaramente, va innanzitutto dimostrato che i cambiamenti climatici saranno catastrofici, e già su questo punto vedete bene voi che tipo di dibattito specioso venga portato avanti dalle elite ecologiste.
E come se non bastasse, per far fronte a conseguenze di là da dimostrare, si propongono rimedi veramente incommentabili. Con il pretesto di ergersi a difensori della salute femminile, del diritto di auto determinare il proprio destino di donna (chi avrebbe mai coraggio di mettersi contro questi propositi?), attaccano la vita umana alla sua stessa base.
E lo dicono chiaramente1 :
Any morally acceptable pathway to prevent catastrophic global warming includes broad access to affordable birth control for the world’s women
Ogni percorso moralmente accettabile per prevenire il catastrofico global warming, include un largo accesso a opportuni sistemi di controllo delle nascite per le donne di tutto il mondo.
Cari lettori, qui tutto fa a pugni con tutto. Global warming catastrofico, mezzi moralmente accettabili (qui parlano di contraccezione, e possiamo capirlo questo punto, ma il non detto, per quanto sbandierato ad ogni simposio, è la pratica degli aborti a tappeto). Quindi è morale praticare ogni cosa, per evitare una ipotesi di là dall’essere dimostrata. Ed è morale avallare lo sterminio di milioni di bambini (non nati) in nome e per conto della religione serrista.
Sono certo che ora molti mi accuseranno di essere maschilista e di non avere a cuore la salute delle donne. Perchè vedete, cari lettori, nel momento in cui dichiarate di essere scettici sui cambiamenti climatici, vi diranno che siete “negazionisti” o al soldo delle compagnie petrolifere. Se poi, addirittura, osate mettere il dito nella piaga del controllo delle nascite, vi accuseranno di essere retrogradi e maschilisti. E, fate attenzione, le critiche incredibilmente (ma forse neanche troppo) arrivano sempre dagli stessi ambienti.
Come si può dialogare con gente che afferma che la contraccezione è il metodo più verde per contrastare il global warming? E si noti che non ce l’abbiamo con la contraccezione, ma con il sottostante non detto, che l’uomo è il male di questo pianeta e laddove non possa essere estirpato, va contenuto.
Welcome in the real (green) world.
“Est modus in rebus, sunt certi denique fines quos ultra citraque nequit consistere rectum.”
C’è una giusta misura nelle cose, ci sono giusti confini al di qua e al di là dei quali non può sussistere la cosa giusta.
(Quinto Orazio Flacco)
Tutta la questione dell’allarmismo climatico in fondo consiste in una questione di misura, di “quantità”, non di “qualità”.
La qualità ci dice che l’uomo, respirando, contribuisce alla percentuale di CO2 emessa nell’atmosfera. Sì, ma quanto ? Questa risposta ce la deve dare uno studio “quantitativo”.
Uno studio ci informa che l’uomo maschio emette più della donna. L’avessero chiesto a me, glielo avrei detto io, gratis, risparmiandogli la spesa. 🙂
http://www.ecoblog.it/post/11858/secondo-uno-studio-gli-uomini-inquinano-molto-di-piu-delle-donne
Sì, ma quanto incide questo “di più” nell’economia del pianeta, e sulla sua presunta “salvezza” ?
Ovvero, che ce ne facciamo di tale dotto studio ? Uccidiamo tutti gli uomini maschi e creiamo un mondo di sole femmine per “salvare il pianeta” ?
(Spero che condividiate che la domanda sia retorica, e che la risposta delle persone sensate debba essere un coro di “no”)
Si potrebbe fare un altro studio, altrettanto dotto, sul confronto tra l’uomo e, che ne so, l’elefante. Tranquilli, vi risparmio la spesa, vi do subito io il risultato qualitativo, gratis. (sono un generoso)
L’elefante emette più CO2 dell’uomo. Che facciamo, sterminiamo gli elefanti ?
Est modus in rebus. Per quanto gli elefanti, quando respirano, emettano più CO2 degli uomini, l’aspetto quantitativo di questo “inconveniente” non è drammatico per il pianeta.
Hanno fatto un altro dotto studio sui matrimoni, e hanno concluso che emettono più CO2.
http://www.ecologiae.com/matrimonio-anidride-carbonica/42276/
Che facciamo ? Proibiamo i matrimoni ? Oh, capisco bene che per i maltusiani sarebbe una cosa auspicabile, niente matrimoni, possibilmente niente rapporti uomo-donna, così pericolosi per la possibilità che nascano degli allegri e vispi pargoletti, che a me e ad ogni altra persona normale ispirano tenerezza, ma che agli occhi dei maltusiani costituiscono un indesiderato, odiato incidente, tanto che qualcuno se l’è presa con Beckham, colpevole (ai loro occhi) di aver avuto un figlio !
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/411967/
Per chi come me ha una educazione cristiana, allevato con insegnamenti ben diversi (“sinite parvulos venire ad me”, “crescete e moltiplicatevi”), i figli sono una benedizione di Dio, e se c’è una cosa in cui credo fermamente è che Dio vuole l’amore verso i bimbi (nel senso di volere il loro bene – visto che c’è, purtroppo, chi prova altri tipi di “amore”, di ben diversa e perversa natura, che causano il loro male, invece). Questo amore, che io credo voluto da Dio (ma ognuno è libero di pensarla come vuole, lo dico per gli amici atei) spinge madri, per esempio, come certe gazzelle, a offrirsi, col sacrificio supremo di sé, al leone per salvare il loro piccolo.
Ecco dunque che la volontà di Dio (supposto, come io credo, che esista) è certamente opposta a quella dei maltusiani, ragion per cui io sostengo che Malthus, che fu un sacerdote, fosse un ipocrita, in aperto contrasto con gli insegnamenti cristiani che avrebbe dovuto invece lui stesso condividere e divulgare.
Questo amore, che si può spingere fino al supremo sacrificio di sé, garantisce la volontà della continuazione della specie, comandamento ben inculcato nel DNA (credo) di ogni essere vivente, virus compresi.
Ogni specie vivente, o semivivente, persegue la continuazione della specie, con l’unica eccezione dei maltusiani e simili, che si spingono fino ad invocare l’estinzione della propria specie
http://www.vhemt.org/iaboutvhemt.htm
Io invece penso che ogni cosa sia come una medaglia, che ha due facce, e se l’uomo è causa di molti danni alla natura (ma bisognerebbe valutarne obiettivamente la vera entità ed incidenza), lo stesso uomo è anche salvatore per tanti altri aspetti.
Chi mi legge da tempo, sa bene che non saranno gli scoiattoli o le murene a salvare i panda, ma solo l’uomo può farlo.
Chi ha del sale in zucca, e non l’ha sparso sulle strade durante qualche nevicata ( 🙂 ), sa pure che l’opera di mitigazione della natura (talvolta matrigna e sterminatrice) da parte dell’uomo ha salvato e salva tantissime vite, umane e di animali, e perfino vegetali.
Avrei in mente tanti altri esempi, ma il post è già troppo lungo, vengo al tema principale di questo mio intervento.
Dunque, molti allarmi si basano su aspetti qualitativi, che hanno un certo contenuto di verità in sé:
è vero che la temperatura media globale è aumentata nell’ultimo secolo (ma non negli ultimi anni);
è vero che l’uomo contribuisce all’aumento della CO2 atmosferica, sia perché respira (oddìo!), sia con le sue attività (un uomo che riposa sul divano emette meno CO2 di un muratore che si sta massacrando di lavoro per costruire una casa…anche questo risultato scientifico ve lo fornisco gratis);
è vero che i divorzi fanno emettere più CO2 (come se fosse questo il problema…)
http://www.tgcom24.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo390828.shtml
è vero che il fotovoltaico fornisce energia da una fonte rinnovabile (il Sole)
(ma con una tecnologia che non è affatto rinnovabile, sia per la sua durata – una ventina di anni -, sia per i materiali impiegati, che pare che siano soggetti ad un picco che anticiperebbe quello del petrolio….);
è vero che l’eolico fornisce energia da una fonte rinnovabile (il vento, e cioè, indirettamente ancora dal Sole…. ma anche lui usa una tecnologia non “rinnovabile”);
e sono vere (qualitativamente) tante altre affermazioni (almeno parzialmente)
ma
se andassimo a fare i calcoli quantitativi, ci accorgeremmo che tanti problemi in realtà sono più presunti che reali, esagerazioni o paure infondate, e che tante soluzioni sono o inadeguate, o irrisorie (qualcuna illogica, altre controproducenti, altre ridicole).
Insomma, come ingegnere sono abituato a tener conto di tutti i parametri. Ai tempi dei miei studi universitari mi dicevano di progettare senza badare ai costi (a cui avrebbe pensato chi si sarebbe occupato dell’ingegnerizzazione del mio progetto), ma questo tipo di mentalità è prettamente accademica, e quando vorrebbe imporsi sul mercato fa più danni che benefici.
Spesso vengo rimproverato di pensare troppo al denaro. Strano, mia moglie pensa tutto il contrario, di me. 🙂
Ma quando si progetta la salvezza del pianeta (o anche compiti meno elevati, e più pratici…) NON si può prescindere dai costi, pena il fallimento dell’opera, o comunque l’impossibilità di impiegare i vostri fondi (che non sono infiniti) in altri compiti.
E’ un concetto semplicissimo, ma non è chiaro ai serristi, che ti dicono che comunque vale la pena di farlo, magari sulla base di quel NON scientifico “principio” che va sotto il nome di “principio di precauzione”. Precauzione, potrebbe anche andar bene, ma a che prezzo ? Per precauzione, temendo una rapina, ci si potrebbe cautelare, ma questi provvedimenti presi per evitare eventuali rapine hanno un costo, e non tutte le vecchiette che vanno a ritirare la pensione possono permettersi la scorta e l’auto blindata !
Allora, stiamo coi piedi per terra, senza mettere il principio di precauzione avanti (e al posto del-) la ragione.
Allo stesso modo, ci sono “precauzioni” che implicano un costo, anche in diritti, in democrazia, in libertà, in indipendenza, e non solo in vil danaro, che dovrebbero farci applicare il principio di precauzione nel senso di salvaguardare questi valori (ed altri, minacciati da certe follie). Ebbene sì, il principio di precauzione può essere applicato in un verso, e anche nel suo opposto (è anche per questi aspetti che, a differenza del principio di Archimede, per esempio, NON è un principio “scientifico).
Questo concetto del costo si sposa bene col discorso sugli aspetti “quantitativi” di certi allarmi, e di certe “soluzioni”.
Per esempio, una fonte energetica (qualcuno avrà capito a quale mi riferisco 🙂 ) che fosse il 2,5 % del 25,5% (cioè lo zero virgola qualcosa) non può essere considerata sostitutiva di fonti energetiche serie, come il petrolio, il gas o il carbone, se abbiamo presente un discorso anche vagamente quantitativo e non solo qualitativo.
Est modus in rebus, dunque, ma anche dovremmo aggiungere che quando ragioniamo dovremmo tener presente la scala in cui agiscono le varie grandezze (anche grossolanamente) per non proporre soluzioni che non sono in grado di soddisfare esigenze a grande scala, ma solo limitate esigenze, a scala molto più bassa, come sono molte energie alternative proposte da varie persone.
Secondo me.
Ringrazio tutti per la costruttiva e pacata discussione scaturita.
F.McG.
Sono perfettamente in sintonia con l’articolo e sbalordito che ci siano persone che si ergono come santoni nel tempio a far finta di compredere il clima (un casino inenarrabile anche per gli addetti ai lavori) e prendere come spunto le catastrofi NATURALI per dire che l’aborto è prassi normale ma non abbastanza. Secondo questi occorre umentare di più la prassi come uno sterminio di massa “elegante” (elegante perche non nato, e poco visibile).
E’ sempre colpa nostra, dell’uomo: l’effetto serra, gli uragani, le alluvioni….ma per piacere!
Pitta
Tutti gli organismi internazionali concordano nel ritenere che OGGI vi sia cibo a disposizione per nutrire 10-12 miliardi di persone. Se siamo 7 miliardi, e 1 miliardo soffre ancora la fame è colpa soltanto dell’inefficienza (per non dire altro) dell’attuale modo di produzione. Le stime prevedono che la popolazione mondiale possa arrivare ad un massimo di 9,5 miliardi intorno al 2050 (cito a memoria, potrei sbagliare qualcosa ma la sostanza è questa) per poi cominciare a diminuire (nel capitalismo più aumenta il benessere e meno figli si fanno, non si sgarra: così capiterà, e sta già capitando, a India e Cina). Tutto questo con buona pace di “ambientalisti” e neo malthusiani!
Ciao!
P.S:: è la prima volta che mi connetto a questo sito, e questo è il primo articolo che leggo. Non sono avvezzo ad inviare post, ma sono rimasto colpito dal suo buon senso (così lontano dal senso comune).
“Numerosi ricercatori sostengono, in accordo con la teoria della catastrofe di Toba, che attorno al 70.000 a.C. l’intera specie umana fu decimata da un terribile cataclisma naturale…”
La realtà potrebbe, addirittura, essere stata peggiore. Tra 195.000 e 123.000 anni fa, infatti, le condizioni ambientali, sembra, che abbiano ridotto la specie umana sull’orlo dell’estinzione. Solo un unico gruppo di pochi sapiens riuscì a sopravvivere in una specie di arca naturale molto particolare. Essa è stata individuata in un punto della costa sud africana che, all’epoca, era emerso ed ora è sommerso dalle acque del mare. In quell’area l’uomo riuscì a sopravvivere grazie all’abbondanza dei molluschi marini. Quel piccolo, sparuto gruppo di esseri umani, sembra, che sia stato all’origine dei miliardi di individui che oggi popolano la Terra. “Le Scienze” novembre 2010 – Quando il mare salvò l’umanità di Curtis W. Marean.
La natura mai è stata benigna. Il mondo che noi conosciamo è completamente diverso da quello del passato: il 99% delle specie viventi che lo hanno popolato si è estinto a causa degli sconvolgimenti climatici ed ambientali(naturali, NON antropogenici) che nell’arco di milioni di anni si sono verificati. Possiamo dire, con similitudine piuttosto macabra, che viviamo su una montagna immensa formata dai cadaveri degli esseri viventi che ci hanno preceduti e si sono estinti prima che noi nascessimo come specie. Viviamo in un mondo fragile e mutevole che noi, come le altre specie viventi, contribuiamo a plasmare. Siamo, però, talmente piccoli ed insignificanti di fronte alle terribili forze della natura che il solo pensiero di riuscire a dominarle, mi lascia molto perplesso.
Ciao, Donato.
Ho scritto poco tempo fa appunto che la Natura non è giusta e posso aggiungere, con te, che non è benigna. A dirla tutta, lo è talvolta e talvolta no.
Darwin osservò l’evoluzione delle specie, e disse che sopravviveva chi si sapeva adattare… non so se abbia scritto anche (ma è implicito in ogni caso) che NON sopravvive chi non si adatta. L’estinzione delle specie è un fatto naturale, ed è avvenuto molto spesso, come anche tu hai fatto notare.
Alla luce di queste considerazioni potremmo dire che la pretesa di opporsi ad ogni cambiamento ed a ogni estinzione (in nome della biodiversità) da parte degli ambientalisti è “innaturale”.
Non ho detto “cattiva”, ho detto “innaturale”, che è altro concetto.
Anche a me dispiacerebbe se si estinguesse il panda, ma questo non vuol dire che salvarlo dall’estinzione sia “naturale”. Chiamiamo le cose col loro nome.
Una posizione ideologica contro le estinzioni in genere mi sembra cervellotica, ma salvare qualche specie non mi sembra cosa cattiva. Innaturale, ma non cattiva.
Anche impedire catastrofi naturali, operando sulla natura (argini, e ogni altra opera che si opponga al libero scatenarsi delle catastrofi) non è “naturale”, ma è cosa buona e giusta.
Se arrivasse un grosso asteroide, capace di distruggere ogni forma di vita sulla Terra, e noi riuscissimo a deviarne la rotta, salvando la Terra… sarebbe un intervento “non naturale”, ma assolutamente auspicabile e benedetto.
Ci sono molti mali, molti disastri, molte catastrofi assolutamente naturali, e anche molti veleni, e sarebbe ora che guardassimo a ciò che è naturale con occhio meno utopistico, meno ingenuo, meno ideologico, perché non sempre ciò che è naturale è meglio.
La capacità di dominare il fuoco fu cosa “naturale” ? No, assolutamente no, tanto che scatenò l’ira dei potenti di allora, che inventarono il mito di Prometeo perché nessuno si permettesse di far progredire l’umanità.
Ma l’umanità sta molto meglio da allora, e anche se molte persone sono state vittime del fuoco (una medaglia ha sempre due facce), sono molte, ma molte di più le persone che dal fuoco hanno avuto enormi benefici.
Lasciar fare alla natura è una mostruosità che attira sempre più persone, frastornate dagli abili discorsi di persone che odiano l’umanità, ma chi ama sé stesso (condizione necessaria per amare gli altri) e quindi ama, appunto, gli altri e desidera il bene dell’umanità, prosegua sulla via del progresso.
Secondo me.
Guido scrive -Se arrivasse un grosso asteroide, capace di distruggere ogni forma di vita sulla Terra, e noi riuscissimo a deviarne la rotta, salvando la Terra… sarebbe un intervento “non naturale”-
Siamo sicuri che non sia naturale? Perchè se l’Uomo è prodotto dalla natura allora è naturale anche ciò che produce l’uomo, cioè se la natura ha prodotto un organismo intelligente in grado di costruire manufatti atti a proteggere il suo habitat, come un guscio ha protetto le tartarughe e un nido ha protetto gli uccelli, allora non vedo la differenza. E’ solo un livello superiore di organizzazione della natura stessa, fa parte dell’evoluzione. La linea di confine è tra il prima dell’Uomo e il dopo. Comunque, anche prima dell’Uomo, l’apprendimento era già stato “inventato” dalla natura, dunque era questione di tempo la possibilità che sorgesse una specie animale in grado di arrivare alle stelle, e per farlo non poteva far conto solo sul corpo e sull’istinto occorreva l’apprendimento, per sviluppare il controllo dell’ambiente. E’ anche chiaro che oggi, come 100000 anni fa, l’apprendimento non può rimanere esclusivamente all’interno dei cervelli biologici, quindi l’invenzione/evoluzione del linguaggio e della scrittura prima e delle macchine poi fanno presagire un orizzonte addirittura non biologico, ma non per questo, non naturale.
Ragazzi, se il riscaldamento è antropico e 2+2=4, allora meno “antropi” ci sono in giro meglio è, ça va sans dire.
Non sarà che l’AGW è la scusa per ridurre la popolazione ?
Bill Gates propose di ridurla del 15% (cioè circa un miliardo di persone in meno) mediante “vaccini e sistema sanitario”.
Io avrei immaginato che vaccini e sistema sanitario dovessero essere usati per l’effetto opposto, salvare la gente.
http://www.youtube.com/watch?v=7YMqIC1xKmY
Per coloro che dovessero essere d’accordo con gli obiettivi di portare l’umanità a 500 milioni di persone (come è nel progetto di altri gruppi ambientalisti) vorrei chiedere quanti Italiani e quanti Africani pensano che sarebbero inclusi in questi 500 milioni….
Quindi, prima di dar ragione a qualcuno, guardino da che parte è puntata la pistola (in senso metaforico, si spera), perché potrebbero trovarsi sulla traiettoria della pallottola proprio di coloro a cui stanno dando ragione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Georgia_Guidestones
da cui estraggo il primo “comandamento” (quello fondamentale):
“Mantieni l’Umanità sotto 500’000’000 in perenne equilibrio con la natura.”
Alla fin fine tutto torna al solito nodo, alla visione statica delle risorse, l’incapacità di comprendere la dinamica del mondo, e quindi il terrore della fine delle risorse, per cui bisognerebbe in qualche modo ridurre la popolazione, con le buone o con le cattive, come risulta da qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/John_Holdren
da cui estraggo questo breve punto:
In 1977, Paul R. Ehrlich, Anne H. Ehrlich, and Holdren co-authored the textbook Ecoscience: Population, Resources, Environment; they discussed the possible role of a wide variety of solutions to overpopulation, from voluntary family planning to enforced population controls, including forced sterilization for women after they gave birth to a designated number of children
e se non è chiaro, ribadisco:
“forced sterilization”
Altri pii propositi, da:
http://www.green-agenda.com/
“My three main goals would be to reduce human population to
about 100 million worldwide, destroy the industrial infrastructure
and see wilderness, with it’s full complement of species,
returning throughout the world.”
-Dave Foreman,
co-founder of Earth First!
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“The Earth has cancer
and the cancer is Man.”
– Club of Rome,
Mankind at the Turning Point
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“A cancer is an uncontrolled multiplication of cells;
the population explosion is an uncontrolled multiplication of people.
We must shift our efforts from the treatment of the symptoms to
the cutting out of the cancer. The operation will demand many
apparently brutal and heartless decisions.”
– Prof Paul Ehrlich,
The Population Bomb
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“A total population of 250-300 million people,
a 95% decline from present levels, would be ideal.”
– Ted Turner,
founder of CNN and major UN donor
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“… the resultant ideal sustainable population is hence
more than 500 million but less than one billion.”
– Club of Rome,
Goals for Mankind
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“One America burdens the earth much more than
twenty Bangladeshes. This is a terrible thing to say.
In order to stabilize world population,we must eliminate
350,000 people per day. It is a horrible thing to say,
but it’s just as bad not to say it.”
– Jacques Cousteau,
UNESCO Courier
Un esempio della incapacità di comprendere la dinamicità del mondo reale, e delle risorse, è nel concetto di impronta ecologica. Ci dicono che stiamo consumando un pianeta e mezzo (dov’è l’altro mezzo pianeta 🙂 ), ma se l’impronta ecologica fosse stata calcolata prima della domesticazione delle piante e degli animali, quando l’umanità, vivendo di sole caccia, pesca e raccolta era di un milione di abitanti, quanti pianeti sarebbero serviti, per sfamare la popolazione attuale ? Quasi sette mila ?
La risposta è che l’impronta ecologica NON è uno strumento scientifico, perché profondamente sbagliato come idea stessa.
ps
da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale
Breve storia della popolazione
Numerosi ricercatori sostengono, in accordo con la teoria della catastrofe di Toba, che attorno al 70.000 a.C. l’intera specie umana fu decimata da un terribile cataclisma naturale, che la ridusse a poche migliaia di individui.[4] Dal disastro (fino al consolidarsi delle prime scoperte nel campo dell’agricoltura) la popolazione tornò ad aumentare sino a stabilizzarsi su circa 1 milione di abitanti, il cui stile di vita (basato su caccia e raccolta di viveri) non permise una crescita costante e mantenne la densità demografica nelle zone abitate su valori molto bassi in confronto all’epoca attuale.