La Groenlandia è davvero un luogo interessante e non sto parlando degli splendidi paesaggi. Da qualche anno a questa parte è diventata la frontiera per lo studio del Global Warming antropico. Fondamentalmente è stata assurta a paradigma dell’incalzante riscaldamento globale. Diciamo che lo stato dell’arte della climatologia ci parla di una Groenlandia i cui ghiacciai scivolano in mare a velocità mai viste fino ad oggi. Questo chiaramente è direttamente correlato alle temperature crescenti del pianeta. Non dimentichiamo che la Groenlandia ci ha regalato l’unico altro set di carotaggi glaciali così estesi e dettagliati a disposizione degli scienziati. L’altro proviene dall’Antartide.
E proprio utilizzando i dati provenienti dal sito più elevato in Groenlandia, il GISP2, un gruppo di scienziati e ricercatori ha condotto una nuova indagine sui campioni di aria intrappolati nel ghiaccio. La carota utilizzata ha consentito di ricostruire con estrema accuratezza la temperatura della neve (attenzione, non dell’aria) negli ultimi 4000 anni. Va detto fin da subito che i ricercatori utilizzano una nuova metodologia che sfrutta il rapporto tra isotopi di azoto e argon. Il gruppo di ricerca è capitanato da Takuro Kobashi del National Institute of Polar Research di Tokyo.
Perfetto, fin qui il dovuto preambolo tecnico. Ora viene la parte succulenta, perchè i risultati che si porta dietro questo studio, pubblicato su AGU1 sono davvero molto interessanti. Onde evitare i soliti equivoci: non parleremo della Verde Groenlandia nè dei dorati campi d’orzo che prosperavano nelle assolate estati groenlandesi. Evitiamo fin da subito questo avvitamento classico tra serristi e scettici.
Secondo recenti studi, la fusione dei ghiacci groenlandesi è causa del 4-23% dell’aumento del livello globale degli oceani. L’aspetto interessante, tuttavia, riguarda le temperature. Sembra infatti che l’andamento delle temperature groenlandesi diverga dal trend globale, negli ultimi 168 anni. Da qui la deduzione che la variabilità insita nel trend delle temperature sia ascrivibile alla natura. Alcuni esempi: nel periodo 1919 – 1932 la Groenlandia ha registrato un riscaldamento superiore di ben un terzo rispetto al riscaldamento registrato tra il 1994 e il 2007. Cherry picking? Ditemelo voi, intanto vi fornisco un ulteriore dato: la temperatura media dell’ultima decade è simile a quella del decennio 1930 – 1940. Questi esempi sono racchiusi nello studio in oggetto, ma ciascuno di essi è frutto di altrettanti studi. Quindi, a occhio, possiamo escludere il cherry picking. L’andamento delle temperature, secondo i ricercatori, almeno localmente è da ascrivere all’andamento di NAO ed AMO.
Tanto per convincerci di quanto detto, osservate il grafico qui sotto.
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A questo punto qualcuno sosterrà che siamo ancora nell’ordine del “worst than we thought”. Comunque gli anni più recenti sono “caldissimi”. In buona sostanza ci troveremmo nella parte finale della famosa mazza da hockey. Ora allarghiamo il nostro campo visivo agli ultimi 1000 anni. Cosa possiamo dire? Innanzitutto che l’ultimo millennio vede ben correlate le temperature della Groenlandia con quelle dell’emisfero settentrionale, salvo qualche oscillazione più ampia nei valori, dovuta probabilmente alle amplificazioni polari. Per il resto (quasi) nulla di nuovo. Si vede chiaramente il periodo caldo medievale, la discesa delle temperature durante la PEG e il riscaldamento più recente. Ecco un altro grafico.
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E ora allarghiamo il nostro campo visivo per un’ultima volta: inquadriamo gli ultimi 4000 anni di storia climatica groenlandese. La temperatura media degli ultimi 4000 anni è pari a -30,7°C con una deviazione standard di 1,0°C. Il trend multi millenario è consistente con quello estratto con altre metodologie. Quello che emerge dalla ricostruzione è un periodo più freddo in corrispondenza dell’Età del bronzo, a cui segue un periodo di ottimo termico. Un successivo raffreddamento millenario, durante l’Età del ferro. Emergono chiaramente anche le condizioni termiche più favorevoli durante l’Impero romano, perdurate fino al periodo caldo medievale. E infine, come già detto, troviamo ben evidenziata dai dati, la PEG e il nostro… riscaldamento.
Ma attenzione: a questo punto si stenta a definirlo “unprecedented”, osservate il prossimo grafico.
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Per sintetizzare gli ultimi 4000 anni: escludendo l’ultimo millennio, sono state registrate ben 72 decadi con temperature di 1-1,5°C superiori alle attuali. Addirittura in ben due occasioni, della durata di cento anni ciascuna, le temperature sono state superiori di 1°C alle attuali. In ultima analisi le attuali temperature, secondo lo studio, sono ampiamente all’interno della variabilità naturale. A questo punto finisce lo studio vero e proprio, perchè poi iniziano i paragrafi per cercare di metterci la classica toppa: i nostri dati sono particolarmente scomodi, ma non preoccupatevi: o è colpa dello studio, o comunque nulla potrà fermare il Global Warming Antropico. E infatti viene estrapolato un trend per sapere quando la Groenlandia tornerà “rovente” come un tempo. Ebbene, correrà l’anno 2100.
In attesa che venga smentito tutto, vi lascio con la classica formula di commiato (ormai tutti gli studi terminano con questa formula di cortesia), lo studio conclude:
Notwithstanding this conclusion, climate models project that if anthropogenic greenhouse gas emissions continue, the Greenland temperature would exceed the natural variability of the past 4000 years sometime before the year 2100
- GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, VOL. 38, L21501, 6 PP., 2011 doi:10.1029/2011GL049444 [↩]
Secondo me ormai distribuiscono i timbri per le frasi finali. Se ne potrà avere uno?
gg
Cari climate monitor vi leggo sempre anche se praticamente non commento più. Questa volta però voglio fare un plauso all’impostazione dell’articolo perché riflette l’importanza di una corretta lettura dei dati per non stravolgere la realtà. I tre grafici sono l’emblema della distorsione della realtà che sovente ci viene proposta e venduta come oro colato da chi ha secondi fini. E dimostra una cosa fondamentale e spesso dimenticata. I grafici non sono di per se oggettivi, ma possono essere maniplati ad arte per far emergere trend, valori, picchi, minimi , massimi ecc. che non esistono (altro esempio i grafici sulla concnetrazione di CO2) . E in questo gli AGW e l’iPCC sono da sempre stati maestri. Quindi concludo dicendo che questo post mette in luce una problematica cui bisognerebbe prestare molta attenzione tutte le volte che qualche “esperto” in ogni campo, non solo climatico, ci mostra un grafico per mostrarci la veridicità e la bontà delle sue affermazioni. E questo vale ancor di più per tutti i modelli GIS che ci propinano sull’AGW, ma anche su altre cose. Modelli ancora più accattivanti e “convicenti” dei grafici, perché sono in grado di riproduirre visivamente la realtà. Diciamo che grafici e modelli sono in rapporto fra loro un po come il telegrafo e la televisione.
Infine vorrei approfittare per porre una questione la cui risposta potrebbe eventualmente diventare il tema di un post.
–> A chi vanno concretamente i soldi della carbon tax, chi li gestisce?, Come sono gestite e da chi le azioni quotate in borsa della carbon tax? Supposto che questi soldi servano a qualcosa e che l’AGW esista (visto che per la scienza ufficiale l’economia ufficiale la politica ufficiale il dibattito é “over”) come vengono effettivamente spesi per mitigare concretamente gli effetti del riscaldamento?
Grazie e buon lavoro a tutti
Una bella serie di domande Giovanni. Cercheremo di documentarci.
gg
Quello che non capisco se i dati sono cosi evidenti, perchè tutti credono ancora in questo GW? Qui come in altri articoli, è evidente la discrepanza eppure si ostinano a farcirci la testa della fine del mondo, perchè? Tutto per creare un mondo Green e investire soldoni su cose “inutili”?
PITTA
2100! Non c’è nulla da fare: la mia curiosità è destinata a non essere soddisfatta. Non saprò mai se si verificherà il disfacimento climatico o le temperature superficiali aumenteranno e diminuiranno secondo i normali cicli naturali. A meno che il trend di aumento della durata media della vita umana non segua le sorti delle temperature superficiali: una bella mazza da hockey, in questo caso, sarebbe la benvenuta 🙂 .
Ciao, Donato.