Alcuni giorni fa abbiamo parlato di uno studio di recente pubblicazione in cui sono state riviste le misurazioni dellla radiazione totale uscente dal top dell’atmosfera (TOA) e i dati provenienti dalla rete osservativa oceanica ARGO, stabilendo che l’incertezza delle misure di fatto autorizza a credere che il mare abbia stabilmente continuato ad immagazzinare quella quantità di calore che necessariamente deve essere nel sistema in base all’alterazione del bilancio radiativo causata dal forcing antropico.
Climate change e oceani, niente ‘calore scomparso’ o niente calore? – CM 30 gennaio 2012
L’assorbimento consisterebbe in 0,50 ± 0,43Wm2. Nonostante l’incertezza sia pari quasi alla misura, aspetto questo che dovrebbe di per se invalidare le conclusioni, questa quantità di calore riporterebbe la situazione in pareggio, giustificando l’assenza di riscaldamento misurato negli ultimi 10/15 anni nonostante la forzante antropica non abbia perso un colpo.
Subito dopo, è stato pubblicato un altro studio, stavolta a cura del Met Office, in cui si afferma che nonostante si vada incontro ad un periodo di bassa attività solare – che si suppone possa avere un effetto raffreddante sul sistema – l’effetto di questa tendenza sarà sostanzialmente risibile. I conti sono semplici tutto sommato. Per stabilire che una eventuale variazione in negativo dell’attività solare non avrà effetti sul clima, basta ignorarla nei propri calcoli. Come del resto è stato sempre fatto.
Niente minimo solare, siamo inglesi! – CM 31 gennaio 2012
Niente forcing solare, tanto calore in eccesso, tanto forcing antropico. I tasselli tornano a posto, tuttavia, per completare il quadro di questo splendido gioco di squadra, mancava una nuova e più accurata stima dell’alterazione del bilancio radiativo. Pronti, basta chiedere. Ecco pronto uno studio ad hoc.
Earth’s energy imbalance and implications – Hansen et al., 2012 – Atmospheric Chemistry and Physics
Ma c’è qulacosa che non torna. Leggiamo l’abstract (il neretto è mio)
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Abstract
Improving observations of ocean heat content show that Earth is absorbing more energy from the Sun than it is radiating to space as heat, even during the recent solar minimum. The inferred planetary energy imbalance, 0.58 ± 0.15 W m−2 during the 6-yr period 2005–2010, confirms the dominant role of the human-made greenhouse effect in driving global climate change. Observed surface temperature change and ocean heat gain together constrain the net climate forcing and ocean mixing rates. We conclude that most climate models mix heat too efficiently into the deep ocean and as a result underestimate the negative forcing by human-made aerosols. Aerosol climate forcing today is inferred to be −1.6 ± 0.3 W m−2, implying substantial aerosol indirect climate forcing via cloud changes. Continued failure to quantify the specific origins of this large forcing is untenable, as knowledge of changing aerosol effects is needed to understand future climate change. We conclude that recent slowdown of ocean heat uptake was caused by a delayed rebound effect from Mount Pinatubo aerosols and a deep prolonged solar minimum. Observed sea level rise during the Argo float era is readily accounted for by ice melt and ocean thermal expansion, but the ascendency of ice melt leads us to anticipate acceleration of the rate of sea level rise this decade.
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Dapprima tutto bene, l’alterazione del bilancio radiativo è prossima al valore che nello studio precedente è stato fornito per l’assorbimento di calore degli oceani. Però, dopo aver fatto notare che i modelli attuali sottostimano il forcing negativo degli aerosol, si afferma che l’assorbimento del calore da parte degli oceani ha subito di recente un rallentamento, le cui cause sono identificabili in un contraccolpo degli effetti dell’eruzione del Pinatubo (1991) e in un profondo minimo solare, che avrebbe inciso per circa 0,25Wm2.
Anche in questo lavoro, tuttavia, nonostante siano citate alcune fonti bibliografiche che ipotizzano un forcing solare ben più ampio di quello operato dalla sola TSI (radiazione solare totale), si tiene di fatto conto solo di quella e il risultato è efficacemente riassunto nel titolo che l’articolo della NASA che presenta questo studio (Hansen lavora per la NASA, incidentalmente) riassume così:
Earth’s Energy Budget Remained Out of Balance Despite Unusually Low Solar Activity
Ma insomma, le temperature non sono aumentate, il mare potrebbe aver assorbito interamente il calore in eccesso ma potrebbe anche non averne assorbito affatto, il Sole, dal canto suo, sarebbe responsabile per circa la metà di questo calore in eccesso, e a questo risultato si arriva prendendo in considerazione soltanto quella variabile solare che una volta qualcuno chiamava ‘costante solare’. A me sembra ci sia un po’ di confusione nel parco del consenso. Mi sa che qualcuno comincia davvero a rendersi conto che le cose non vanno come previsto. Che novità…
Arrivano i soccorsi… La PEG potrebbe essere di origine vulcanica.
https://www2.ucar.edu/news/6338/study-may-answer-longstanding-questions-about-little-ice-age