I lettori ricorderanno che alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un post in merito alla scoperta di un elevato numero di squali ibridi nelle acque prospicenti l’Australia orientale. Una ibridazione, si leggeva su vari media, attribuibile alla necessità di adattarsi ad un ambiente reso più caldo dal riscadamento globale.
Uno squalo in un bicchier d’acqua – CM 7 gennaio 2012
Avendo constatato che il comunicato ufficiale dell’università del Queensland non faceva alcun riferimento né al GW né ai cambiamenti climatici e dopo aver letto una smentita ufficiale di una ricercatrice che ha partecipato al programma di studio, abbiamo chiesto a corriere.it e greenreport.it se non fosse il caso di rettificare la notizia.
Il corriere ci ha ignorati, si vede che hanno troppo da fare. Greenreport no, e di questo ringrazio moltissimo la loro redazione, dimostratasi efficiente e disponibile al confronto.
Ecco l’articolo con cui, citando proprio la nostra richiesta, sono tornati sull’argomento.
Squali Ibridi, Global Warming e ricerca scientifica – Greenreport 9 gennaio 2012
La nostra segnalazione è stata dunque accolta, ma con riserva. E la riserva sarebbe nel fatto che, uno dei ricercatori ha smentito di aver collegato questa ibridazione al global warming o ai cambiamenti climatici, ma di aver suggerito che potrebbe essere comunque un segnale della ricerca di adattamento a modifiche ambientali, un suo collaboratore della John Cook University – il programma è condiviso tra i due atenei – avrebbe effettivamente fatto il collegamento in modo esplicito. Fonte alcuni media, leggiamo su greenreport, tra cui The Asian Age.
Al media in questione si arriva anche direttamente dal sito dell’università neozelandese (news del 4.01.2012 alle 15:01). In calce al testo è riportata la fonte: AFP. Sicchè mentre l’università del Queensland ha fatto un comunicato stampa, quella neozelandese riporta invece il lancio d’agenzia. Ma non è questo il problema. Infatti nell’articolo di greenreport le opinioni dei ricercatori sono tutte virgolettate, nel lancio dell’AFP e nellarticolo di The Asian Age quella di Colin Simpfendorfer, che pare abbia fatto l’equazione ibridi=global warming non lo è, anzi, forse non è affatto una sua opinione, quanto piuttosto un ricamo del redattore.
Forse perché non lo ha detto? Non lo sapremo mai, anche se il sospetto è forte, come è solida la certezza che tutta questa faccenda l’abbia messa in piedi l’AFP, da cui tutti hanno attinto a piene mani. E forse non lo ha detto perché facendo ricerca in quelle acque sa che le temperature di superficie cambiano anche di 5°C con le oscillazioni dell’ENSO, vale a dire nell’arco di pochi mesi. Per uno scienziato diventa quindi difficile vendere la notizia che una variazione pari alla decima parte di questa oscillazione occorsa in venti anni ma fermatasi dieci anni fa possa aver innescato la corsa al sesso selvaggio degli squali pinna nera! O forse sì, ma solo per la componente ludica della faccenda!
Concludo volentieri rinnovando la nostra gratitudine alla redazione di Greenreport che, pur non convincendoci ancora, ha effettivamente riportato il discorso su temi più specificatamente ambientali e non climatici. Per carità, entrambi leggittimi, purché siano però supportati dai fatti. Nella fattispecie, di fatti accertati ci sono solo eventi come quelli nell’immagine in calce a questo post: squali che fanno baldoria.
[…] problema, avrebbe potuto indignarsi perché, sempre sul Corriere, si è scritto recentemente che gli squali ibridi australiani sono una conseguenza del global warming, quando chi li ha scoperti si e’ invece ben guardato […]
[…] dal riscaldamento ad accoppiarsi con altri “pinna nera” di una specie differente. Su Climate Monitor del 10 gennaio è stato pubblicato uno spiritoso articolo del meteorologo Guido Guidi nel quale meglio di […]
ho letto che alcuni nostri politici abbiano trascorso delle notti alle Maldive. Avrebbero pagato, ho letto, fino a 5 mila dollari a notte.
Lasciando stare qui la questione morale in un momento di sacrifici, come dobbiamo interpretare la scelta proprio di queste Maldive, che starebbero per essere sommerse dal mare (tant’è vero che hanno dovuto tagliare un albero che stava lì a dimostarre il contrario) ?
Certo che questi “profughi climatici” si fanno pagare bene…
E mi interrogavo sulle doti subacquee degli aeroplani che “ammareranno” nell’aeroporto 🙂
Immagino già i turisti, con maschera e bombola di ossigeno, uscire dall’aereo-sottomarino e nuotare verso la riva, in mezzo agli squali. Niente paura, nella logica ambientalista gli squali sono vegetariani e amici dell’uomo 🙂
Ah, il corriere vi ha “ignorati”?
Beh, forse è perchè sono “ignoranti”, tendono a ignorare abbastanza.
Però c’è una consolazione, dato che pubblicano questo sul terribile dramma delle Maldive… E non mi riferisco alla vacanza dei nostri politici, che già questo sarebbe un problema mica da ridere, mi riferisco allo scioglimento delle calotte polari causato dal SUV a carbone di GG.
http://www.corriere.it/ambiente/12_gennaio_10/maldive-sommersi-australia_ed8a959e-3b8a-11e1-9a5f-c5745a18f471.shtml
Vi si legge tra l’altro che “quattordici delle 220 isole abitate (su un totale di 1.087) sono state già abbandonate per l’erosione delle coste.” … meschini.
Probabilmente gli aeroporti che stanno colà costruendo serviranno per la fuga in massa della popolazione, non certo per favorire l’arrivo in massa dei turisti.