Esprimere desideri il primo dell’anno è troppo scontato. Facciamolo un giorno prima, anzi due. Un desiderio semplice semplice:
Alla prossima adunata oceanica di clima-responsabili, vorrei che fosse messo all’ordine del giorno di occuparsi per un giorno solo di un problema reale. Per tutto il resto della kermesse si potrà poi continuare tranquillamente a disquisire di aria fritta o, nella fattispecie, tassata.
Il problema reale in questione è del resto intimamente connesso con la suddetta aria in padella: una parola (anzi due) che a detta del Corriere della Sera farà presto concorrenza al termine spread davanti ai banconi dei bar, negli ascensori e, naturalmente, nelle redazioni dei media di ogni sorta. Land grabbing (furto della terra), ovvero la corsa di Stati sovrani e multinazionali varie ad accaparrarsi sconfinate porzioni di terra nei paesi poveri, Africa su tutti, ma anche India, America Latina e, ci crediate o no, anche l’est del vecchio continente.
Produzione di cibo per la propria sicurezza alimentare ma soprattutto produzione di biocarburante. Sì, avete capito bene, proprio quel surrogato di combustibile con il quale si vorrebbe contrastare la presunta origine antropica del riscaldamento globale con il placet delle Nazioni Unite e dei vari panel che ne costituiscono la prima linea nella lotta al clima che cambia.
Su CM ne abbiamo parlato già ad ottobre. La voce comincia a circolare, chissà che il desiderio non possa essere esaudito.
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