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Informazione ‘Terra Terra’.

Quella che vedete qui sopra è una foto risalente allo scorso dicembre in Inghilterra, più precisamente a Londra. Eravamo alle porte di una glaciazione poi non avvenuta perché il clima ha fortunosamente ripreso il suo corso.

Ora ci risiamo, ma con un rischio dal segno opposto. Saremmo infatti sulla soglia dell’inferno climatico. Una riflessione inevitabile che viene leggendo le pagine del quotidiano ecologista “Terra”, secondo il quale il sole di cui stiamo godendo a dicembre (con alterne fortune tra l’altro di cui in redazione non devono essersi accorti) sarebbe una diretta conseguenza del riscaldamento globale.

[image title=”UK – 7 Dicembre 2010″ box=”full-one-third” align=”left”]http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2011/12/uk-snow-cover-dec-7th-2010.jpg[/image]
Ma il destino, e quelle climatico non fa eccezione, sa essere ancora più beffardo. Questo sole, che illumina tra l’altro anche le Alpi svizzere, starebbe generando ottime performance per l’impianto fotovoltaico di recente installazione con cui si vorrebbe alimentare il primo skylift eco-sostenibile del Pianeta. Peccato che non ci sia neve sciabile sulle piste.

Anche questo, naturalmente, accade a causa del global warming. L’occasione è dunque propizia per l’impegnato quotidiano, per snocciolare un po’ di numeri circa lo stato di salute dei ghiacciai alpini, ivi comprese le previsioni di perdita di ricavi dell’industria del turismo invernale nel suddetto inferno climatico. A fornirle è il CMCC, che in tutta evidenza deve essersi recentemente convertito alla moda del rapporto Stern del 2007: dimmi quanto hai caldo e ti dirò quanto guadagni (o ci rimetti, nella fattispecie).

E’ tutto? No, perché nello stesso pur breve articolo, si fa la conta anche delle specie aliene nel Mediterraneo (aliene, non Alien…). Circa cento pare, giunte attraverso lo stretto di Gibilterra e il canale di Suez. Hanno tutte nomi spaventevoli, chissà perché. Sempre ai solerti redattori sfugge il fatto che le specie aliene arrivano per la maggior parte per un fenomeno che si chiama Migrazione Lessepsiana, dal nome di colui che ha progettato e realizzato il Canale di Suez. Uova o neonati veri e propri portati nella pancia delle navi insieme all’acqua caricata per stabilizzarsi. Il resto lo fa la capacità di adattamento. Per cui il loro aumento di numero e consistenza, dovrebbe semmai far capire che un ipotetico habitat in corso di cambiamento potrebbe non essere un dramma, come del resto è sempre stato.

Vabbé, chiamatela allergia da wikipedia, perché è in effetti lì che sarebbe bastato andare per documentarsi al riguardo, ma nella solerte redazione devono avere altro da fare.

Formidabile la chiosa del pezzo:

“per l’istituto per la ricerca sul mare si sarebbero introdotti nel Mediterraneo, tramite Gibilterra o il Canale di Suez, oltre 100 pesci sub-tropicali. Perché il riscaldamento del pianeta non risparmia niente e nessuno.”

Nemmeno loro.

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Published inAttualitàNews

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