Se domani vi sveglierete e guadagnerete di più (ok, è solo un esempio…) ci saranno dei beni che non acquisterete più (la vostra domanda di quel bene diminuisce), ma ci saranno anche dei beni che finalmente potrete acquistare o acquisterete in quantità superiore (la vostra domanda di quel bene aumenta). In economia si distinguono varie tipologie di bene, nella fattispecie stiamo parlando di beni normali e di beni inferiori.
I beni normali sono quei beni, come avrete capito, la cui domanda aumenta, all’aumentare del reddito. Così come, se diminuisce il vostro reddito ne diminuisce la domanda, a parità di prezzo. Un bene cosiddetto inferiore è invece molto particolare: all’aumentare del vostro reddito, la domanda di tale bene diminuisce. Prendete per esempio un reddito basso e l’acquisto di una macchina. Questo reddito potrà accedere all’acquisto di una macchina economica, magari di importazione. Se domani la stessa persona disporrà di un reddito superiore, a meno di comportamenti irrazionali, acquisterà una automobile di marca superiore, magari di un produttore nazionale. La domanda del bene di importazione, quindi, è destinata a calare.
[image title=”Beni normali, di lusso, inferiori – Fonte, la Rete” link=”http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2011/12/choice_01.gif” lightbox=”true” box=”content-one-half” align=”left”]http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2011/12/choice_01.gif[/image]
Un altro esempio esplicativo sono i viaggi in autobus. Se il vostro vincolo di bilancio è ristretto, un economico viaggio in bus sarà decisamente preferibile. All’aumentare del reddito disponibile, avrete possibilità di accedere a mezzi di trasporto più costosi, sarete anche più disponibili a spendere più denaro, in cambio del minor tempo.
Torniamo però all’argomento di questo sito: il clima e quello che gli gira intorno. In questi anni gli analisti hanno avuto modo di osservare un fenomeno piuttosto inatteso. Da fine 2007, l’economia globale ha dato segni sempre più forti di frenata, se non di recessione. Quanto ci si attendeva è che le emissioni di CO2 crollassero e rimanessero su livelli più bassi, almeno fino ad una completa ripresa dell’economia mondiale. Ma così non è stato, infatti dopo un primo crollo delle emissioni, queste hanno ripreso a salire. Solo nel 2011, le emissioni di CO2 sono aumentate del 3%.
Il punto allora è: se a fronte di politiche fin qui messe in atto, per ridurre le emissioni di gas serra, unitamente alla crisi finanziaria, hanno determinato un crollo dell’economia e della conseguente capacità di spesa / crescita globale, abbiamo registrato un aumento delle emissioni di CO2, allora ci troviamo di fronte ad un comportamento come quello dei beni inferiori. Attenzione, non stiamo affermando che le emissioni siano beni inferiori, anzi non sono proprio dei beni nè dei servizi. Ad ogni modo l’esempio ci torna molto utile, per effettuare un parallelo più comprensibile.
Ricapitolando, una vasta e profonda crisi economica e finanziaria invece di farci registrare una riduzione delle emissioni, ci ha restituito un aumento sostanziale delle emissioni stesse. Per continuare l’esempio dei beni inferiori, se da un giorno all’altro il vostro reddito diminuisse, chiaramente non potrete più permettervi un chilo di carne di Scottona (per esempio), ma acquisterete un chilo di carne trita (per esempio). Mutatis mutandis, una minor crescita globale si è tradotta in un aumento delle emissioni (quasi fossero, ma non lo sono, un bene inferiore).
Questo fenomeno è stato osservato per la prima volta in questi anni, ed è tutt’ora allo studio degli economisti1 . Ovviamente è un aspetto da comprendere appieno, per poter regolare meglio i futuri interventi volti a ridurre le emissioni. Se confermato il fenomeno, è chiaro che una qualsiasi manovra depressiva, volta a ridurre le emissioni, in realtà otterrà come risultato l’esatto opposto, proprio come è accaduto in questi anni.
Eterogenesi dei fini.
“L’espressione eterogenesi dei fini , in tedesco Heterogonie der Zwecke, fu coniata dal filosofo e psicologo empirico Wilhelm Wundt.[1][2] Con essa si fa riferimento a un campo di fenomeni i cui contorni e caratteri trovano più chiara descrizione nell’espressione «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali»” (da Wikipedia).
Donato, il parallelo prosegue nella direzione da lei tracciata, certo il discorso diventa molto complesso (entrano in gioco molti fattori), ma ritengo la sua una ottima osservazione.
Grazie e buona serata,
CG
Se ho capito bene il concetto, ci troviamo di fronte ad un “caso strano”. Per ridurre le emissioni di CO2 abbiamo introdotto delle misure di tipo economico che penalizzano i “grandi inquinatori”. Queste misure sono di tipo recessivo per cui deprimono l’economia. La frenata dell’economia (minor produzione) dovrebbe ridurre le emissioni. Esse, invece, sono aumentate. Il comportamento, effettivamente, è strano (controintuitivo, direbbe qualcuno). E’ come se la crisi determinasse maggior aumento delle emissioni.
Azzardo un’ipotesi. La crisi ha determinato una riduzione del reddito e, quindi, della capacità di spesa. I consumi, pertanto, si sono concentrati su beni di minor costo. Dal punto di vista energetico si sono utilizzati combustibili più economici, ma più “sporchi” (carbone, per esempio). Non potendo più acquistare il primo taglio, ci si orienta verso le frattaglie (per restare nel solco della similitudine portata avanti da C. Gravina). Ciao, Donato.