La scorsa primavera nelle cronache meteorologiche hanno tenuto banco l’outbreak di Tornado negli Stati Uniti centrali. Un anno prima, invece, era stata la volta delle alluvioni, per le quali ebbe un ruolo importante anche il disgelo della grande quantità di neve caduta nei mesi invernali.
Inutile dire che anche allora, come accade ormai più o meno regolarmente, l’indiziato numero uno per l’intensità degli eventi registrati è stato il cambiamento climatico. Oggi, per la precisione ieri e oggi, al meeting dell’American Geophysical Union, due meteorologi americani hanno presentato un poster con il quale attribuiscono l’intensità di quegli eventi alla sovrapposizione del getto polare e di quello sub-tropicale. Tecnicamente questo evento si definisce ‘merging’.
Le correnti a getto sono flussi di vento molto intenso che scorrono al limitare della troposfera nelle aree che separano l’aria polare da quella delle medie latitudini (getto polare) e quest’ultima dall’aria sub-tropicale (getto sub-tropicale). Dato il differente spessore della troposfera per le diverse latitudini, il getto polare scorre a una quota consistentemente più bassa di quello sub-tropicale. Normalmente, la circolazione troposferica è tale da mantenere una netta separazione tra i due flussi. In pratica è difficile che si eroda completamente il ‘cuscino d’aria delle delle medie latitudini che li separa. Tuttavia, in particolari condizioni di circolazione, come ad esempio la risalita verso nord del getto sub-tropicale per effetto di intensa convezione nella fascia intertropicale, o la discesa verso sud di quello polare per correnti con indice zonale molto basso, può capitare che i due flussi si uniscano. Ne risulta un potenziale deciso aumento della capacità del vento in quota di accrescere la convezione e quindi intensificarne gli effetti, sia in termini di precipitazioni, sia in termini di fenomeni come i Tornado.
Questa sembra essere stata la causa degli eventi cui abbiamo accennato in origine secondo l’opinione di questi due studiosi. Si tratterebbe quindi di una dinamica strettamente meteorologica, ossia di breve periodo.
Interessante, vi consiglio di leggere qui il comunicato stampa della loro università.
Naturalmente, alla fine del comunicato arriva la ciliegina sulla torta in chiave climate change. Può darsi, dicono, che l’anomala posizione del getto sub-tropicale (rapidamente tornato poi a casa sua) sia una conseguenza del climate change. L’ipotesi, ancora naturalmente, va approfondita, perché in un ‘mondo che si scalda questi eventi potrebbero essere più frequenti.
Peccato. Mi era sembrata una cosa seria.
Sottolineo il “può darsi”. E’ la classica forma che, se collegata al cambiamento climatico, consente l’apertura miracolosa dei cordoni della borsa. Non vedo altra spiegazione perché, per il resto, il comunicato stampa sembra dire tutt’altro.
Ciao, Donato.