Con oggi cominciamo a commentare in diretta gli sviluppi della COP17 di Durban. Uno degli obbiettivi, anzi, direi che si possa definire l’obbiettivo finale, sarebbe quello di raggiungere un accordo che consenta di portare le emissioni a livelli tali da ‘mantenere’ l’aumento delle temperature medie superficiali entro i 2°C dall’inizio dell’era industriale.
Questo significa che ci sarebbe margine di manovra per ‘gestire’ 1,3°C di riscaldamento, perché 0,7°C ce li saremmo già giocati. Il fatto che manchi all’appello il 40% del riscaldamento che sarebbe dovuto arrivare secondo l’ipotesi antropogenica evidentemente è ritenuto marginale per valutare la validità di quell’ipotesi, ma questa è un’altra storia.
Ora io so che chi legge le nostre pagine sa perfettamente che nessuno possiede il controllo del termostato del Pianeta. Così come sa bene che questo Pianeta non ha nessun termostato.
Quando è saltata fuori questa assurda definizione di obbiettivi squisitamente politici a mezzo di applicazione di non si sa bene quali concetti scientifici non siamo evidentemente stati i soli a restare sorpresi e interdetti.
Phil Jones, che non ci stancheremo mai di ricordarlo è a capo del team di scienziati della Climatic Research Unit (CRU – nonché sede del WGI dell’IPCC) cui si riferiscono le email circolate nel novembre del 2009 (climategate) e la settimana scorsa (climategate 2.0), proprio in uno dei messaggi appena pubblicati affermava (mail 2263.txt):
[blockquote]Del limite dei 2°C si parla un sacco in Europa. Tuttavia non si spiega mai che cosa significa. Si tratta di 2°C per il Pianeta o per l’Europa? E poi, da cosa è/è stata calcolato il punto di partenza dei 2°C? So che non conosci la risposta [il suo interlocutore], ma non la conosco neanche io! Penso che abbiano tirato a indovinare (“out of thin air”). E penso anche che sia troppo alto. Se si tratta di 2°C a livello globale, potrebbero essere di più in Europa – specialmente nella parte settentrionale. Un limite migliore potrebbe consentire di mantenere un po’ di ghiaccio marino nell’Artico![/blockquote]
Cioè, non solo gli scienziati dettano l’agenda politica (o pensano di doverla dettare), ma quello che scaturisce poi in termini di decisioni (o desideri, nel caso dei 2°C), non ha alcun fondamento scientifico neanche per loro.
Se a qualcuno fosse sfuggito lo vorrei ricordare, su questa boutade dei 2°C ci vorrebbero fare delle leggi…
[…] dalle proiezioni climatiche con la stima delle attuali forzanti (Schwartz 2010) come analizzato qui. Secondo il noto serrista Kevin Trenberth (tra gli autori principali del 4° rapporto IPCC) il […]
Ho trovato questo sulla sensibilità climatica:
http://www.terradaily.com/reports/Climate_sensitivity_to_CO2_more_limited_than_extreme_projections_999.html
Vi si legge tra l’altro:
A new study suggests that the rate of global warming from doubling of atmospheric carbon dioxide may be less than the most dire estimates of some previous studies – and, in fact, may be less severe than projected by the Intergovernmental Panel on Climate Change report in 2007.
Authors of the study, which was funded by the National Science Foundation and published online this week in the journal Science, say that global warming is real and that increases in atmospheric CO2 will have multiple serious impacts.
However, the most Draconian projections of temperature increases from the doubling of CO2 are unlikely…
Studies based on data going back only to 1850 are affected by large uncertainties in the effects of dust and other small particles in the air that reflect sunlight and can influence clouds, known as “aerosol forcing,” or by the absorption of heat by the oceans, the researchers say.
High sensitivity climate models – more than 6 degrees – suggest that the low levels of atmospheric CO2 during the Last Glacial Maximum would result in a “runaway effect” that would have left the Earth completely ice-covered.
“Clearly, that didn’t happen,” Schmittner said. “Though the Earth then was covered by much more ice and snow than it is today, the ice sheets didn’t extend beyond latitudes of about 40 degrees, and the tropics and subtropics were largely ice-free – except at high altitudes. These high-sensitivity models overestimate cooling.”
On the other hand, models with low climate sensitivity – less than 1.3 degrees – underestimate the cooling almost everywhere at the Last Glacial Maximum, the researchers say.
The closest match, with a much lower degree of uncertainty than most other studies, suggests climate sensitivity is about 2.4 degrees….
In Conclusione]
“Hence, drastic changes over land can be expected,” he said. “However, our study implies that we still have time to prevent that from happening, if we make a concerted effort to change course soon.”
[Dunque, fortunatamente, abbiamo ancora tempo, chissà che ne pensa Hansen. Complimenti per i 2,4 gradi!!! Virtus in “media” e un colpo al cerchio ed uno alla botte…]
Reply
Visto Maurizio, ne abbiamo parlato qui http://www.climatemonitor.it/?p=21320
gg
La moderazione è davvero importante, sopprattuto in un momento delicato come questo.
Dobbiamo capire che cosa gestisce la temperatura sul nostro pianeta. Pregherei tutti di fare un passo indietro e di continuare a raccogliere informazioni in maniera assolutamente scientifica per decidere in futuro come utilizzare le nostre risorse.
Sappiamo certamente che il clima è sempre cambiato, questo è un dato di fatto.
Ma per orientare migliaia di migliardi di dollari e di euro in una direzione o l’altra il comune buon senso e l’intelligenza ci obbligano a confutare dati di migliaia di anni e non solo di poche decine. Questo lo dobbiamo a noi stessi, alla scienza e a tutte le persone che ogni giorno nel mondo muoiono di fame.
L’orgoglio personale non fa stare meglio le nostre famiglie. Un pò di umiltà davanti alle leggi che regolano il nostro universo siamo certi sia assolutamente indispensabile, sopprattutto da parte di chi si definisce scienziato.
Avrei suggerito anche io di fare un passo indietro ma negli ultimi tempi mi preoccupa sempre di piu’ chi viene avanti quando gli altri fanno un passo indietro. Continuo pero’ a suggerire che gli scienziati non si impiccino di ‘orientare’ e si limitino a fare il proprio mestiere: presentare i dati, con il loro errore associato.
Sono d’accordo. 🙂