Ci siamo, la conferenza di Durban è alle porte. In quella sede, stante l’acclarata impossibilità di fare passi avanti significativi in termini negoziali, sarà opportuno capitalizzare al massimo quanto già acquisito. Cioè, praticamente niente in termini di mitigazione climatica – esercizio inutile consistente nella volontà di mitigare ciò che mitigabile non è – ma qualcosa , anzi più di qualcosa, in termini economici. In poche parole soldini da spendere.
Ma, perché si possa procedere allo shopping occorre che qualcuno ci metta la pecunia, nella fattispecie la comunità internazionale, sempre prodiga di promesse, ma alquanto riluttante quando si tratta di erogare. E con la crisi che c’è la riluttanza si sta trasformando in fuga.
Sicché, con l’IPCC che recentemente non collabora essendosi messo a fare quello che avrebbe dovuto fare da sempre – leggi dire le cose come stanno, con le temperature che malgrado se ne sia accertato l’aumento (con le dovute riserve tra l’altro ma, tant’é) non ne vogliono sapere di tornare a salire, urge ricompattarsi attorno al consenso e procedere a mo’ di falange macedone nella direzione di sempre: il disastro c’è ma non si vede, abbiate fede che tra non molto, al massimo qualche decade, si vedrà, parola di scienziato consenziente.
Dalle rimanenze di magazzino, scorta cui si ricorre notoriamente in tempi di saldi e di presentazione di bilancio, rispunta fuori la percentuale bulgara del consenso scientifico: il 97% degli scienziati climatici concorda sul fatto che le temperature siano aumentate e che le attività umane ne siano state responsabili.
La consultazione risale al 2010, prima formidabile arma dialettica pre-CO2penhagen, poi pistola fumante ma a salve pre-Can’tcun, ora assordante esplosione di una bolla di sapone.
Leggete qui, da Science Daily:
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Una recente consultazione tra scienziati climatici condotta da ricercatori dell’università dell’Illinois, ha trovato un accordo pressoché unanime circa il fatto che il riscaldamento globale di origini antropiche sia in atto.
Questo nuovo studio della George Mason University, tuttavia, utilizzando i risultati ottenuti da una consultazione nell’opinione pubblica americana, scopre che molti americani ritengono che la maggior parte degli scienziati climatici sia in realtà in disaccordo sull’argomento.
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Gravissimo. Per poter prendere decisioni importanti occorre la partecipazione della pubblica opinione, altrimenti, nisba.
Bene, circa il consenso vi rimando volentieri al post con cui abbiamo spiegato come sia scaturita la famosa percentuale del 97% con cui si definì quasi unanime l’opinione degli scienziati. Un numero forte dell’opinione di 75 su 77 individui interpellati circa il colore bianco del cavallo bianco di Napoleone.
Ho cambiato bandiera – CM, 6 gennaio 2010
Circa l’opinione pubblica, che volete farci, evidentemente il popolo è molto meno bue di quel che sembra.
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