SSSS, questa è l’abbreviazione. Non si tratta di una sindrome influenzale o, data la caratteristica estiva, di complicanze da eccessiva esposizione al Sole.
E’ una sindrome cui può andare incontro il sistema elettrico, ovvero le sue infrastrutture, per eccesso di offerta e scarsità di domanda.
Il denominatore comune delle fonti rinnovabili per eccellenza è infatti l’imprevedibilità. Il Sole brilla sempre, ma se ci sono le nuvole di sicuro non genera energia. Stesso effetto, anzi peggio, per le ore notturne. Il vento tira quando vuole. Può soffiare gagliardo e produrre grandi quantità di energia, ma non è detto che in quel momento ce ne sia bisogno, posto che la caratteristica imprescindibile della produzione e distribuzione elettrica è quella di rendere disponibile esattamente la quantità di energia necessaria in ogni momento.
Dal blog “Correnti” di Jacopo Giliberto, sulle pagine de Il Sole 24 Ore
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ecocronache da ecomondo.
come il fotovoltaico fa traballare il sistema elettrico e la rete.
qui ecomondo alla fiera di rimini.
in uno dei convegni, gallandi dell’rse (la società pubblica di ricerca del gruppo gse) spiega le nuove sfide per la sicurezza delle reti con il diffondersi degli impianti rinnovabili, e in particolare con eolico e fotovoltaico.
la cosa più temuta è la cosiddetta *sindrome del summer sunny sunday* (ssss), cioè una domenica con poca domanda di elettricità, le fabbriche spente e quindi scarsa richiesta di energia, e il fotovoltaico che produce a tutto fotone.
in queste condizioni il sistema elettrico è traballante. interrompe gianni silvestrini: “quest’estate – dice – in alcune giornate a bassa domanda in germania si sono trovati a dover gestire punte di 12mila megawatt fotovoltaici”. gallandi conferma: in casi come questi, le centrali convenzionali devono stare spente ma prontissime a entrare in servizio per garantire eventuali scostamenti imprevisti di produzione e per far partire l’illuminazione notturna quando il sole scende (e il fotovoltaico smette di produrre).
è necessario quindi preparare il sistema elettrico a distacchi di carico, cioè spegnere impianti fotovoltaici, se il sistema elettrico lo richiede. sennò si rischia un blackout. è vero.
quello che dicono gallandi e silvestrini è vero e stravero. insomma anche le tecnologie non programmabili devono *responsabilizzarsi* per evitare gli sbilanciamenti del sistema elettrico.
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http://energialibera.studenti.it/2010/10/07/energia-eolica-quando-il-troppo-vento-non-e-un-bene/
http://www.ecoblog.it/post/5359/turbina-eolica-disintegrata-dal-vento
14 Sep 2011:
http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/3812584/Windfarms-shut-by-too-much-wind.html
25 Oct 2011:
http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/3893761/Wind-farms-shut-because-its-too-windy.html
ma anche il poco vento è un disastro:
E se la domenica è molto ventosa ?
Certo che ti ci metti d’impegno a portare sfiga. Un problema alla volta, per carità!
Ciao, Donato.
Credo che sia un problema già verificatosi in alcuni paesi europei 😉
Come soluzione, però, non capisco perché spegnere le centrali “convenzionali”: certo, è bello ed ecologico; ma nella pratica, può essere di difficile realizzazione (eufemismo per dire non conveniente, se non impossibile) a meno che non siano centrali a turbogas. Piuttosto, si può e si deve prevedere un sistema di oscuramento dei pannelli, ovvero di bloccaggio delle pale, in questi casi (lieviterebbero i costi, ma non credo a livelli proibitivi).