Eventi improvvisi e imprevedibili. Questo secondo alcuni è quello che ci aspetta in questo mondo segnato dai mutamenti climatici. Diverso, anzi, stravolto rispetto a quello che accadeva in passato, quando i disastri naturali prima di arrivare scrivevano una lettera…
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Gli effetti della piena del 1822
Dalla “Gazzetta di Genova” del 30 ottobre 1822, n.87:
“Nella maggior parte delle botteghe di detto borgo Pila l’acqua si innalzò a dieci palmi e nella parte più bassa dirimpetto alla via che conduce al cantiere fino a undici palmi. Né questa é ancora l’altezza maggiore; perché nella strada dritta verso Albaro presso la casa di Steria, ov’è di confluente di molti rigagnoli e fossi, si lazò fino a dodici palmi e mezzo. I danni prodotti da questo funesto accidente sono immensi. Il borgo della Pila è tutto formato da fondachi, botteghe e magazzini, ove sono ricchi depositi di olio, di vino, di farine, di panni, ed ogni altro genere. L’irruenza delle acque fu così rapida che ebbe appena il tempo di trasportare qualche cosa nei pani superiori e di mettere in salvo le persone. Insomma a dieci ore di mattina non vi era alcuna apparenza di pericolo e a un’ora tutto il male era fatto. Molte di dette botteghe avranno un danno di due o tre mila lire; una fabbrica di cordami avrà una perdita di otto o nove mila lire, ecc. La perdita di bestiame è stata poco considerabile: la più forte è di settanta circa in una stalla di Sant’Agata. Che se da questo borgo si passi ai proprietari degli orti i danni sono forse anche più gravi per l’estensione delle muraglie abbattute e per la grande quantità di sabbia e di rottami trascinati sul terreno coltivato. I danni maggiori però diconsi quelli accaduti nel fossato di Sturla, ove alcune ville sono state affatto devastate. I guasti sono tali che per alcuni proprietari ascenderanno, dicesi, a lire ventimila.”
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NB: Grazie a Fabio per la segnalazione.
…forse sarebbe il caso di mettere il prezzo di quel giornale per avere un’idea immediata del valore attuale di quei mille lire di danni 😉