[photopress:ostuni.jpg,full,pp_image] La città nell’immagine è Ostuni, a molti noti come la città bianca. Come bianche sono la maggior parte delle antiche città del nostro meridione e dell’area mediterranea in generale. Non c’è dubbio, tra gli architetti del passato si celavano dei paladini della lotta al riscaldamento globale. Ad aver avuto la loro perspicacia nel fare le previsioni ora potremmo programmare le ferie estive o la settimana bianca con anni di anticipo e ricavarne sempre grande soddisfazione. Molti di quelli come me sarebbero senza lavoro, ma questo ultimamente sembra anche di gran moda.
Si tratta dell’uovo di Colombo, basta dipingere di bianco tutti i tetti delle aree urbanizzate ed usare materiale più riflettente dell’asfalto per le strade, per produrre un effetto raffreddante in grado di compensare le emissioni di 44Gt di anidride carbonica, cioè più di quanto è previsto che venga emesso da tutte le attività umane nel 2025 ( come facciano a saperlo resta un mistero, ma tant’è). Praticamente una manna, che invece di venire dal cielo verrebbe da terra.
La notizia è apparsa qualche giorno fa sul sito di Repubblica e, nella sua semplicità e con le dovute riserve alle previsioni di emissioni, rappresenta, nella follia della ricerca della soluzione ad un problema che non c’è, il primo vero tentativo di fare qualcosa di utile. Mi spiego. Si tratta di una serie di calcoli effettuati da un gruppo di ricercatori canadesi (qui trovate il pdf della presentazione) ed esposti durante la quinta conferenza annuale sulle ricerche sul cambiamento climatico in corso di svolgimento in California. Non è un caso che sia accaduto proprio lì perchè la California è lo stato americano più attivo sul fronte del catastrofismo climatico, però è anche quello che sta riuscendo a capitalizzare i benefici di questo impegno meglio degli altri.
Secondo un conteggio piuttosto semplice, tenendo presente che le aree urbanizzate coprono circa l’1% della superficie delle terre emerse ed applicando un valore di forcing radiativo mediato dall’analisi di varie ricerche, si avrebbe un contributo molto importante all’efficacia dell’albedo, ovvero alla quantità di radiazione incidente riflessa e non assorbita, con conseguente minore riemissione di radiazioni ad onda lunga dalla superficie terrestre. L’aspetto forse più accattivante di questa pratica è che, assumendo che il forcing radiativo indotto dall’aumento della concentrazione di gas serra è probabilmente largamente inferiore a quanto stimato, anche secondo quanto esposto da Christopher Monckton sul sito dell’American Physical Society, un tale accorgimento avrebbe un impatto sensazionale sulle temperature medie globali. O forse non ne avrebbe affatto, come è lecito attendersi che avvenga per i ridicoli sforzi che l’umanità fa, nel bene o nel male, per influenzare i processi naturali enormemente più grandi di lei.
Ci sarebbe però un ritorno importante in termini di vivibilità delle nostre città , forse si potrebbe risparmiare qualcosina nell’uso dei condizionatori d’aria e bruciare qualche barile di petrolio in meno per produrre energia. In una parola si potrebbe fare qualcosa per il noto ma sottovalutato effetto dell‘Isola di Calore Urbana, un argomento su cui anche il portale MtgClimate si è soffermato più volte e del quale parleremo anche molto diffusamente proprio qui su CM tra qualche giorno. Secondo gli autori di questa ricerca, l’ONU dovrebbe addirittura farsi promotrice di una campagna di “riverniciatura” delle cento maggiori città mondiali tanto per cominciare. Ahi, tira aria di global governance e di montagna che partorisce il topolino.
[…] bianche come quelle di cui abbiamo parlato in questo post, siano multicolore o piuttosto grigie e fumose come la maggior parte di quelle che conosciamo, le […]
[…] bianche come quelle di cui abbiamo parlato in questo post, siano multicolore o piuttosto grigie e fumose come la maggior parte di quelle che conosciamo, le […]
Articolo molto interessante,ma temo che non se ne farà nulla,certo si può provare.
@ Angelo
Caro Angelo, ci sto. Ah, no, non è possibile, una volta ho scritto che non aspiravo ad un premio Nobel. Coerenza innanzi tutto, per cui, se saltiamo quel passaggio si può fare, altrimenti è meglio di no…..e poi, non sarebbe originale no?
@ Angela ostunense doc
Innazi tutto benvenuta! Questo genere di buoni propositi mi fanno pensare alla bolgia che si crea in un formicaio quando viene disturbato….migliaia di operosi animaletti che corrono in tutte le direzioni.
Nel merito poi vorrei sottolineare che il colore della superficie in effetti ha il suo ruolo. Cioè, il bianco riflette più radiazioni di quante ne assorba e ne possa poi riemettere, mentre il nero assorbe e riemette più radiazioni ad onda lunga, cioè quelle che reagiscono con i gas atmosferici (primo tra tutti il vapore acqueo) e vengono nuovamente disperse in tutte le direzioni, favorendo l’effetto serra.
Al riguardo però proporrei un patto ai promotori ed a tutti i paladini del riscaldamento globale di origine antropica. Se passiamo al bianco, la piantano di torturarci col catastrofismo? Se la risposta è positiva direi che il gioco vale la candela.
Comunque grazie per gli interessanti riferimenti storici, ho un debole per la Puglia, perchè una parte del mio sangue viene da lì, perchè ci ho vissuto qualche anno e perchè ci torno in vacanza tutti gli anni.
gg
Al di là della “baggianata”, va sottolineato che la tutela paesistica, per normativa, vieta nei centri storici dei nostri comuni l’installazione dei pannelli fotovoltaici o solari termici sui tetti.
Figuriamoci se può essere tollerata una cosa del genere!
Ma sai Guido, poiché essere persona di buon senso sembra non premiare meglio cavalcare questa “pandemia” di follia…che ne dici di creare una WWR (world white roofs) farci finanziare da qualche partito, associazione, lobby, dalla California o da Schwarzenegger stesso?
Poi giriamo il mondo a diffondere il verbo del bianco che più bianco non si può…la purezza che salva il mondo! ecc.. ecc..
Poi ci facciamo assegnare il premio Nobel per la pace (non te l’ho mai detto ma io … conosco l’assessore del mio Comune che ha qualche “entratura” presso la sezione di partito locale…insomma…fidati) dopo di che puntiamo ad una presidenza importante. Ovviamente avremo diritto ad una indennità adeguata …poi faremo un po’ di leggi al fine di salvare il mondo. Ho anche l’animale simbolo “il ghiro italiano” quello che vive in tutti i sottotetti italiani!
Dici che è meglio che ci vada piano con l’alcool! Hai ragione, scusa, ma non mi sembrava una cosa così folle anche perché qualcosa di simile mi sembra che sia successa o … era un sogno!
L’uso della calce è duplice,innanzi tutto anticamente come disinfettante e poi come rinfrescante degli INTERNI di una abitazione.
..ma questi “ricercatori”..”canadesi”per giunta! sono venuti a Ostuni per informarsi correttamente?ma che dicono?
Semmai dovrebbe essere il nero o superfice assorbente che forse potrebbe aiutare!….
L’uso della calce a Ostuni fu introdotto dai monaci basiliani bizantini che qui si rifugiarono per salvarsi dalla persecuzione iconoclasta di Leone Isaurico.
Nell’area mediterranea ha avuto in seguito,finite l’epidemie di peste,funzione rinfrescante,ma sempre degli interni,d’estate non ci si può accostare a una superfice a calce…le piante si carbonizzano!
non so se piangere o ridere stammatina leggendo questa grande baggianata!
cmq grazie per avermi dato l’opportunità di chiarire.
angela,ostunese doc